Danze e leggende dell'antica Cina - Parte Seconda



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Da: Angelo Giubileo

Fei-lien, il camminatore. Danze e leggende dell'antica Cina.

L'epoca dei Cinque Sovrani è senz'altro un'epoca di leggende narrate. Al punto in cui sono giunto della lettura del saggio e forse anche a causa della mia scarsa capacità di sintesi senz'altro dovuta all'ignoranza mia abissale della Tradizione cinese – sono tuttavia riuscito a far emergere i seguenti dati:

·        La cronologia classica situa il periodo dei Cinque Sovrani nella metà del terzo millennio e.a.;

·        Per i Cinesi, Houang-ti è il 1° Sovrano. Tramite il suo regno, egli ha generato il Caos;

·        Per i Cinesi, nessuno ha più realtà storica di Yao e di Chouen; rispettivamente il 4° e il 5° Sovrano;

·        Dopo Chouen, il potere passa a Yu il Grande, fondatore della prima Dinastia Regale degli Hia. Yu il Grande è figlio di Kouen;

·        Kouen è detto per ora nel saggio che è un ribelle irriducibile e in definitiva un Vinto. Secondo lo Chou king, egli è un perturbatore dello Spazio, che viene in fine squartato e fatto a pezzi. Vinti insieme a lui, a formare la quaterna, sono i Tre Miao (essere triplo e unico), individuati come perturbatori del Tempo. Secondo la Tradizione, i quattro sono stati vinti da Chouen, il 5° Sovrano;

·        Altri particolari della vicenda di Kouen, oltre a essere padre di Yu il Grande, sono: egli è colui che non è stato capace di fermare la catastrofe delle Acque e inoltre, dopo Vinto, egli ha assunto le sembianze di un orso.

Attingendo alle storie del 4° e del 5° Sovrano, potremmo allora cercare di definire il quadro di uno schema generale. Almeno questo mi sembra l'intento ora dell'autore. L'Ordine del Signore è governato dal Centro (5) e si estende ai Quattro-Orienti o settori del Mondo (la Cina è il Mondo), mediante ispezioni durante i mesi delle Quattro-Stagioni presiedute dagli equinozi di primavera e autunno e i solstizi di estate e inverno. L'ispezione avviene dalle Quattro-Montagne che dominano i Quattro-Orienti e riguarda, come abbiamo già letto, anche i Barbari confinati nei Quattro-Mari. Infatti, il Vincitore con la sua azione vince i barbari, i quali, smembrati o salvati, comunque accrescono la Virtù regolatrice e cioè entrano a far parte del Nuovo Ordine. Le Virtù regolatrici riescono a suddividersi in un quadrato in seguito a una divisione in due gruppi di tre, la quale ha origine da una scissione in due dell'UNITA' SOVRANA. Lo stesso schema sembra essere intervenuto per le Virtù malefiche.

E dunque, lo schema prevede innanzitutto uno Spazio-Tempo di Quattro (terre, orienti, stagioni, vincitori) e lo Spazio-Tempo di un Vincitore che governa dal Centro. Il Signore presiede quindi all'organizzazione del Calendario, servendosi di una coppia familiare. Questa coppia è uno (il Sole), ma separatamente ognuno ha tre figli e quindi ogni elemento della coppia forma una famiglia di quattro; in totale tutti gli Elementi sono dieci (poiché i dieci soli sono i dieci giorni del ciclo e sono tutti i giorni): 1 Sovrano + 2 Delegati + 1Coppia familiare + 6 figli= 10. Lo schema risponde esattamente all'Ordine nuovo instaurato da Yao, il 4° Sovrano, e Ti K'ou (Kao-sin) – il 3° Sovrano. Entrambi si servono, rispettivamente, delle coppie Hi-Ho e Tchong-Li per far regnare la Virtù alle Quattro Estremità del Mondo laddove sono confinati anche i Quattro Esseri messi al bando, Mostri che assumono corpi di Bestie (abbiamo già letto del destino di Kouen).

