Coronavirus/ Sgarbi e Siri: “Da stampa di regime disinformazione sull’incontro al Senato: medici censurati”
Da: VITTORIO SGARBI - (Ufficio Stampa)
Coronavirus/ Sgarbi e Siri: "Da stampa di regime disinformazione sull'incontro al Senato: medici censurati"
ROMA - Il deputato Vittorio Sgarbi e il senatore Armando Siri, i due parlamentari che hanno promosso l'incontro su scienza e informazione svoltosi lunedì al Senato denunciano la disinformazione sui contenuti del tema dibattuto: "È sorprendente - osservano i due parlamentari - come la stampa di regime abbia liquidato come "negazionisti" i numerosi relatori senza però riportarne le relazioni. Infatti, se solo avessero dato conto degli interventi dei medici intervenuti direttamente o in video conferenza, avrebbero appreso che le posizioni espresse sono state di diverso tenore, e che nessuno - e lo ribadiamo, mai nessuno - ha negato l'esistenza del virus, come pure maldestramente qualche giornale ha scritto.
Del resto, a esprimersi sono stati numerosi virologi, biologi e medici ospedalieri, molti dei quali hanno riportato le evidenze cliniche delle ultime settimane (vedi Zangrillo e Bassetti) secondo le quali gli attuali contagiati non vengono ospedalizzati, e che i contagiati non si trasformano in malati. Da qui l'invito a non creare allarmismi e a ritornare a vivere.
Ma comprendiamo che l'unico modo per non parlarne, era censurarli, e ridurre tutto alla banale categoria del negazionismo.
Per questo riteniamo di manifestare la nostra solidarietà ad Alberto Zangrillo, Maria Rita Gismondo, Giulio Tarro, Massimo Clementi, Matteo Bassetti ed altri illustri esponenti delle medicina ingiustamente qualificati come negazionisti quando invece hanno manifestato posizioni articolate che non sono in linea con la narrazione, fatta di terrore e paura, imposta dal Governo tramite il Comitato tecnico scientifico e i medici che gli ruotano attorno.
L'emergenza democratica - concludono Sgarbi e Siri - non riguarda, purtroppo, solo le restrizioni alle libertà personali imposte dal Governo tramite la lunga imposizione del cosiddetto stato di emergenza, anche quando l'emergenza non c'è, ma anche una stampa di regime che tacita le voci di dissenso rispetto al Governo"
l'Ufficio Stampa
(Nino Ippolito)