Filomati? La carica degli 8000 di Michele Serra
Filomati
di tutto il mondo unitevi. Pare questo il grido di battaglia di
neorealistica memoria degli "amanti dell’approfondimento”
ossia i filomati, uomini e donne che passano la loro vita ad
approfondire scienza e filosofia all'interno della società. Non si
fanno notare troppo, non amano apparire più del dovuto. Eppure
crescono, e portano avanti i loro progetti, in Italia e all’estero.
Un modo diverso di fare politica? Sarà, anche se nei loro Statuti è
espressamente vietato di parlare di politica. Perchè? “Ma perchè
si finisce sempre per litigare, ovvio!” E i filomati aborrano i
litigi. In otto secoli di storia hanno preferito “chiudere bottega”
piuttosto che dividersi (Lucca docet)
ma nel 2003-05 sono tornati alla carica, più agguerriti che mai. I
loro partners?
Crescono mese dopo mese. Ma chi sono? Soprattutto legati al mondo
delle università, dell'informazione e del giornalismo telematico, ma
anche associazioni e fondazioni. Difetti? La mancanza di un
programma. Ma a loro non interessa: "questo
è il tempo della semina"
conferma il loro leader Danilo Campanella, presidente internazionale
dal 2011, "dobbiamo
recuperare il tempo perduto, e creare progetti che portino a
soluzioni concrete".
Al momento questi progetti concreti sembrano essere più a favore
della comunità filomatica che della società nel suo insieme. Come
si legge da www.filomati.com il loro sito ufficiale, si radicano tra
collane editoriali, conferenze sul territorio, gemellaggi, ricerca
storica e archivistica. Si, perchè i filomati archiviano tutto, ma
proprio tutto. Eppure al momento il "programma" pare quello
del radicamento territoriale, e tengono testa a Lions, Rotary, e
similari. Non hanno paura della massoneria e dialogano con la Chiesa.
Pare che in ogni movimento ci sia un filomate che si incontra, una
volta l'anno, senza pregiudizi, nell'assemblea online che li
raccoglie tutti. Alcuni disertano, e preferiscono il dialogo col
responsabile territoriale, di cui ogni gruppo è provvisto che
consiglia, supporta, coordina gli attivisti o, come amano dire loro i
"ricercatori". Si, perchè i filomati si considerano una
università senza aule e senza mura, una libera accademia gestita da
una gerarchia che ne delimita l'agire in regole precise. Luca Masala,
ex presidente (si, perchè da loro si cambia, ma si rimane dentro con
altri incarichi) ci spiega la ricetta del loro segreto: “la
capacità di creare molti progetti, di varia natura e in luoghi
diversi, ma con l'intento comune di offrire cultura senza un ricavo
personale. Il lavoro svolto per l'integrazione culturale, contro ogni
forma di razzismo o assolutismo.”.
Dal
Comune di Roma Capitale, l'On. Domenico Naccari non ha dubbi "Ritengo
che l'associazione Filomati abbia un ruolo importante per lo sviluppo
del mondo sociale. Mai come oggi in un mondo in cui si pensa soltanto
ai beni materiali e alla ricchezza, un'associazione attiva che pensa
ai valori fondanti della società contribuisce alla valorizzazione e
crescita del sociale".
Emmanuele di Leo, Presidente
di "Scienza & Vita Latina"
e Responsabile
Marketing & Comunicazione della Facoltà di Bioetica dell' Ateneo
Pontificio Regina Apostolorum
ne
ricorda le basi storiche “Filomati,
dal greco, amanti dell'apprendimento, sono l'immagine riflessa di una
società che è in continua ricerca di sapere. Le organizzazioni
filomantiche, sviluppatesi in età rinascimentale in territorio
francese e successivamente approdate in Italia e in altri Paesi,
esaltavano il primato della cultura nella società. Ad oggi,
l'Associazione dei Filomati vuole dare una continuità a questo
progetto. Unire saperi per migliorare il bene comune. A mio avviso la
società odierna, ha un grande bisogno di tali associazioni per
rispondere a grandi interrogativi e per costruire un sociale
migliore".
Il
5 ottobre i filomati si riuniranno in Assemblea filomatica generale,
discuteranno dei punti all’ordine del giorno con un metodo di
lavoro che potremmo paragonare ad una semplice “democrazia
tecno-diretta” che premia i più esperti ma permette a tutti il
voto e la disquisizione. Buon lavoro a loro.
Michele
Serra.