Futuro o Barbarie, recensione di Riccardo Campa, Mutare o Perire
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Mutare o Perire nel Duemila?
22 marzo 2015 21:35 - Redazione MeteoWeb
In
Italia, vano negarlo, i nostri archetipi culturali, certa tradizione
classica e poi moderna ma debole, non rettificate almeno al passo con il
divenire della conoscenza scientifica e tecnologica (che nel frattempo,
bene o male, hanno cambiato il mondo), filosofica e religiosa e
sociopolitica, tutt’oggi frenano scenari più evoluti e conseguenti
trasformazioni strutturali: anche in certa psicologia collettiva
nazionale. Lo stato delle cose è anche paradossale: l’Italia non è nota
solo per le Belle Arti e la letteratura, Galileo ha inventato la scienza moderna, Volta l’elettricità, Meucci il telefono, Marconi la Radio e i mass media…, Fermi quasi la bomba atomica e l’energia nucleare, un relativamente poco noto Faggin
il microprocessore, Levi Montalcini scoperto il fattore crescita dei
neuroni, Dulbecco, Rubbia e Zichichi protagonisti del genoma, la futura
energia nucleare, la Fisica contemporanea e cosi via; la scienza
italiana, nonostante secoli di storia non favorevolissima (Galileo
stesso scomunicato virtualmente almeno fino a pochi decenni fa…) era e
resta all’avanguardia, anche nelle ben note fughe cosiddetti dei
cervelli, più recenti. Negli anni dieci del duemila, la crisi
economica, come noto, in Italia, è ormai parallela a questioni anche di
scontro-incontro di civiltà colma di ombre inquietanti. Secondo non
pochi commentatori, sociologi, futuribili, il famoso pensiero liquido
alla Baumann non è solo un segno dei tempi: esso
domanda superamenti concettuali e nuove prospettive globali, per
cambiamenti strutturali: anche in Italia. Case editrici specializzate
nelle scienze sociali, segnalano, pur in certa crisi qualitativa
pubblicistica stessa, spesso analisi e opere e ricette “elettroniche”,
evidentemente non escono dai laboratori culturali e-o universitari. Non
solo editori di fascia grande.. In tale comunque trend pubblicistico e
psicosociale, sempre più basato centralmente sul ruolo stesso della
tecno scienza e del futuro come – direbbe lo stesso Piero Angela, Macchina per Pensare e per Cambiare, va certamente segnalato il saggio Mutare o Perire
di Riccardo Campa (Sestante edizioni, Bergamo), sociologo della
scienza all’università Jagellonica di Cracovia (Polonia), non ultimo uno
dei principali futurologi italiani (Cura anche la rivista Divenire,
dedicata al postumano cosiddetto). Se il volume attraversa temi
squisitamente e apparentemente solo tecnologici, e i suoi effetti spesso
ancora poco assimilati, al di là del bianco nero di echiana memoria
“apocalittici e integrati”, già il titolo programmatico ci svela –
almeno potenzialmente- una lucida e precisa analisi presentista creativa
e futuribile interessante e perturbante nello stesso tempo. La
tecnologia, creata dalla ricerca scientifica, oggi è già al top per
scenari sociali ben più decenti delle attuali società postmoderne in
crisi o quantomeno fortemente incompiute. La ricerca scientifica stessa
futuribile è in progress e verso orizzonti anche sorprendenti. In Italia
si discute sempre di umanesimo e scienza, mentre la mutazione in corso
post-informatica, in senso fenomenologico non solo cronici stico…, esige
ormai risposte veloci… L’ecologia stessa è finalmente relativizzata,
riconnessa sia concettualmente sia pragmaticamente, in ogni caso, si
opti per modelli deboli e ambigui di cosiddetta decrescita, sia al
contrario di nuovo progressismo relativamente morbido, alla sua matrice,
spesso perduta, appunto scientifica. Il senso del futuro, idem perduto
paradossalmente, proprio nel Duemila che nell’immaginario del novecento
era percepito come l’avvento del Mondo Nuovo, riaffiora alla luce – la
tesi hard dell’autore- di un nuovo umanesimo scientifico radicale,
basato sull’etica della conoscenza che ricordano sia J. Huxley e B. Russell, poi J. Monod che K. Popper o M. Minsky,
ma anche sul nuovo immaginario scientifico, dai futuristi alla musica
elettronica, alla fantascienza tecnologica, al cinema tecno epico (da F.
Lang a S. Kubrick ai Fratelli Wachowsky del cult Matirx).
Campa in particolare fa esplicito riferimento al suo opus specifico
cosiddetto post-umano, da M, More e N. Bostrom a R. Kurzweil e quella
generazione cosiddetta transumanista che attraversa sempre più
il dibattito sociologico e futuribile. Google stessa è scesa in campo
recentemente in certi orizzonti sulla Longevità e la Robotica…
Ebbene, al di là del radicalismo eventuale, certamente anche
discutibile (il saggio oltre a certo focus sociologico si espande anche
in dinamiche più personalistiche, ad esempio certa futura crionica per
la cosiddetta Extension Life o Seconda Vita), libri del genere centrano
il bersaglio: suggeriscono rotte precise (nessun scientismo, semmai
certo salutare neopositivismo stesso dopo il postmoderno finalmente
rivitalizzato in forma e paradigmi ancora in divenire (colmi come
accennato di immaginazione conoscitiva) sulla scia finalmente e proprio
di certa altra Tradizione moderna anche italiana, come accennato, da
Galielo a Dulbecco o Veronesi ecc. Per trasformare società in crisi
(società che magari demonizzano ancora in piena crisi economica i
sanissimi OGM-almeno secondo Veronesi- frenano la ricerca sulle cellule
staminali, sulla robotica, rimuovono il rischio sismico e ambientale non
retorico … e cosi via…) come quella italiana in particolare, non è vero
–purtroppo- che la Poesia –o la Parola senza azione- salva la vita. Il nostro Mutare o Perire
contemporaneo esige la tecno scienza, meglio la TeKne (Arte)
l’evoluzione sociale auto diretta – non dipendente da Politica e
Economia ancora come Mano Divina…) e certa socio.cibernetica (Arte del
pilotare la nave e-o governare) ancora “incompresa” come nuova visione
globale…e come ogni scienza doc – rivoluzionaria (le uniche rivoluzioni
che davvero funzionano o possono funzionare).
Recensione di Roberto Guerra
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