Max Arduini intervista (12 2012): La Video Arte dopo Man Ray
Ecco
la notizia quotidiana (in seguito La NotziaH24)Roma 2012
http://www.eccolanotiziaquotidiana.it/max-arduini-la-video-arte-dopo-man-ray/?fbclid=IwAR1NUP8T6wkWGGPmgspwQEYrXd01xBKaQboubM56Gg9foafsmSd4vP0qT94
a
cura di Roby Guerra
Max:
Man Ray e il surrealismo, Video Art ante litteram?
Indubbiamente
il lavoro svolto da una serie di autori di quell’ambito e di quel
periodo è stato
fondamentale.
Le avanguardie in generale consideravano la sperimentazione e la
trasgressione come
aspetti
imprescindibili. La fotografia e ancor più il “cinema” erano
dunque territori privilegiati e
proprio
i surrealisti ne fecero ampio uso. In realtà Man Ray veniva
dall’esperienza Dada
newyorkese
e si trasferì a Parigi agli inizi degli anni venti al seguito di
Duchamp. Tutti i sui film
sono
realizzati in quegli anni. E sempre nello stesso periodo e per quasi
tutti gli anni ’30 e ‘40 c’è
un
folto gruppo di autori che utilizzano la macchina da presa (oltre a
quella fotografica) e che
sperimentano
gli aspetti dinamici della visione. Parlo ad esempio di Cocteau, di
Richter, di Leger ed
altri.
L’aspetto surreale ed immaginifico combinato con l’idea di
scardinamento delle convenzioni,
di
ricerca e sperimentazione, appunto, sono alla base di molti di questi
film che mi sono guardato e
che
hanno fatto anche in parte da riferimento a Man
Ray Dance. L’attenzione verso la
tecnologia, il
movimento,
la luce, etc..dai futuristi in poi ha cambiato il linguaggio
artistico in generale. Film
come
Le retour a la raison, Emak-Bakia o Le sang d’un poete,
Race-Symphony, Un chien andalou,
etc...hanno
probabilmente nel loro interno qualcosa che va nella direzione della
video-arte. Anche
se
poi è con gli inizi degli anni ’60 credo che il linguaggio della
video arte inizia ad essere messo a
punto.
A me interessava invece quella fase più pioneristica, anche
tecnicamente, che arriva agli anni
’50.
Per esempio 8x8 a Chess Sonate è
un film del 1957 girato sperimentalmente, in tutti i sensi e
che
io ho inserito in un progetto del 2005 alla Gnam di Roma, in cui
Richter riassembla tutta una
serie
di luoghi surrealisti e di espedienti. Oltre che di colleghi artisti
o scrittori che svolgono un
ruolo
nel film. Insomma mi hanno sempre interessato le idee di spostamento
e di composizion escomposizione
dell’immagine
e soprattutto quel maccanismo che mette ciò che vediamo sul limite
di
reale e irreale. Oltre al voyerismo come punto di vista, introdotto
proprio da Duchamp, M. Ray e
i
surrealisti.
Arduini-
un tuo biovideozoom... nell'arte digitale
Se
parliamo di digitale entriamo in un ambito molto vasto che tocca
l’animazione, gli effetti
speciali,
l’interattivo, il web, la net-art, etc...per quanto mi riguarda è
perimetrabile alle esperienze
video
che ho attraversato dal 2005 ad oggi. Poter gestire le immagini in
autonomia e con dispendi
economici
relativamente bassi ha consentito un enorme sviluppo delle produzioni
video. Come
anche
la facilità di far girare qualunque cosa in rete. Digitale è tutto
ormai! Quindi anche l’apporto
audio
e sonoro. L’anno scorso infatti ho sperimentato un progetto
audio/visivo/interattivo in
collaborazione
con un musicista, Massimo Massimi, che si è occupato della parte
audio interattiva.
Ha
lavorato in particolare con delle versioni di Max SMP e con
Processing. Il progetto l’abbiamo
chiamato
Posta Recycled Sound ed
era ambientato in una parte dell’Ex-convento di S. Francesco di
questo
piccolo comune in provincia di Rieti (Posta). Si trattava di uno
spazio disseminato di woofer
che
mandavo suoni campionati ed elaborati di riciclo, il tema era appunto
il Rifiuto, nello spazio
semibuio
venivano poi mandate una serie di slide fotografiche sempre
d’immagini recuperate e di
accumulo.
Come anche quest’anno l’esperienza di proiettare un Man Ray Dance
interattivo negli
stessi
spazi è stata interessante. Tramite lo strumento Kinect sensibile
alla figura il video
presentava
cambiamenti di angolazione. L’idea era di farlo funzionare come una
finestra alla quale
avvicinandosi
o allontanandosi cambia la porzione di spazio visibile. Per questa
installazione ho
avuto
la fondamentale collaborazione di Cristiano Pinto.
