1 maggio futurista: intervista a Graziano Cecchini RossoTrevi

* (2010) DA  CONTROCULTURA/SUPEREVA

http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/06/futurismo-del-terzo-millennio-graziano-cecchini-rossotrevi

 

***ANTEPRIMA da "Roby Guerra...  Gramsci e il 2000, La Carmelina, giugno 2013)

 

*VIDEO

Futurismo del terzo millennio: Graziano Cecchini Rossotrevi

 
Graziano Cecchini 1 maggio 2010 Intervista a ROSSOTREVI. 1° Maggio blitz futurista. Roma, 1° Maggio - Piazza San Giovanni - Concertone in programma (diretta Rai3).
All'improvviso rompe l'atteso ma ormai prevedibile copione,
Graziano Cecchini, l'artista romano de La Fontana Rossa, Piazza di Spagna, Ara Pacis (?), Free Tibet.
Un altro F-Day, una di quelle "giornate futuriste" che hanno rilanciato concretamente l'avanguardia rivoluzionaria di Marinetti.
E' bastato un
telone giallo,grande di tre metri per trenta,100 bombolette spray, e la forza del nostro Rosso Trevi per far incuriosire prima e partecipare poi centinaia di ragazzi. In poco tempo writers a go go e via con l'opera d'arte collettiva, "il primo graffito futurista del terzo millennio"… "è nato il Futurismo alla velocità del gigabyte" e così via alcune delle parole netstoriche di Rossotrevi ai giornalisti de L'Unità, La Repubblica, il Corsera, Tgcom, mentre decine, centinaia di tecnowriters, nativi digitali, figli di Basquiat, Haring componevano Futurismo Rossotrevi.
Un vero proprio Blitz futurista quello del 1° Maggio, Festa dei Lavoratori…e nuovo rito pop del popolo preteso ancora rosso dagli old media.
Mentre lì, sotto il palco del concertone
Graziano Cecchini, dava veramente voce a tutti sfatando il vecchio equivoco ideologico del futurfascismo.

D- Cecchini: Nuovo blitz futurista al 1° Maggio, appuntamento annuale che ancora oggi avviene sotto la bandiera della sinistra…
Graziano Cecchini- In una recente intervista, sull'
Opinione della Libertà, tra le righe l'avevo annunciato: qualcosa di finalmente e realmente popolare, e l'idea ho deciso di realizzarla tra la gente. Quale occasione migliore di oggi?
Tanta gente, tante teste, tante idee. Idee che mi auguro siano giovani come i giovani che sono qui oggi.
Credo molto nei giovani, li spero attivi, informati, interessati, curiosi.
Oggi i giovani, ma non solo loro, formano il popolo del web che segue la musica on line e va ai concerti, una net-generation che -nonostante tutti i lacci politicanti- vuol divertirsi assieme, si evolve. E con poco ci insegna che la realtà è ben diversa dalla "realtà virtuale" dei politicanti di oggi.
Ecco perché un Graffito gigante e collettivo, con i graffiti dei writers, la loro poesia, la loro energia.

D-E ' quindi nato il futurismo di sinistra?
Graziano Cecchini- Non esiste un futurismo di destra o un futurismo di sinistra. Il futurismo è stato sempre anarchico e rivoluzionario, ma è sempre stato radicato anche radicato alla realtà e al tessuto sociale.
Persino a Fiume i futuristi se si vuole erano di sinistra… L'ha detto anche Bifo! A
Ferrara, i miei amici futuristi sono tutti radicali libertari, lo san tutti tranne gli amici di Franceschini che è riuscito a boicottare un centenario che abbiamo portato persino sulla RAI! Persino Gramsci riconosceva la forza del futurismo già nel 1920! "I futuristi, nel loro campo, nel campo della cultura, sono rivoluzionari;…quando sostenevano i futuristi, i gruppi di operai dimostravano di non spaventarsi della distruzione, sicuri di potere, essi operai, fare poesia, pittura, dramma, come i futuristi…"
Ma destra e sinistra, qui non c'entrano, qui c'entra l'emozione che ha un unico colore, quello dell'energia e dell'azione.
I futuristi in origine andavano in piazza col popolo. Oggi a Roma ho restituito
il Futurismo al popolo e ai giovani, e la risposta è stata dirompente, più forte di quella che mi aspettavo. L'entusiasmo salva i giovani di oggi, che combattono nel modo più diretto che conoscono le bugie di una classe dirigente che non ha minimamente idea di quello che si vive per la strada.
Ancora una volta la ricetta si dimostra giusta: Idea + Azione = Creazione.
Appena si dà alla gente, in particolare ai giovani, la possibilità di esprimersi il risultato è sempre sorprendente ed emozionante. Si parlava una lingua intorno allo striscione: la lingua delle emozioni, una lingua che non ha bisogno di traduzioni. E guai a volerla etichettare!