Breve intermezzo: a differenza che in Occidente, l'originario Calendario Cinese è stato usato in Cina fino all'anno 1912, anno dell'abolizione; questo Calendario è stato usato anche da molti altri popoli dell'Asia. Il Calendario Cinese è lunisolare, ma in vero le partizioni derivano essenzialmente dalle manifestazioni della Luna, tranne che per il termine d'inizio di ogni partizione (mensile: ogni MESE inizia con la fase di congiunzione tra Luna e Sole, fase di LUNA NUOVA; stagionale e annuale: relativamente alla posizione che il Sole occupa ai due EQUINOZI e ai due SOLSTIZI). Il ciclo delle LUNE PIENE (naturalmente, così come quello delle LUNE NUOVE) ne prevede 12 o 13, così che l'anno è formato in prevalenza da 12 mesi. Allorquando ricorrono 13 lune piene, tra l'undicesimo mese di un anno e l'undicesimo mese dell'anno successivo, l'anno che segue è lungo 13 mesi. Le LUNE determinano quindi la misura dell'ANNO e insieme al Sole la misura delle stagioni e dei mesi. In media un ciclo intero, annuale, della Luna conta 353,354,355/383,384,385 giorni, se suddiviso per 12 o 13 mesi, e quindi ogni mese conta mediamente qualcosa in più di 29 giorni. Ogni GIORNO è infine suddiviso in 12 parti di 2 ore ciascuna.

Ma, allora, da dove viene fuori la Tradizione Cinese dei DIECI SOLI? Nel corso del moto apparente che il Sole annualmente percorre intorno alla Terra, il Sole dovrà occupare anch'esso 12 posizioni, in maniera tale da salvare lo schema. E tuttavia: la posizione iniziale (0°) e quella finale (330°), oltre a coincidere essendo il moto circolare e rotatorio, essendo il termine iniziale e il termine finale di un percorso, non possono rappresentare la Via che il Sole percorrerà attraversando uno spazio longitudinale in cui ogni partizione su dieci misura un angolo di 30°. Dieci saranno quindi le stazioni del Sole.

 

Tra gli Esseri messi al bando figurano uomini, ridotti al rango di vassalli, e bestie addomesticate. In entrambi i casi il destino del Vinto è quello di essere sottomesso e addomesticato, con danze e musica. In alternativa, il destino è quello di essere squartato. Questo che segue è il racconto tratto dal Lu che tch' ouen ts 'ieou:

Ora, ecco come Kouen divenne genio di un Monte Polare. Allorché Yao decise di cedere a Chouen il potere, Kouen "fu preso da una furia da bestia feroce. Assemblò delle corna di animali e riuscì a fare un bastione; innalzò le loro code e riuscì a fare delle bandiere. Intimato di comparire alla corte, non venne; vagabondò come un pazzo in campagna per fare del male al Sovrano. E' allora che Chouen lo mise al bando sul Monte degli Uccelli e lo squartò con il coltellaccio (di) Wou". Kouen, espulso e squartato, si trasformò in ORSO divino (…) Ora, ecco perché Kouen fu preso da una furia di belva feroce, innalzò degli stendardi fatti di code di animali e si fece squartare. Quando "Yao cedette l'Impero a Chouen, Kouen, un feudatario, andò in collera contro Yao e disse: "Colui che ha ottenuto la Virtù (Tao) del Cielo è Sovrano; colui che ha ottenuto la Virtù della Terra è Ministro. Ed ecco che io, che ho ottenuto la Virtù della Terra, non sono affatto Ministro!". Ministro si dice Tre-Duchi.

Ciò detto, il tema diviene ora quello della successione o trasmissione dei poteri, fatto che, come sempre, occorre analizzare e sintetizzare sia con riferimento al capo o sovrano del popolo che al capo di una famiglia. In entrambi i casi, i potenziali successori sono messi alla prova, prove come il lutto, il matrimonio e tante altre. Secondo una logica ancora una volta simile a quella dell'ordalia, la cui applicazione ha già trovato ampio riscontro nel saggio.

Nel primo caso, si tratta del Ministro; nel secondo caso, si tratta del figlio maggiore. La nota comune che precede entrambe le fasi di successione riguarda i figli: Per realizzare presso i loro successori questa alternanza di Virtù e rendere effettiva la loro promozione, i Sovrani Yao e Chouen misero al bando i propri figli. Così come, nell'epoca dei rituali i Cinesi consideravano che un padre dovesse essere una potenza severa e distante. Una distanza insormontabile separa il padre dal figlio. A settant'anni un padre di famiglia è vecchio e cede la gestione dell'autorità di famiglia. Nel settantesimo anno del suo regno, Yao fece sposare Chouen alle sue figlie e, tre anni dopo, cedette l'autorità a Chouen, suo genero e suo ministro. Morì ventotto anni dopo aver rinunciato al potere. Chouen portò il lutto per tre anni, poi divenne Sovrano. E ancora: una prova (di successione), tripla o che duri il triplo (3 giorni, 3 mesi, 3 anni, 3 decine d'anni), è totale e definitiva. In fine: il principio dualistico regola sia l'organizzazione della famiglia che della società. Come detto, ci deve essere - così come c'è sempre - un Vincitore e un Vinto ovvero un'intronizzazione e un'espulsione, che non sono necessariamente simmetriche in quanto possono anche confondersi; come nel caso in cui il sovrano decide di cedere il passo a un altro, ma costui, onorato della proposta e tuttavia ritenendosi incapace, decide di suicidarsi, rifiutando di essere re ma diventando, dopo il suicidio, dio; o così come, in epoca agnatizia, sarà il sacrificio del ministro a permettere la trasmissione della Virtù sovrana.

Le storie, così come i Riti, non sono sempre gli stessi. E cioè: non hanno sempre gli stessi Elementi e gli stessi Numeri. Non sempre, ma attraverso loro è forse possibile risalire agli Elementi e Numeri originari, che abbiano pertanto un significato originale. In generale: il significato risponde sempre alla logica dell'espulsione e dell'intronizzazione di geni. Cosa rappresentano i Geni? Sono essi spiriti, potenze, ma in generale: Elementi della storia e quindi del Rito. Anche i Numeri sono Geni. I rituali si occupano soprattutto di regole protocollari (numero, costume, rango degli esecutori) che stabiliscono il grado di magnificenza della festa; non cercano di dare un quadro completo dei riti e, ancor meno, di determinarne il senso … direi specifico, a parte quello generale che abbiamo già più volte precisato.

Un Anno (misura fondamentale usata per definire il ciclo di ogni vita) è contrassegnato da specifiche caratteristiche. Non avrebbe alcun senso dire che occorre espellere i vecchi Geni (dei mesi e degli elementi), che hanno abitato il regno e le case del regno (Essendo gli Spazi legati ai Tempi, i geni annuali non si distinguono dai geni locali), perché malefici, e introdurre i nuovi Geni (dei mesi e degli elementi), che abiteranno il regno e le case del regno, perché benefici. Infatti: i Geni, all'inizio dell'Anno benefici diventeranno alla fine dell'Anno malefici, saranno espulsi e saranno intronizzati i Geni dell'Anno Nuovo. E allora, come interpretare il rito? Innanzitutto è impossibile classificare gli Elementi: Essi sono le cose che accadono, di forme e numeri diversi (ritorna qui il pensiero prevalente dell'Occidente), ma c'è un Elemento e un Numero che fa pensare che le cose, fondamentalmente, non cambino, e quindi si svolgano sempre secondo il Rito, Annuale, del Sacrifico, che regola la vita di ogni Elemento. Il nucleo del Rito e della festa del Cambiamento d'Anno è una danza: la danza dei Dodici Animali. Cosa rappresentano i Dodici? Sono uomini, animali, cose. Sono gli emblemi dei dodici Mesi dell'Anno.

"Il Fang-siang-che" dice il Tcheou li "indossa una pelle d'orso e quattro occhi di metallo giallo; ha la parte superiore dell'abito nera e la parte inferiore rossa; tiene una lancia; brandisce uno scudo. A capo dei servitori pubblici, esegue le cerimonie stagionali (n.d.r.: la sottolineatura è mia) del No. Cerca dappertutto nelle dimore e scaccia le pestilenze". Questa è una versione, che - come quasi sempre - non coincide totalmente con le altre: la danza mascherata del Fang-siang-che e dei Dodici Animali è un'invenzione degli Han, giustificata da un'interpolazione introdotta nel Tcheou li? E' una rappresentazione, come sempre accade, degli storici-metafisici della politica? Oppure, più semplicemente: non è un'invenzione degli Han, ha subito e subisce interpolazioni, ma originariamente e nel corso degli spazi e dei tempi che si succedono rappresenta tradizioni – e quindi forme del Rito – che si conservano o sono innovate. E cioè: fatti reali che subiscono l'interpretazione di ciò che l'autore ha chiamato nella parte introduttiva del saggio "fatti secondari" (ovvero: principi e schemi entro i quali gli Annalisti riportano i fatti primari, reali, i fatti veri e propri, che vengono piuttosto classificati e riclassificati e quindi adattati allo schema. Queste classificazioni si contraddicono, forse perché derivano da diversi sistemi di classificazione che si intersecano). E allora non resta che tentare di stabilire quale sia l'Elemento (e il Numero) della Tradizione originale, e quindi il Rito originario; quale invece l'Elemento e/o il Numero Nuovo ovvero l'innovazione che subentra nel rito e nella danza.

Esiste, naturalmente, una relazione tra le feste e i riti e le stagioni. A tale proposito, l'autore suppone che la cerimonia invernale del grande No derivi da un'antica festa popolare. L'ipotesi è legata alla festa autunnale dei Pa Tcha. L'autore si chiede se esista una correlazione simmetrica tra i No (ovvero i riti di espulsione) d'autunno e di primavera. Egli sostiene che la questione sia insolubile, e tuttavia azzarda l'ipotesi seguente: il grande No e i Pa Tcha, tendenzialmente, si sono avvicinati al solstizio. I No autunnali e primaverili sono rispettivamente i sostituti di feste iniziali e terminali della stagione morta. Lo spirito di simmetria ha fatto del No d'autunno una festa equinoziale. L'idea di espulsione ha portato a situare l'altro No alla fine della primavera. Mancava una cerimonia per l'estate: i ritualisti di Ts'in crearono la festa dello squartamento del cane. L'avvicinamento delle feste di apertura e di chiusura della stagione morta tende ad aumentare l'importanza dei solstizi e a riportare le fasi dell'anno intorno a un asse solstiziale (N-S). A questo processo si oppone il trasferimento delle feste, diventate secondarie, di autunno e di primavera, che tendono a formare un asse equinoziale E-O.

Quindi: l'Anno, diviso stranamente in due parti (n.d.r.: l'immagine evoca l'Anno Polare, diviso in 2 stagioni!), potrebbe avere inizio con la festa autunnale (Ovest) - celebrata come festa dell'Abbondanza del raccolto, dedicata al Figlio del Cielo e caratterizzata dal gelo e dal ritiro delle Acque - e terminare con la festa primaverile (Est) (n.d.r.: in senso inverso rispetto al percorso apparente del Sole; ma in linea con il moto apparente contrario della Luna e della Terra). Ma: originariamente, secondo l'autore, l'asse di riferimento sarebbe piuttosto quello relativo ai solstizi, così che l'Anno potrebbe avere inizio con la festa dell'inverno (Nord), dato che lo Yue ling non menziona nessuna cerimonia No nel corso dell'estate (Sud). E comunque: l'autunno (Ovest) precede la stagione invernale (Nord), caratterizzata sia come una fase di siccità (che solitamente colpisce il Nord della Cina) sia come una fase di disgelo delle Acque. Da autunno a primavera, la stagione che rivive è la Stagione morta o Stagione dei morti. E tuttavia: sia le pratiche di espulsione che di cedere il passo all'abbondanza sono rappresentate entrambe dal termine jang, che allude al crescere comunque, nel corso dell'intero anno, dell'Abbondanza e della Virtù (n.d.r.: un processo simile a ciò che avviene con l'aumento del PIL!).

