Angelo Giubileo, Arte e Tecnica....un moto circolare

D2 Giubileo, Il codice Giubileo, infatti, quasi in versione compressa e anche situazionista razionale, la tua visione del Duemila e oltre, citazioni postaforistiche da De Santillana a Harari, ecc. (e molti altri), "guru" anche del linguaggio e certa linguistica mondiale, "guru" del nostro archetipico greco romano occidentale, uno zoom ora anche ulteriormente potenziante?

 

Su Il Codice Giubileo di A. Giubileo

(Asino Rosso Street Lib, ebook 2022)

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Giubileo approfondisce la questione zero Arte e Tecnica o-e Tecnica Arte, riguardo il suo ultimo libro,  uno zoom bonus....


Ogni arte o tecnica attiene pertanto a un moto, sia circolare che lineare, piuttosto simile a quello di una zangola, macchina utilizzata in passato ad esempio per la produzione del burro. Ma, come appena anticipato, la <verità> - e cioè "il sapere di non sapere" noto ai più soltanto come un detto socratico - sovrintende e nel <discorso> dimora heideggerianamente aldilà per così dire, di questo moto - solo apparente - che porta con sé il falso sapere che gli storici categorizzano come diversità di epoche, travisando la nozione di epochè di cui tra i tanti dice in particolare Plutarco nel suo adversus Colotem. Infatti, il discorso <umano> "è" sempre il medesimo e pertanto la distinzione cultu(r)ale tra antichità e modernità, anche in virtù di una rinnovata nozione di progresso scientifico, opera del tutto falsamente. E allora, secondo ciò che definirei il detto di Parmenide: "di via (che legge e interpreta il movimento) resta soltanto una parola - definitiva, eterna, metamatematica, sovrastrutturale ma contrariamente al significato di uso marxista) che è". Detto che Heidegger ripropone fedelmente nei suoi Sentieri interrotti, allorché - in conclusione dell'intero discorso umano, dal mythos al logos - dubitando finisce con l'affermare: "Ma se l'essere, nella sua stessa essenza, man-tenesse l'essenza dell'uomo? E se l'essenza dell'uomo riposasse nel pensare la verità dell'essere? Allora il pensiero deve poetare l'enigma dell'essere. Esso porta l'aurora del pensato nella vicinanza di ciò che è da pensarsi".