Piccola favola vecchia di Zairo Ferrante in IL DIALOGO magazine
IL MIO NATALE PRIMA DELLA CRISI
piccola favola vecchia
di Zairo Ferrante
sul periodico "il Dialogo.org"
Prima domenica d'avvento!!! E' arrivata l'ora e... occorre, rigorosamente, scrivere e parlare del Natale. Dovrei parlarvi della famosa bontà natalizia. A Natale lo si sa. Si è tutti più buoni. Dovrei scrivere che tutta questa bontà è solo falsa ipocrisia e, per essere davvero cool, dovrei rinnegare questo gioioso stato d'animo e dire che io preferisco essere un grande "stronzo", guerrafondaio, privo di qualsiasi ideale. Così facendo, sicuramente, sarei uno "scrittore" alternativo, degno di tale nome e non uniformato alla massa. E invece no. Io amo il Natale. A Natale mi sento più bbbuono ( rigorosamente con la tripla "b" per risvegliare il mio essere campano ). E sono fierissimo di questo mio buonismo. Mi ricordo del mio Natale, quando la crisi non esisteva o – almeno – non la si sentiva per strada. L'aria dicembrina era pervasa da un odore agro-dolce. Il dolce era dato dal fuoco di camini mescolato a carne e castagne abbrustolite. L'acro – invece – era dato dalla polvere da sparo scoppiata. No, non la polvere da sparo di fucili, mitra e cannoni! Erano i petardi ad esplodere. E io ero davvero felice quando sentivo il botto. Con 500 lire riuscivo a comprare dieci raudi o – in alternatava – venti mini ciccioli. Con dieci raudi riempivo – ma piena zeppa – una delle due tasche del mio giaccone. Un giaccone rigorosamente verde, con colletto di velluto blu. L'altra tasca serviva per la "miccetta". La miccetta costava 150 lire e durava almeno tre/quattro giorni. Erano davvero dispettose quelle miccette. Alle volte ti rosicchiavano completamente la fodera della tasca. Altre volte, invece, gli svedesi si staccavano dalla stecca di legno e s'accendevano da soli. Morale della favola: la tasca si bucava, le Mamme lo scoprivano, ed ecco che erano "mazzate". Certo, erano mazzate d'amore e... alla fine si era lo stesso felici. In fondo, cosa desiderare di più. Avevi i petardi, sentivi i botti, la scuola era chiusa e, soprattutto, arrivava Natale e, se "avevi fatto il bravo" ( ma poi mi chiedo quale bambino all'epoca era realmente cattivo? ), potevi sperare in un regalo che giungeva direttamente da – udite!!! udite!!! – Babbo Natale. Perché si. Babbo Natale esisteva eccome. Oggi, invece, c'è la crisi. E la crisi va esorcizzata come si deve... ...CONTINUA SU: http://www..ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/poesia/Racconti_1323110836.htm |