Mary Blindflowers da Londra: intervista per La Nuova Sardegna

Nemo profeta in patria? A volte, alla lunga anche i media seguono normale logica meritocratica e  giusta attenzione "local" anche quando il protagonista  si fa notare all'estero . Con eccellente sobrietà, sia giornalistica che autoriale, la scrittrice e pittrice sarda Mary Blindlflowers, per molti anni anche a Roma, è stata recentemente intervistata da La Nuova Sardegna a fiirma Piras (blog d'autore, tra l'altro, a doppia firma in effetti, Piras Moreno).  La Blindflowers, emersa nel panorama letterario contemporaneo in Italia, da qualche anno si è trasferita a Londra e nell'Isola britannica si è affermata anche come pittrice. Sulla Blindflowers pittrice, nello specifico il focus di una lunga intervista dove l'artista ha presentato ulteriormente il proprio percorso culturale, cosiddetto Destrutturalismo (da anni  un blog ben segnalato in Italia, che attualmente - rinnovato- si chiama Antiche Curiosità) sorta di surrealismo 2.0, con tanto di manifesto e a rotazione diversi collaboratori. Per una cifra globale sperimentale ma rigorosa, colta e iconoclasta anche contro tutti i bachi dell'editoria e di certa letteratura italiana prevalente spesso puramente manierista e sopravvalutata. Di seguito, dopo alcuni estratti, vedi link, l'intervista integrale.

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di Claudio Piras Moreno

Un vecchio mulino dei primi dell'Ottocento, nella regione dell'Essex, e ora adibito a museo. È lì che espongono artisti locali e non. Ed è lì che Mary Blindflowers ha esposto per la prima volta, nel 2017, alcuni dei suoi dipinti. E da allora per lei si sono succedute, in United Kingdom, diverse esposizioni e personali con un turnover sempre più serrato, dovuto soprattutto all'originalità dei suoi lavori, alla simbologia che li permea, ai significati profondi e alla padronanza di diverse tecniche pittoriche, nonché alla costante ricerca di materiali e messaggi da proporre all'osservatore con il linguaggio dell'immagine, tutti elementi che hanno suscitato l'attenzione di addetti ai lavori e non. Di questa artista partita dalla Sardegna nel 1999, sappiamo che dopo la laurea in Letteratura Moderna all'Università di Sassari ha conseguito un Master in Criminologia all'Università La Sapienza di Roma, che ha svolto diversi lavori, sempre legati alla cultura e agli oggetti d'arte antichi, e che è dedita alla letteratura da tanti anni. Varie sono le pubblicazioni editoriali frutto del suo lavoro incessante e scrupoloso: opere sia di saggistica che romanzi, e innumerevoli sono le sue collaborazioni per riviste letterarie, forum e blog. Attualmente risiede a Londra, e un suo saggio si trova nella biblioteca della Yale University. Ha creato un movimento, Destrutturalismo (Controcomune buonsenso), e un blog (antichecuriosita) dove continua a occuparsi di cultura, arte e società. È grazie a questo blog che l'ho conosciuta. A colpirmi è la sua vasta cultura, sua e di alcuni suoi collaboratori, e la pubblicazione periodica delle immagini dei suoi dipinti, di cui ho potuto osservare la costante evoluzione ed estrema ecletticità.

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Tanti tuoi dipinti sono caratterizzati da un uso ragionato dei colori, non posso non credere che anche nella scelta di ogni colore ci sia dietro un significato, che tipo di forza espressiva ha per te ogni colore? In che modo la utilizzi per i tuoi fini?

Il colore gioca una parte fondamentale nei miei lavori perché decide cosa deve essere messo in evidenza e cosa no, a seconda del significato che si vuole dare al dipinto e anche a seconda di quanto e come si voglia catturare l'osservatore o distrarlo anche, dipende. E non sempre ciò che è in evidenza è la parte più importante del lavoro, anzi spesso è il contrario perché vorrei un fruitore capace di scovare i significati, come vorrei altresì un lettore che sappia leggere tra le righe. Spesso l'aspetto più significativo è lasciato all'intuizione e all'immaginazione di chi fruisce, è così che l'arte diventa polimorfa e polisemantica, un'arte che non si morde uroboricamente la coda nella sua esaltazione patetica del quanto son bella, ma comunica, e di certo non risolve problemi, ma li mette quantomeno in luce e invita lo spettatore ad essere protagonista, a sostituirsi all'autore, pensando.

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