(Breve mia parentesi e sottolineatura: lo schema sembra perfettamente compatibile con l'ipotesi di un fatto iniziale legato all'intronizzazione e all'espulsione di un intero popolo, dal nord verso il sud, dal polo Artico verso il Tropico del Cancro, a seguito di un fenomeno naturale quale il disgelo delle Acque nell'ultima era postglaciale. E dunque, potrebbe non trattarsi soltanto di miti o storie cinesi legati all'intronizzazione e conseguente espulsione di un sovrano o di un capofamiglia; inizialmente, potrebbe trattarsi invece della dimora e conseguente espulsione, naturali, di un intero popolo: dall'Artico verso il Sud).

Un altro tema riguarda le Ispezioni del Sovrano. Una volta intronizzato, il Sovrano procede con le ispezioni ai Quattro-Orienti del regno. Egli inizia l'azione in Primavera sulla Montagna cardine dell'Est (da Est-Primavera a Sud-Estate a Ovest-Autunno a Nord-Inverno), oltrepassa le Quattro-Montagne e raggiunge i Poli dell'Universo penetrando fino ai Quattro-Mari: Yu il Grande vinse le Acque e organizzò definitivamente l'Universo (fondò la prima Dinastia Regale). Quali sono gli elementi, i fatti secondari che preludono a questa definitiva organizzazione dell'Universo? E qual è il fatto reale a cui essi alludono? Le storie che introducono e presentano la storia di Yu il Grande e la fondazione della prima dinastia regale sono piene di elementi che noi definiremmo comunemente leggendari. E invece si tratta di elementi mitici, che entreranno definitivamente a far parte del bagaglio e quindi degli schemi che adotteranno ovunque in Cina (nel Mondo) gli storici-metafisici della religione e della politica. Un primo racconto narra dell'Ispezione che Yu compie, dopo la vittoria e riguardo all'intronizzazione, nell'Estremo Sud. Come sempre, è bene ripeterlo, i testi divergono. In sintesi: Yu convoca un'assemblea di feudatari (chen o geni) che occupano le terre del Sud (particolare importante: Fang-fong, non essendosi presentato in tempo, sarebbe stato ucciso da Yu; altro particolare importante: Confucio dice che Fang-fong è un gigante; altro particolare importante: Fang-fong è anche l'eroe del popolo degli Uomini dal petto forato che abitavano nel Sud, oltre i Mari, cioè barbari); l'assemblea si svolge sul monte, poi divenuto sacro, Kouei-ki e si conclude con un combattimento: l'esito finale è rappresentato dall'intronizzazione di un Sovrano e l'infeudazione di un Popolo, e un culto che riguarda entrambi.

Si dice anche, altrove, che Yu sacrificò contemporaneamente a Houang-ti e a Tch'e-yeou. Houang-ti e Tch'e-yeou avevano combattuto l'uno contro l'altro e alla fine aveva vinto il primo, affrontato dal secondo perché - tutti i testi concordano - fu un ribelle. La fama di entrambi è che abbiano inventato l'arte militare. E pertanto: entrambi sono glorificati come dei.

