Accarezzando il tempo, raccolta a 4 autori, Rupe Mutevole Edizioni, 2011
“In nome del padre/ lo scalpo del figlio/ sul lavoro sovrano/ credenze fondate/ credenze sfondate/ in cinque minuti/ che valgono anni/ che sono la vita/ e la tua posizione/ di orologi/ dentiere/ e deretano magici./ Su rilassanti verdoni/ pieno di gingilli/ stracciando stravizi/ vaghi per paesi chic/ (al tuo passaggio)./ Io non sbavo sugl’idromassaggi/ quando dico/ che sei di carta/ come le tue risate/ come i verdoni/ come la forza dell’etica/ scritta su papiri inestimabili.” – “L’arrivismo (I)” Gabriele Battista
Musicalità, tormento ed ironia. Gabriele Battista dimostra di aver ben chiare le sue linee guida poetiche, non si lascia intenerire dalla sua giovane età e si dibatte per dire la sua con un’apoteosi di sintagmi strutturati per scalfire il pensiero del lettore, per marcare le scelte errate intraprese dall’uomo nel corso della storia. “Partigiani e suonerie”, seconda silloge dell’autore, è definibile come eterogenea e sarcastica.
“Accarezzando il tempo”, raccolta edita nel 2011 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana “Poesia e Vita”, è una pubblicazione interessante che vede ben quattro autori riuniti insieme nel proclamare i propri versi ed il proprio istinto. Quattro autori, quattro sillogi: “Partigiani e suonerie” di Gabriele Battista, “Officina di parole” di Carmen Biella, “Completando i deserti” di Matteo Montieri, “L’armonia della natura” di Guerrino Rubbini. Curatrice della collana: Gioia Lomasti. Immagine di copertina: Valentina Franco. Editing dei testi e sito web: Marcello Lombardo.“Accarezzando il tempo” consta di prefazione di Alessandro Spadoni, le sillogi in ordine citato e l’indice finale.
“Guardo la foto/ quella in bianco nero/ Dietro un albero che ancora esiste/ Immoto, foglioso, rami verso il cielo// Salici piangenti le nostre braccia/ lungo i fianchi dicono, stampate,/ la fine del giorno senza domani// Il momento fermato, ora sbiadito/ Non ludica gli occhi. Non rimane,/ Seppur lì, non cede a nulla…// IO nomade, gitana Regina/ scompaio dalla foto bianco nero/ Vesto una sottana, rami verso il cielo…” - “Sottana gitana” Carmen Biella
La seconda autrice, Carmen Biella, ci trascina in un mondo tutto suo creato dall’ “IO”, personaggio parlante delle sue liriche. Liriche distribuite tra una sconcertante brevitas ed una incessante forza pleonastica. Un IO corollato dal passato e dal melodioso ricordo ne “Sottana gitana”, un IO che furtivo scompare dall’immagine fotografica per materializzarsi nell’immaginario collettivo.
“Ne da Canterbury, ne da Yarmouth, ne da Londra/ Partendo mi colmò di malinconia/ Nessuna Agnes, nessuna Emily, nessuna Dora/ Cantò di me in celeste melodia//[…]// La città nera, cinerea/ Come uno stormo di avvoltoi/ Planava sulla mia accondiscente testa// Ridivenni ministro di me stesso, sol quando/ Ad imbarcarmi mi ritrovai in porti gremiti/ di genti e schiamazzi/ Mai più strinsi la fredda mano della civiltà/ dalla vergin terra e dall’abbracio suo/ calorosissimo rinvenni avvolto” – “Trotwood” Matteo Montieri
Da un intimo femmineo con Matteo Montieri si transita nell’aspro passato del sogno, un poetare che include nel suo esistere la figura retorica come madre di ogni pensiero. Ogni verso è magistralmente costruito per saldare fermamente il percorso dell’autore tramite primi piani immaginifici che non degnano il presente di accezione alcuna, un’esternazione pungente dei suoi sentimenti verso il mondo.
Ultima silloge ed incontriamo Guerrino Rubbini, un animo sensibile ed amante della natura. Il clima della sua raccolta infatti sarà di carattere naturalistico-campestre, grandine, meteora, neve, albero, lucciole, terremoto, l’importanza del paesaggio nella vita dell’uomo correlata con i sentimenti, con l’amore verso ogni essere vivente.
“ La nebbia avvolgeva tutto,/ cammino per la campagna/ senza meta/ lungo una capezzagna,/ sull’erba ci sono gocce d’acqua,/ la terra dei campi emana un profumo/ che ricorda il muschio,/ all’improvviso noto una sagoma,/ alta quanto un uomo,/ è avvolta in un alone di mistero/ mi fermo a guardare con fare esterrefatto,/ la figura si avvicina,/ si nota un’altra sagoma più bassa,/ sembra un cane, si avvicina, saluta,/[…]” – “Era lui?” Guerrino Rubbini
Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.
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Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni