Roma, Riccardo Campa e la Nobile Modernità, recensione

*Riccardo Campa, La Rivincita del Paganesimo. Una teoria della modernità, DELEYVA, ROMA, 2013 - Quali sono le radici profonde della civiltà moderna? Alcuni anni orsono la Chiesa cattolica domandò all'Unione Europea di riconoscere nella costituzione le "radici cristiane" dell'Europa. La richiesta fu respinta. Il rifiuto opposto dalla quasi unanimità dei paesi europei sta ad indicare non soltanto che viviamo ormai in una società secolarizzata e post-cristiana, ove i seguaci di Cristo sono soltanto un gruppo di cittadini tra gli altri, ma che non è nemmeno così pacifico che i valori e le istituzioni che costituiscono l'ossatura della Modernità siano innanzitutto un'eredità del messaggio evangelico.
Questo libro intende dimostrare che, se proprio vogliamo andare in cerca delle radici storiche della Modernità, dobbiamo guardare altrove. Ci sono infatti buone ragioni per interpretare l'emersione della Modernità come una "rivincita del paganesimo". I germi della democrazia, della mentalità scientifica, della libertà di commercio, della tolleranza religiosa, dell'agonismo sportivo, delle belle arti, dell'edonismo, della libertà sessuale, della bioetica laica, e di tanti altri tratti della Modernità, sono infatti più facilmente rintracciabili nel mondo pagano e, in particolare, nella civiltà dell'Antica Roma o dell'Antica Grecia, che non nel Medioevo cristiano.

RECENSIONE di R. Guerra -
  Riccardo Campa, sociologo della scienza - Univ. Jagellonica, Crcaovia, Polonia, per l'editor transumanistico Deleyva a cura di Emmanuele Pilia e altri, leader del transumanesimo  internazionale e della nuova futurologia italiana,  sonda certe radici misconosciute della modernità e della rivoluzione scientifica. storicamente circoscritte unilateralmente alla nostra tradizione giudeo-cristiana e solo lateralmente all'archetipo e non solo...  greco pre-socratico, platonico, socratico, aristotelico ed ellenico e poi romano pre il Messia.  Al contrario, le dinamiche sembrano se non opposte, quantomeno complementari e con esiti sorprendenti. Con riferimenti precisi e conoscitivi recenti agli stessi Russo e soprattutto Pellicani, autore della prefazione, il Campa storico e sociologico, soprattutto, in questo lavoro, a dispetto apparente del titolo (ma attinentissimo), innesta nella cultura liquida italiana e occidentale un meme radicale e innovativo, esplorando la piena potenza tutt'oggi di quel discorso della modernità che troppi, abbagliati  e traumatizzati da certa crisi contemporanea e da miraggi quasi tipo la decrescita (in) felice, intendono stoltamente archiviare anzitempo.
Praticamente il libro in questione è un diversamente saggio di teoria della conoscenza applicata al Reale e l'Immaginario dei tempi moderni nelle sua genesi o meglio Olimpiade  storico sociale: e avvincente, ammaliante.  Ritorna il mito senza mitologia, ma pure la prima rivoluzione scientifica ancora insospettata, appunto, oggi  rintracciabile nei nostri "antenati" greci, non solo Pitagora, Democrito, Euclide, Galeno,  Archimede  come precursori quasi ex novo, ma al contrario quasi zeit-geist e già nel Metodo (che sarà dal post Rinascimento scientifico letterale) del cosiddetto paganesimo pre giudeo-cristiano.  In tal senso sfatando il mitolegema cristiano e dei suoi spesso orwelliani ante litteram glossatori, inclusi celebri nomi come Max Weber, insospettabili, della Kultur della Grecia  meraviglia e democrazia primogenita, ma incapace di fare tecnoscienza.   Persino Leonardo invece attinse, per i suoi disegni sconcertanti avveniristici almeno parzialmente da libri perduti quasi manuali di scienza ante litteram....oggi ben documentabile e dimostrata.
Il Rinascimento stesso si riformattò, dopo i secoli bui.., sia  da quegli archetipi olimpici,  Atena, Dedalo, Prometeo in primis,  sia dalla scienza già prassi, tra i numeri e le macchine dei vari Pitagora, Archimede e diversi altri.
Resta forse una X, se davvero il metodo scientifico (o il contro-metodo stesso in certo senso) era.. software sia nel Renaissance che nei primissimi secolo avanti Cristo...  del cosiddetto  registro di sistema... mondo pagano mediterraneo  orientale, o fin da quell'infanzia, ex novo,  volo di Icaro soltanto transtemporale e poi esploso con la rivoluzione scientifica vera  e propria del '600  e nel XX/XXI secolo. in ogni caso certamente convergente....
Va da sè, alla Bloom,   l'evocazione  in-diretta,  pure di altre ricerche liminari del Novecento,  dallo stesso Jung e poi HIllman (il paganesimo non era una religione, etichetta postuma....invece persino poietica significante della modernità), dello stesso Rella, nelle sue analisi cosiddette atopiche, tutte, pur da giochi linguistici differenti, per una diversa modernità (e già postmodernità più evoluta) rispetto ai patterns lineari convenzionali, scolasticamente tutt'oggi  prevalentemente condivisi e certamente, riassumendo, da rettificare.
Non ultimo e ulteriore potenziamento e pregio del volume, l'articolazione assolutamente moderna,  diversamente Scientia e Volontà di Bellezza,  proiettata come  un Ologramma fatto di Vapore al grafene finanche nei nascenti tempi postumani, il Zarathustra stesso Immaginale e di Felice Scienza,  tra nuove tecnologie radicali e bioetica: il tutto anche esemplificato da una analisi raramente equilibrata e danzante sull'ancora recente discesa in campo  su tali grandi temi epocali del fu Papa Ratzinger, nella sua nota   Spe Salvi,  nel contr-appunto delizioso e straordinariamente attuale di Francis Bacone.

INFO
http://www.deleyvaeditore.com/2014/10/02/recensione-de-la-rivincita-del-paganesimo/
http://lettura.corriere.it/torna-il-paganesimo-no-e-gia-fra-noi/
http://www.riccardocampa.com/