Tch'e-yeou è considerato principe dei NoveLi - puniti militarmente, così come i Tre Miao sacrificati nella danza -, raffigurato con corpo d'uomo, zoccoli di toro, quattro occhi e sei mani. Egli non era uno: era settantadue (9x8) oppure ottantuno (9x9) fratelli.  Si può pensare che: la Cina ha 9 province e quindi 81 è multiplo di 9; la Cina ha 12 province e l'anno 12 mesi e quindi 72 è esattamente 1/5 di 360. Ma: Tch'e-yeou, mostro cornuto e ministro, è particolarmente noto per un altro avvenimento: Combatté (o abbatté) K'ong-sang, il Gelso cavo che è la dimora del Sole. K'ong-sang è stato attaccato anche da un altro personaggio: è Kong-kong (il mostro del Nord messo al bando), il quale fa anch'egli parte della famiglia Kiang. Kong-kong sfondò a colpi di corno uno dei pilastri del Mondo. Il suo furore era causato dal fatto di essere stato battuto in "una lotta intrapresa per il possesso di titolo di Sovrano". Essa ebbe come risultato lo Straripamento delle Acque. Sempre agitando le Acque egli attaccò K'ong-sang. Brevi particolari: secondo Sseu-ma Tcheng la gara ebbe luogo tra Kong-kong e Tchou-jong (il Fuoco); Yu (il vincitore delle Acque) ha fama di avere attaccato il Monte del paese di Kong-kong.

Tch'e-yeou e Kong-kong attaccarono il Gelso del Sole, ma: K'oua-fou perì per aver sfidato il Sole. K'oua-fou significa "Il Millantatore", una sorta di Icaro (!). A nord del monte di K'oua-fou vi è una celebre foresta, detta di T'ao-lin. La foresta è stata resa famosa da Tsao-fou, discendente di Fei-lien (trisavolo di Tsao-fou), personaggio storico che ha fama di essere stato uno strenuo camminatore. T'ao-lin e la Montagna di K'oua-fou sono contigui al monte Yang-houa. Quando Yu il Grande fu incaricato di regolare il flusso del Fiume, egli compì a Yang-houa un atto decisivo …

Gli antichi Cinesi credevano che la nascita di un uomo fosse la reincarnazione di un antenato; nel senso che i discendenti partecipano della natura intima degli avi, di cui, come nel caso specifico da nonno a nipote, ereditano anche il nome, che ne esprime il genio. E così: Fei-lien, lo strenuo camminatore, è il Conte del vento. Il Fei, l'animale del T'ai chan, è un demone della siccità. Fei-lien morì sullo Houo t'ai chan: questa montagna generava la siccità. Egli è il trisavolo di Tsa-fou, il padrone degli OTTO cavalli (i Venti sono OTTO) attaccati alle due quadrighe del Re Mou. Tsao-fou prese i suoi cavalli a T'ao-lin, centro di allevamento dove i cavalli abbondavano e dove si mettevano a pascere i buoi. La foresta di T'ao-lin è nata dal bastone o dal grasso di K'oua-fou. K'oua-fou, che prosciugò fiumi, gareggiò contro il Sole. Il Sole, che passa la sua giornata in un carro (n.d.r.: come il carro dell'Orsa, sumero, della vittoria, della Luna e tanti altri carri?!), ha come emblema un uccello (il corvo) (n.d.r.: come i due corvi di Odino?!); i cavalli, che sono forse degli uccelli (n.d.r.: l'ippogrifo è metà cavallo e metà uccello!), risiedono vicino alla sua dimora. La Virtù della famiglia Ying, che è imparentata con gli uccelli, predestina i Ts'in e i Tchao a essere conducenti di carro. Nel caso, l'autore conclude: La leggenda di K'oua-fou, le cui feste includevano gare di corsa e, in particolare, corse di carri, sembra provenire da un ambiente di allevatori nel quale sopravvivevano vestigia di credenze totemiche.

Forse una delle più famose leggende dell'antica Cina è quella di Yi l'Arciere, meglio noto come colui che tirò Nove frecce contro i Nove corvi del Sole, per impedire che il Sole arrostisse con i suoi raggi il Mondo e salvandone Uno affinché il mondo continuasse a vivere. E tuttavia, il nome di Yi l'Arciere appartiene a due personaggi storici: l'uno descritto come un Cacciatore Cattivo (Orione?!) che usurpò l'Impero, l'altro come un domatore di Mostri che consolidò il Potere sovrano

Angelo Giubileo


 

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