In_comprensione di Francesca Candida, Rupe Mutevole Edizioni, 2011
“Ho ricercato il vero,/ tanti sono spariti,/ ho ucciso molti serpenti velenosi./ Strappato erbacce/ pungendomi le dita./ Ora sorrido quieta/ senza più falsi amici,/ senza sentirmi estranea/ in una terra oscura./ Io volo tra le stelle/ che indicano la via./ Posso sognare libera/ l’amore che vorrei,/ amore puro, rosso di passione,/ ma non venisse mai/ io non avrò rimpianto,/ tra i volti cari io non sono più sola.” – “Libera canto”
Il senso di solitudine, la lotta contro questa. In “Libera canto” ritroviamo un amore verso la vita e la verità davvero notevole, con una guerra l’io narrante è riuscito ad allontanare i nemici – gli amici falsi – presenti nella sua vita, un’eliminazione diretta per poter vivere in una realtà nella quale sperare e trascorrere le giornate senza alcun rimpianto.
“In_comprensione”, edito nel 2011 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana “La Quiete e l’Inquietudine”, è una silloge poetica composta da 57 liriche, prefazione a cura della curatrice della collana, Silvia Denti; la raccolta è dedicata al figlio dell’autrice Edoardo. Francesca Candida è un buon esempio di intimismo che dialoga con l’esterno con infinita comprensione, è una battaglia costante che l’autrice porta avanti innanzitutto per il suo benessere poetico ed in secondo luogo per la sua vita. Una poesia vivace ed ombrosa allo stesso tempo, i versi brevi raggiungono l’ellitticità del pensiero trascinando il lettore nel mondo di Candida.
Inferni, deliri, solitudine, silenzi, ghiacci, psicoterapie, oblio, neve, scalini, lettere, ed ancora fotografie, leggi, albe, segreti, dolori sono i temi approfonditi dall’autrice seguendo sempre la prima persona come se ella stessa stesse parlando alla propria mente, così da avvicinare l’esterno in una scelta di caratterizzazione di esso. Non mai accettare il presente senza dover espandere il proprio ragionamento sulle cause, sulle azioni, sui momenti.
“Di nuovo sola con la mia pagaja/ remo diretta a sud/ sul fiume silenzioso,/ le stelle si specchiano nell’acqua/ celeste in questa notte nera./ Fuggo da un sogno,/ la valigia è piena/ di realtà vissute e pesa./ Seguendo la corrente/ remo decisa e fiera,/ le lacrime mi fanno compagnia,/ remo pensando a questa giungla oscura/ che mi circonda gentile e silenziosa,/ remo sicura, il vento è dalla mia,/ cercherò il mare/ tra rapide e cascate.” – “Il mio fiume”
Il mistero del viaggio raccontato con estrema lucidità, la solitudine del muoversi alla ricerca di qualcosa che riesca a portare il cambiamento. L’io narrante, con la sua valigia piena di ricordi, rema sopra la sua pagaja con fare deciso, è doloroso abbandonare il già vissuto ma è ancora più doloroso prendere una decisione e trovare una via d’uscita.
“Che le mie labbra restino serrate,/ che la nebbia si alzi/ e trovi la strada,/ che un canto ovatti/ voci incomprensibili,/ che si spezzino le catene/ e io possa andare,/ che riesca finalmente/ a dire addio/ al sogno vano/ di essere compresa./ Un unico rimpianto,/ quelle tele/ che erano luce/ e che ho amato tanto.”
Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.
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Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni