Italia Avanguardista/La Meteora. Francis Bacon, il pittore sofferente by LOBO

         

Irlandese di nascita, Francis Bacon nacque artisticamente a Berlino per poi maturare e realizzarsi in quella Londra animata dalla passione per il surrealismo e dal disprezzo delle abitudini borghesi sui cui si fondava la buona società inglese.
Fin dalle origini la sua pittura estremamente personale non fu ben accetta in un ambiente in cui la "rivolta" doveva essere rigorosamente omologata e seguire le norme di un conformismo alternativo; non abbastanza smagliante, non abbastanza raffinata. Era una pittura fatta col sangue, un primitivismo congiunto alla profonda riflessione che non lascia spazi vuoti intorno a sé; non vi erano le titubanze di Picasso o i risvolti quasi barocchi di Dalì, imperava l'ossessione e lo sconcerto d'impatto di vedere il cadavere dell'arte stuprato senza alcuna partecipazione da parte dell'autore stesso delle opere, senza rivoluzionarismi voluti, senza distaccamenti cercati, era ciò che doveva essere, la pura sostanza.

Bacon fu innanzitutto un idealista senza ideali, un cantore della vita come compagna della sofferenza, della decomposizione.
Sotto i suoi tocchi di pennello, liquidi e stravolti, ogni oggetto avverte visibilmente il peso di una natura e di un tempo quasi personificato e alieno, eppure profondamente umano, in quanto profondamente umanista era l'autore, prigioniero della sua stessa arte, spinto ad una creatività continua, quasi schizofrenica nell'ansia di rappresentare il reale dandogli una nuova dimensione senza privarlo, però, del suo proprio impatto, anzi, dandogli un mezzo per cui lo spettatore potesse osservarlo a distanza e vedere se stesso e il suo mondo da una prospettiva esterna, come si può guardare una cavia con il proprio volto dibattersi dentro una gabbia. ..................CONTINUA
Postato da LaMeteora su Italia Avanguardista il 11/29/2011 

 

di
Lobo


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