La nuova mappa del Mondo che verrà


Da: FAZI EDITORE  




 
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Inoltra
Esce oggi in libreria e in e-book il nuovo libro del celebre politologo e strategista indiano Parag Khanna.
 
«È IL LIBRO IDEALE DA LEGGERE DI RITORNO da un viaggio in Cina, com'è accaduto a me in occasione del G20 di Hangzhou. Mentre l'attenzione degli europei è dominata da guerre civili e flussi migratori, il presidente Xi Jinping sta cercando di emulare gli antichi romani: costruisce le premesse di un impero fatto di porti, strade, ponti, acquedotti, più tutto l'equivalente moderno che i romani non potevano immaginare. Lancia i "ganci" delle sue reti infrastrutturali lontanissimo, dalla Cina fino al nostro Mediterraneo. Il libro ideale per capire questo grandioso piano cinese, e tante altre cose, è questo Connectography del giovane esperto di geoeconomia e geostrategia Parag Khanna...»

Federico Rampini, La Repubblica, 25/09/2016

La «grand strategy» di Pechino, di Parag Khanna, LA LETTURA - Corriere della Sera, 25/09/2016

«Nel 2012 i container che viaggiarono su rotaia tra le due estremità del mega continente euroasiatico furono 2.500. Nel 2020 saranno 7,5 milioni. Evidente che qui si sta giocando una gigantesca partita economica e politica»
 
«... Per anni gli analisti occidentali hanno coltivato - meglio, finto di coltivare - l'illusione che l'ingresso della Repubblica Popolare nella Banca Mondiale, nel Fondo monetario internazionale, nella World Trade Organization e in altre istituzioni fosse un sintomo della volontà di Pechino di giocare secondo le regole dell'Occidente. In realtà era una mossa illusionistica: la Cina ha creato, nel frattempo, istituzioni separate che rispondono solo alle sue priorità. L'esempio più significativo di questa strategia sta in quel grande soggetto finanziario che è la Asian Infrastructure Investment Bank (Banca Asiatica di Investimento per le Infrastrutture), o Aiib, creata a Pechino nel 2014.»

«La Asian Investment Bank può essere vista come la risposta cinese al gap di investimenti infrastrutturali, dell'ordine delle migliaia di dollari, che ancora penalizza l'Asia. Sto parlando di infrastrutture come strumento di grand strategy, come strumento di politica estera e come strumento di costruzione imperiale e di egemonia, ...»



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