V. Conte: Studi Evoliani 2021


in Neofuturismo
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Da: <chiodav@inwind.it>
Date: mar 22 nov 2022 alle ore 21:36
Subject: V. Conte: Studi Evoliani 2021
To: ROBERTO GUERRA <guerra.roby@gmail.com>


Studi Evoliani 2021 / Intervista con Vitaldo Conte
Redazione '
'Fyinpaper' 22/11/2022


È uscito Studi Evoliani 2021 (Edizioni Ritter, 2022), annuario della Fondazione Julius Evola, a cura di Gianfranco de Turris, Andrea Scarabelli, Giovanni Sessa. Vitaldo Conte, che su Julius Evola ha scritto frequentemente e ha realizzato diverse iniziative, è presente in questo libro con un suo contributo intitolato 'Cavalcare la tigre con Evola: pensiero, creazione, eros come attraversamento'. In esso il saggista riprende alcune tematiche già pubblicate su 'Fyinpaper'.

L'Arte Ultima

Perché nel tuo testo trasferisci il concetto di 'Cavalcare la tigre', titolo del famoso libro di Evola (1961), alla sua arte come possibile Arte Ultima?
"Trovo, a proposito, una possibile testimonianza di Arte Ultima, da parte di Evola, quando scrive: «Del resto da una considerazione oggettiva dei processi in corso, si ha il senso netto che l'arte non abbia più un avvenire, che essa si trovi respinta in una posizione sempre più marginale rispetto all'esistenza, il suo valore riducendosi proprio a quello di un genere voluttuario». Questo stato dell'arte che Evola denuncia in quel tempo, oggi, dopo decenni di sua ghettizzazione, ricerca le sue opere di pensiero-arte, magari da lui disperse. La ricerca proprio come oggetti voluttuari di mercato, enfatizzandone il lavoro attraverso paragoni con maestri dell'astrazione mistica. Ciò può favorire anche l'affiorare di opere dubbie, in quanto Evola ha una produzione artistica limitata. Il suo Cavalcare la tigre nell'arte è oggi, forse ancora di più, una possibile indicazione di Arte Ultima".

Julius Evola, la fine dei linguaggi delle avanguardie storiche

Evola ricercherebbe nel suo percorso artistico un pensiero di ricerca di Avanguardia Ultima?
"Evola attraversa, in maniera molto personale, il Futurismo e il Dada. Indica, arrivando agli anni Sessanta con le loro tensioni (ideologiche, artistiche), l'esaurimento dei linguaggi delle avanguardie storiche. Ne denuncia l'assoluta improbabilità di una rinnovabile presenza. Scrive: «In realtà, i movimenti a cui mi interessai ebbero un valore non tanto in quanto arte, ma appunto come segno e manifestazione di uno stato d'animo del genere, quindi per la loro dimensione meta-artistica e perfino antiartistica». Evola nei suoi attraversamenti artistici e letterari rimane un pensatore che "trascende" la propria espressione di immagini-parole. Precede e anticipa il suo successivo percorso specificatamente filosofico".





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Roberto Guerra