Ci
sono diversi autori che guardo con interesse ma che appartengono più
all’ambito video in
generale.
Un bell’esempio di applicazione Digitale a tutto campo e come
soluzione di Arte Pubblica
(ho
partecipato ad alcuni progetti di arte pubblica negli anni passati) è
il Licht Festival di
Gent in
Belgio.
Ho visto le ultime due edizioni e davvero mi hanno impressionato
molti lavori di morfing e
di
digitalizzazione in tempo reale. Alcuni nomi vorrei farli come il duo
belga Abax, il team
portoghese
Ocubo
Creativo o
i francesi di 1024
Architecture.
Progetti
futuri
Riguardo
al video ho terminato l’ultimo: Yoga Show,
girato lo scorso anno in due location diverse
ma
che sono riuscito a finire di montare solo quest’estate. A breve
comincerò a farlo girare. E ce n’è
anche
un altro in lavorazione a 4 mani con una amica scrittrice israeliana.
Ma lo finiremo l’anno
prossimo.
Poi siccome mi occupo di grafica, anche perché è la materia che
insegno all’Accademia
di
Roma, sono stato invitato a partecipare con un lavoro seriale di
stampa, da file digitale, per un
progetto
a Milano che si chiama Coincidenze in
collaborazione con dei poeti. Questo il mese
prossimo.
Come lavoro di fotografia me ne dovrebbe pubblicare una la rivista
Aria. Fa parte di una
serie
intitolata Ostenda Reflex del
2011. Insieme ad un mio testo. Poi vediamo cosa altro succede il
prossimo
anno. In realtà ho anche in cantiere, nella veste di curatore, una
serie di eventi che
riguarderanno
vari specifici, dal video al libro d’artista.
Video
e arte contemporanea...?
Con
questa tua domanda mi ricollego alla seconda. Stavo parlando delle
esperienze di proiezioni
ambientali
che interagiscono con la topografia, l’architettura o con
riferimenti ed interazioni di altro
tipo
al luogo e allo spettatore, ma anche dell’utilizzo di software che
collegano le immagini al
movimento
o al suono. In questo senso parliamo soprattutto di
video-installazione. Per questi tipo di
video
l’ambientazione o la relazione con le altre “parti” è
chiaramente fondamentale. Poi c’è tutta
una
tradizione che pone l’attenzione specificamente nel contenuto. E
all’interno di questa si divide
sostanzialmente
in due grandi famiglie: il video di tipo più minimale che in genere
funziona su
elementi
semplici e ripetitivi vedi B. Nauman, C. Burden, etc...e quello
invece di tipo più
“narrativo”
di tradizione warholiana, poi incarnato molto bene da alcuni autori
fra anni ’80 e fine
anni
’90 (p.e. B. Viola o M. Barney) ch’è sempre stato sul confine
fra film e video-arte.
Per
esempio molti autori di cinema nelle fasi iniziali, quando si
cimentano nei corti per così dire,
producono
opere sperimentali molto di confine e molto interessanti, di cui io
mi sono nutrito. Per
fare
alcuni nomi che mi vengono in mente: Greenavay, Jarman, Lars von
Trier, Wenders, Linch.
Tornando
ad Andy Warhol in The Nude Resteurant e
come già aveva fatto in Sleep presagisce
l’ideale
formale dell’impiego del video. Lo spiega bene Dan Graham in una
intervista:”…era il
tentativo
di presentare la realtà come immediatezza, come genuina
consapevolezza fenomenologica,
non
contaminata da altri significati storici o da altri assunti
aprioristici. Il mondo poteva essere
esperito
come pura presenza, in maniera autarchica e senza che la memoria vi
giocasse alcun
ruolo”.
E in questo senso quindi il video ha amplificato i medium a
disposizione per operare in
ambito
artistico introducendo un aspetto fondamentale: quello temporale.
Mescolandosi e nascendo
proprio
con quelle attività performative e di scardinamento che sposteranno
i termini
dell’operazione
e del linguaggio artistico. Quindi per cercare di concludere con una
risposta direi
che
in quanto fortemente suggestionata dall’aspetto tecnologico e di
progresso l’arte
“contemporanea”
ha inglobato l’esperienza dell’immagine in movimento
(spazio-tempo) e non solo,
quella
verbale, sonora, comportamentale, etc…ha insomma ampliato
quest’esperienza (estetica
anche,
ma non solo) a molti più ambiti e pratiche, come già scriveva
Barilli diverso tempo fa.
Massimo
Arduini novembre 2012
http://www.visionaria.eu/mostre.php?idmostra=136&titolomostra=Vision_Art
http://yicca.org/it/view/events
http://www.spaziosenzatitolo.org/artist.html