Intervista: Angelo Giubileo spiega la ...Tecno Mente dell'Imperatore
D- Giubileo, nuovo ebook "download" per il tuo originale percorso, da Parmenide epistemologo ante litteram ai tempi "postmoderni"... Penrose e altri; ci spieghi questo wireless conoscitivo in due parole?
Innanzitutto direi, all'opposto, che non si tratta affatto di un percorso wireless. Nel labirinto del percorso della conoscenza siamo continuamente in compagnia di quel mitico filo (di Arianna) capace da solo di ricondurre tutte le nostre esperienze al mitico mostro (Teseo) - mostrare nel greco antico è per l'appunto ciò che dell'essere appare e a noi umani si manifesta - che rappresenta l'Essere. Quello stesso essere di cui Parmenide, all'apice di un'esperienza plurimillenaria, dice saggiamente che "è" e di cui non è assolutamente possibile dire altro. Nell'altrettanto mitico oceano di questo sempiterno essere, gli enti - sempre alla maniera dei greci antichi - si muovono nel tempo assumendo così forme diverse e tali che, già nell'attualità, diciamo non più umane ma postumane. Le quali, per l'appunto, recano traccia, alla maniera heideggeriana, del passato e nel presente anticipano il futuro che verrà …
D- Giubileo, come il divenire della conoscenza, dopo i secoli bui -almeno parzialmente- si rilanciò in Europa con il Rinascimento che disgelò gli "antenati" greci, oggi necessario riformattare in generale i Pre-Socratici per pilotare i tempi postumani nascenti?
In forma di linguaggio mitico, quella finestra sul mondo - dai Presocratici non tanto tenuta aperta quanto piuttosto spalancata sul mondo - venne purtroppo in parte chiusa mediante i discorsi di Pitagora e di Platone. Entrambi, se da un lato ebbero il merito di sviluppare l'indagine scientifica - già promossa dai fisici della tradizione e in primis Anassimandro, universalmente noto come il padre della filosofia greca -, dall'altro ebbero il più grave demerito di porre l'uomo o meglio ciò che loro stessi ritenevano "umano" al centro dell'universo, separato dall'Essere, quello stesso essere che viceversa "è" e di cui non è assolutamente possibile dire altro.
D- E quindi, per pilotare i tempi postumani nascenti …
Fai bene a insistere sulla domanda, perché distinguerei piuttosto tra postumano e transumano. Come il Rinascimento rilanciò attraverso un nuovo umanesimo l'esperienza della classicità antica, e in particolare quella dei greci; così mi auguro che l'attualità rilanci quella stessa esperienza presocratica relativa a un universo, ovvero l'essere di cui si è detto, pensato senza alcun limite. Più di ogni altro, il concetto di assenza di limite è infatti espressione che meglio traduce l'"apeiron" di Anassimandro, equivalente del termine odierno Big Bang. Diciamo allora che: se l'espressione transumano fa piuttosto pensare a un superamento in forma di accantonamento o messa da parte, il termine postumano implica invece una linea evoluzionistica che non implica alcuna separazione dall'essere, che: "è".