Il principio dell'incertezza.
Casalino Pierluigi
La consapevolezza del principio di incertezza può davvero tradursi in un terremoto interiore che genera un processo inarrestabilmente felice, liberando la mente dai maggiori ostacoli alla propria libertà di pensiero e di espressione; può alleggerire la propria mente da paure e da inutili pesi e pregiudizi e proiettarla nel possibilismo del reale aumentando infinitamente l'efficacia della propria volontà, su sé stessi e su tutta la realtà.
La natura della realtà è possibilista e su concetto si fonda la ricerca del nuovo, l'avventura verso il futuro, anzi verso gli infiniti futuri. La volontà e l'immaginazione si muovono così liberamente, appunto. La scienza non può svelare, quindi, il mistero ultimo della natura, natura dai più volti, dai più mondi. E questo, perché, come diceva Max Planck, noi stessi siamo parte della natura e quindi parte del suo mistero che stiamo cercando incessantemente di comprendere.
Ogni cosa è concatenata, in sintonia con sé stessa e con il resto del mondo, con il resto degli infiniti mondi. Per gli essere senzienti, e gli esseri umani, in particolare, le conseguenze di questa realtà delle cose sono incalcolabili, soprattutto sul piano etico e metafisico, anche perché nella rete infinita dell'interdipendenza nulla va perso, anzi va recuperato e ritrovato:
nulla rimane senza effetti, purtroppo anche quelli negativi.
La memoria e il futuro sono legati, come l'alfa e l'omega. La separazione non esiste. Per andare avanti serve solo la volontà di
immergersi in questa immensa dimensione dell'incertezza e delle compossibilità. tutto ciò che esiste è in noi, tutta l'umanità è
dentro di noi e noi siamo tutto ciò che esiste e in tutta l'umanità, dove conoscenza e immaginazione coincidono mirabilmente. Questa è lavia verso un futuro migliore, questa è la via del nostro sogno.
La natura della realtà è possibilista e su concetto si fonda la ricerca del nuovo, l'avventura verso il futuro, anzi verso gli infiniti futuri. La volontà e l'immaginazione si muovono così liberamente, appunto. La scienza non può svelare, quindi, il mistero ultimo della natura, natura dai più volti, dai più mondi. E questo, perché, come diceva Max Planck, noi stessi siamo parte della natura e quindi parte del suo mistero che stiamo cercando incessantemente di comprendere.
Ogni cosa è concatenata, in sintonia con sé stessa e con il resto del mondo, con il resto degli infiniti mondi. Per gli essere senzienti, e gli esseri umani, in particolare, le conseguenze di questa realtà delle cose sono incalcolabili, soprattutto sul piano etico e metafisico, anche perché nella rete infinita dell'interdipendenza nulla va perso, anzi va recuperato e ritrovato:
nulla rimane senza effetti, purtroppo anche quelli negativi.
La memoria e il futuro sono legati, come l'alfa e l'omega. La separazione non esiste. Per andare avanti serve solo la volontà di
immergersi in questa immensa dimensione dell'incertezza e delle compossibilità. tutto ciò che esiste è in noi, tutta l'umanità è
dentro di noi e noi siamo tutto ciò che esiste e in tutta l'umanità, dove conoscenza e immaginazione coincidono mirabilmente. Questa è lavia verso un futuro migliore, questa è la via del nostro sogno.