SI CHIAMERA' URANIA. Eroina futurista.

Si chiamerà Urania e sarà italiana e napoletana. Anzi si chiama Urania- essendo nata già nata- e la si riscopre solo ora che un'altra italiana, Samantha Cristoforetti, questa volta in carne ed ossa, ha concluso la sua missione intorno alla Terra, emulando le gesta di altre signore dello spazio a partire dagli Anni Sessanta del secolo scorso). Però Urania sarà la prima astronauta donna che sbarcherà sulla Luna, avviando più audaci trasvolate cosmiche. E tutto ciò tra quarantadue anni, nel 2057, a duecento anni dalla sua nascita. Partorita nel 1857 dalla mente di uno dei padri della fantascienza italiana, dopo Dante Alighieri, Ernesto Capocci, che precede altri autori italiani simili e sicuramente più celebri. Urania è la protagonista, ancor prima dell'analoga straordinaria costruzione della suggestione di Jules Verne, di un viaggio sul nostro satellite naturale descritto in un romanzo avveniristico dall'astronomo partenopeo, che con impressionanti particolari va oltre la stessa futuristica previsione di Verne, se pur con minor fortuna editoriale. A bordo dell'astronave detta Giordano Bruno, Urania raggiunge la Luna e torna, descrivendo emozioni e note scientifiche di prim'ordine, quasi compartecipe di un'avventura visionaria e didattica senza pari. Il futurismo e l'amore per la velocità era ancora lontano, ma il sapore della macchina lanciata alla conquista di quella pluralità dei mondi che Urania interpreta gloriosamente.
Casalino Pierluigi, 6.11.2015