Pierluigi Casalino: La coscienza d'Europa.
Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
Quando si parla di coscienza europea si parla decisamente di un concetto che differenzia il modo di pensare europeo da tutti gli altri, se pur comprenda e coinvolga la sua stessa costola americana, che ha impresso, da parte sua, all'Occidente la spinta al progresso e alla conquista. Un concetto, quello della coscienza europea, che si contrappone in particolare a quello del dispotismo orientale, incapace di creare e contemplare una società di liberi ed uguali per propria stessa tradizione storica. L'idea d'Europa è, al contrario, alla base del concetto di coscienza europea sia per essere la prosecuzione dello spirito greco e latino che per il contributo ebraico e cristiano che ne ha ulteriormente arricchito il valore, grazie ad un supplemento d'anima senza pari. La Russia e la Cina rappresentano, invece, a loro volta, i campioni del dispotismo orientale, laddove un vertice arbitrario si erge e comanda sempre su una massa senza diritti. Nonostante che geograficamente la Russia faccia parte del Vecchio Continente, ne resta esclusa per la sua vocazione autocratica, nettamente in contrasto con la tradizione democratica e civile dell'Occidente. Lo stesso Herzen che osteggiava lo zarismo riteneva che solo la Russia avrebbe potuto salvare l'Europa dalla sua decadenza rappresentata proprio dalle idee democratiche. Forse solo la breve parentesi del governo Kerenskij avrebbe cambiato la Russia, che, anche sotto il totalitarismo bolscevico, ispirato dalle idee euromarxiste, non si formò mai una autentica scorza europea per continuare a mantenere un consolidato atteggiamento slavofilo e addirittura messianico da Terza Roma. A Mosca c'è sempre stato un simulacro di idee europee. I disastri della guerra ucraina derivano prevalentemente da tali premesse.
Casalino Pierluigi