Stefano Vaj, transumanismo e "sovrumanismo": ancora inutili polemiche online
Chi mi conosce sa quanta fatica e quanta noia mi produca scrivere sui temi legati alla contesa politica di basso livello. Chi come noi si occupa di creare i presupposti per un futuro diverso e migliore, sa bene che ci troviamo a vivere in un periodo in cui la prima emergenza è quella di essere lucidissimi e non perdersi in chiacchiere vane e polemiche sterili. Queste ultime sono proprio ciò che dobbiamo demolire, rappresentando l’emergere della peggiore massificazione oldmediale, che vive ormai da decenni di movimento statico e rumoroso silenzio.
Ma in queste settimane è ripresa nuovamente, nell’ambito del transumanesimo italiano, la caccia all’uomo. Si tratta di vicende particolarmente spiacevoli perché riguardano (e colpiscono) un individuo e un intellettuale stimabile e capace come Stefano Vaj. E per questo qui ne voglio parlare.
Da qualche giorno si può leggere sul web, ancora una volta, la solita serie di accuse, più o meno velate, nei confronti di quello che è a tutt’oggi il Segretario nazionale dell’AIT, una delle due organizzazioni transumaniste italiane. Ora, la prima cosa sospetta è che gli attacchi provengano da chi rappresenta Estropico, la seconda organizzazione transumanista nel nostro Paese. Vaj sembra davvero perseguitato da questi individui, che sembrano non avere nulla di meglio per impiegare il loro tempo. Una cosa sono i contrasti forti e le contrapposizioni ideali anche aspre, altra cosa sono le insinuazioni velenose al limite della diffamazione. Le prime costituiscono il sale del dibattito ideologico e scientifico, le seconde rappresentano il peggiore istinto a cui si può abbandonare un individuo. Screditare il pensiero di Stefano Vaj ricorrendo alle frequentazioni “pericolose” che lo stesso avrebbe, appartiene a questa seconda tipologia. Ho ascoltato Vaj, giusto un anno fa, a Transvision 2010: eravamo entrambi tra i relatori, e non ho percepito nulla di pericoloso nelle sue parole. Anzi, come ho precisato nel mio intervento successivo, mi erano parse particolarmente importanti alcune sue osservazioni sugli intenti generali che dovrebbe avere il transumanismo. Ci interessa sapere se esiste o no una connessione fra transumanesimo e il pensiero sovrumanista dell'Ottocento e del Primo Novecento? E allora parliamo di questo! Cosa ce ne importa degli amici di Vaj, o dove pubblica i suoi scritti? A me ciò che interessa sono le idee di Stefano Vaj, come possono interessarmi le idee di Estropico. Non mi interessa sapere con chi va a cena o a letto Stefano Vaj. Lo dovremmo aver capito bene tutti: gli attacchi ad personam sono quanto di più degradato ci offra il panorama politico nazionale. Si attacca la singola persona quando non si riesce ad avanzare qualche valida idea alternativa. Gli attacchi alla persona causano inevitabilmente lo scadere del dibattito in rissa. E dove c’è la rissa, le idee sono messe al bando. Ora, importare questo modello penoso anche nei nostri ambienti, che invece dovrebbero essere animati da fervore ideale, entusiasmo e lealtà, mi sembra un autentico suicidio.
A tutto questo si aggiunge il fatto che oggi – per un meccanismo che noi che ci occupiamo di nuove tecnologie dovremmo ben conoscere – un’insinuazione e un attacco ad personam, se portati sul web, possono causare quel fenomeno di viralizzazione della notizia per cui un’opinione personale si diffonde esponenzialmente fino a poter essere scambiata per verità assoluta. Tizio legge una notizia sul sito di Caio e la copia-incolla sul suo blog, Sempronio vede i siti di Tizio e Caio, pubblica la notizia sul quotidiano in cui scrive, etc fino ad arrivare (ormai è cosa nota e assai frequente) a pubblicazioni con grandi case editrici. Ora mi chiedo: chi usa questi media per infangare personalmente i propri nemici, conosce questo genere di conseguenze e ne approfitta per conseguire al meglio i propri scopi diffamatori? Oppure ne è all’oscuro e non comprende il danno di immagine di cui si rende protagonista? In entrambi i casi mi sembra che la superficialità sia assai grave. Titolare un post con l’aggettivo “sovrumanista” non è la stessa cosa che titolarlo con “neofascista” o “tecnofascista”. E questo mi fa pensare che l’autore di questi articoli abbia come unica intenzione quella di screditare, non avendo il coraggio di discutere nel merito delle idee.
Insomma: possiamo parlare del sovrumanismo o dobbiamo continuare a litigare sulle amanti di Stefano Vaj?
Antonio Saccoccio