La scienza tra Est ed Ovest.

La scienza asiatica presenta una divisione verticale, da settentrione a meridione, attraverso quella che un tempo si chiamava Battriana e l'imboccatura del Golfo Persico. La scienza e il pensiero scientifico della civiltà arabo-islamica formano un tutt'uno con la scienza europea, non solo perché nella fase di maggior estensione dell'Islam  il Mediterraneo divenne un lago musulmano, e i musulmani andalusi contribuirono allo sviluppo della scienza non meno di quelli persiani, ma anche perché, come è universalmente noto, fu attraverso la mediazione araba che le opere dei Greci raggiunsero l'Europa medievale. Tutti i testi scientifici arabi, già tradotti dal greco spesso da versioni siriache, furono tradotti nell'Occidente latino. Le traduzioni dirette dal greco si ebbero solo più avanti, intorno al XII secolo. In altri termini la scienza ha assunto un valore internazionale da allora. La scienza islamica si rivelò un punto nodale di tale processo, contribuendo a trasmettere anche la tecnologia indiana e cinese, ma non il pensiero scientifico cinese, però, all'Occidente medioevale. Tuttavia la scienza dell'Asia orientale non venne inserita nel corpo conoscitivo del sapere latino: quanto cinesi e indiani lasciarono al patrimonio scientifico dell'umanità non pervenne all'Occidente, infatti. E se una parte della cultura scientifica da Est non filtrò ad Ovest, peraltro, ciò avvenne forse perché gli studiosi cinesi, soprattutto, non mostrarono un interesse teorico ad essere complementari, come gli Arabi, all'altra parte del mondo conosciuto. Né la scienza cinese e quella europea si influenzarono abbastanza tra di esse.
Casalino Pierluigi, 31.05.2014