La Meteora [Italia Avanguardista] Tra l’Arte, la Fede e l’Amore… c’è la tolleranza.


 

 

Ogni opera d'arte, sia essa scultura o pittura o altro, come dice Montale, "porta sempre scritto più in là" in essa, infatti, si cela l'animo, la vita e la passione di un artista, la voglia di un uomo o una donna di dire qualcosa anche negare e protestare sono sempre un'affermazione, ma ogni atto segna, incide ed entra nel tempo come traccia prima scavando nel vissuto e nel corpo dell'artista come esperienza viscerale e poi materializzandosi per essere guardata, vissuta anche snobbata, ma comunque sempre condivisa, in qualche modo esperita dai fruitori.
Essa è come una dichiarazione d'amore e quindi può essere condivisa, può affascinare, sedurre o anche essere snervante o dissacratoria qualora i contenuti o la forma non sono condivisi, ognuno di noi vi si può riconoscere o no, spetta solo a noi decidere se specchiarvi una parte del nostro pensiero e se aprirsi ad una realtà altra che può essere simile o no da noi.
Quanto siamo in grado di essere tolleranti non solo verso una persona fisica ma verso un pensiero, un'anima, un vissuto?
Beh, l'arte lo mostra chiaro… pochi sono aperti, pochi ci apriamo, troppa paura per accettare chi è diverso da noi, troppa paura di mettersi in gioco, troppa paura di cambiare un ordine di noi già consolidato già accettato per quieto vivere, ma siamo questo?
Siamo esseri fatti per rimanere sempre uguali a noi stessi per non evolverci? Per non modificarci? Per non affascinarci di fronte a chi la pensa diversamente?
Non tutti i pensieri dell'altro saranno perfetti, ma molto di chi è diverso da noi si può apprendere, molto può cambiare in noi e in loro, in meglio, del resto tornando al discorso della scultura … Dio ci ha creati pur essendo già Perfetto, ciò lascia intuire che ci sia una ragione di completamento e che … forse insieme si può fare qualcosa di buono.
Dio ha voluto noi per amarci per condividere il suo amore allora perché noi ci chiudiamo in un guscio per non soffrire?
Dio ha mandato Gesù, Suo Figlio, sapendo il suo destino eppure lo ha fatto perché sapeva che avrebbe amato e il suo amore avrebbe fatto proseliti e lasciato una traccia di sé nel tempo, sapeva che gli esseri umani sono sbagliati ma anche profondi, ma anche capaci di amare e perdonare, tutto ciò fa pensare… tutto ciò è il presupposto dell'approccio all'arte, se l'arte è un figlio per l'artista, anche l'artista offre una parte di sè al nostro amore, al nostro cuore, lo offre consapevole della distruzione, ma spera che oltre a chi odia si celi chi ama, chi condivide, chi crede e vede oltre.
Ombretta Di Bella.


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Postato da Erica Donzella su
Italia Avanguardista il 12/20/2011 10:30:00 AM