D- Insomma il Futurismo del Terzo millennio è il Futurismo di Internet
Graziano Cecchini- L'esperimento del 1° maggio ha dimostrato anche questo. La velocità non viene solo ritratta nella sua stessa raffigurazione, ma entra concettualmente e materialmente nell'espressione stessa dell'opera futurista.
Dopo 15 minuti la
performance era su YouTube, su Facebook, su numerosi blog che seguono le mie azioni.
Le fotografie, i video dei ragazzi fatti con i loro cellulari venivano inviati in svariate città italiane e non solo. Tedeschi, francesi, spagnoli, tutti entusiasti e partecipi insieme ai loro amici che erano rimasti a casa.
La velocità del megabyte a servizio dell'arte e delle emozioni.
Per quanto si possa dire che Internet è un mezzo già vecchio, la sua "democraticità" e la sua velocità permettono di trasmettere il momento della creazione quando questa avviene e non più solo ad un'elite, ma al mondo. Senza trucchi, senza ritocchi. L'idea diventa azione e viene comunicata.

D-E cosa ci dice del Futurismo e dei Diritti Umani?
Graziano Cecchini- Ripeto, la possibilità di avere in casa un pc e un collegamento ad Internet permette di avere a portata di mouse una velocità di comunicazione impensabile fino a qualche decennio fa. E che dire dell'I-Pad Mac?
Certo, questi strumenti non sono ancora una possibilità per tutti, ma in diversi casi hanno permesso di venire a conoscenza di episodi e notizie che altrimenti non sarebbero stati veicolati dalla comunicazione istituzionale. Basti pensare ai blog che dall'Iraq sono partiti dalla stessa popolazione irachena per raccontare quello che stava succedendo.
Purtroppo però c'è ancora troppa censura e ancora la storia viene scritta dai vincitori, ma Internet comincia a far parlare anche i più deboli, le minoranze e spesso può veicolare problemi e realtà sconosciute ai più.
Futurismo è agire, è agire e vivere immersi nel contesto sociale che ci circonda e oggi, nel terzo millennio, il nostro contesto è il mondo. Non si hanno più scuse, non si può più dire "non lo sapevo", non ci si può più nascondere e ignorare la realtà dei fatti.
In questo contesto io, anche tramite internet, insisto nel comunicare e far conoscere una realtà che purtroppo non riesce ad ottenere la visibilità che meriterebbe: la situazione del popolo Karen, un popolo dal quale tutti noi potremmo imparare molto. La situazione in Birmania è grave da più di 60 anni, ma ancora oggi gli interessi delle multinazionali riescono a nascondere.
Il 1° maggio di un anno fa ero sempre qui, a Roma, con il Pullman Rosso "Free Burma", in mezzo alla gente per raccontare tramite un libro fotografico la
realtà birmana.
Oggi che ogni parte mondo è così vicina, il Futurismo ha il dovere di lottare per ogni ingiustizia, per ogni causa per cui vale la pena di combattere.

Rossotrevi ha citato persino Gramsci: ecco il testo completo, significativo…:
(da
Ordine Nuovo, 5 1 1921)
"… I futuristi, nel loro campo, nel campo della cultura, sono rivoluzionari; in questo campo, come opera creativa, è probabile che la classe operaia non riuscirà per molto tempo a fare di più di quanto hanno fatto i futuristi: quando sostenevano i futuristi, i gruppi di operai dimostravano di non spaventarsi della distruzione, sicuri di potere, essi operai, fare poesia, pittura, dramma, come i futuristi… I futuristi hanno… distrutto, distrutto, distrutto… hanno avuto la concezione netta e chiara che l'epoca nostra, l'epoca della grande industria, della città operaia, della vita intensa e tumultuosa, doveva avere nuove forme di arte, di filosofia, di costume, di linguaggio; hanno avuto questa concezione nettamente rivoluzionaria, quando i socialisti non si occupavano neppure lontanamente di simile questione, quando i socialisti certamente non avevano una concezione altrettanto precisa nel campo della politica e dell'economia, quando i socialisti si sarebbero spaventati (e si vede dallo spavento attuale di molti di essi) al pensiero che bisognava spezzare la macchina del potere borghese nello Stato e nella fabbrica".