Zoltan Istvan: Non esisteranno più nazioni tra 50 anni e quasi tutti vivremo on-line secondo transumanista (Notizie Scientifiche)
In un interessante articolo pubblicato su Quartz1 alcuni esperti di tecnologia e futuristi danno la propria opinione milione riguardo a come potrà apparire il mondo tra cinquant’anni e quali saranno, in quell’epoca, le cose che appariranno maggiormente diverse da come sono oggi.
Tra gli intervistati c’è anche Zoltan Istvan, imprenditore, transumanista e futurista americano nonché divulgatore di questi temi su vari mezzi di informazione.2
Alla domanda riguardante chi o cosa potrà gestire il mondo tra cinquant’anni, Istvan lascia intendere che il concetto stesso di nazioni potrebbe sembrare antiquato. Tra cinquant’anni il mondo potrebbe essere infatti gestito da reti di intelligenza artificiale basate sul calcolo quantistico e le nazioni stesse, così come oggi le conosciamo, semplicemente smetteranno di esistere come entità indipendenti.
Al massimo le nazioni, intese come aggregazioni di persone con uno stesso background culturale o etnico, potranno essere rappresentate on-line.
In ogni caso saranno le intelligenze artificiali a contribuire al progresso e a ciò che accadrà al mondo, non più gli umani con le loro “vecchie” nazioni e il loro antiquato concetto di politica. Un pensiero audace, non c’è che dire, considerando il lasso di tempo molto breve. Magari concetti del genere potrebbero essere più adatti ad una previsione che si inoltri in secoli nel futuro e non in soli cinquant’anni.
Secondo lo stesso Istvan, inoltre, gli umani si uniranno all’intelligenza artificiale e collegheranno il loro cervello direttamente con esse, un concetto classico del transumanesimo. Gli umani, o meglio le loro menti, vivranno dunque in mondi virtuali.
Esisteranno comunque gruppi, anche abbastanza vasti secondo quanto lascia intendere il futurista, che non permetteranno alle intelligenze artificiali di prendere il sopravvento sulle loro vite e uno degli scopi principali che si proporranno sarà proprio quello di mantenere l’IA quanto più distante dalle loro esistenze e da quelle dei loro figli.
Per quanto riguarda gli eventuali conflitti tra le suddette fronde di esseri umani e le macchine, altro concetto classico quando si parla di futuro tecnologico, si tratterà più che altro di una “guerra civile”, probabilmente non violenta, che avrà comunque un risultato già scritto, semplicemente perché nessuno sarà in grado di fermare il progresso e la stessa intelligenza artificiale, in alcun modo.
La maggior parte degli esseri umani accetterà di vivere in mondi virtuali dove non esisterà la morte, dove non dovranno lavorare e dove tutto quanto c’è di biologico, in senso di sofferenza o di aspetti negativi, semplicemente non esisterà più.
La maggior parte delle persone non avrà bisogno di guadagnarsi da vivere e l’unica cosa a cui dovrà rinunciare è il controllo della propria esistenza digitale. Istvan ne parla con toni molto positivi citando cose come un “mondo quasi perfetto di felicità e progresso”, concetti tipici dei transumanisti radicali.