Roberto Manzocco Recensione di “Credere nel futuro. Il lato mistico del transumanesimo” di Riccardo Campa

Per introdurre questo libro è necessario spendere anzitutto qualche parola sul suo autore. Riccardo Campa è un accademico che si occupa di diverse tematiche e discipline scientifiche. Di professione è sociologo – precisamente, sociologo della scienza e della tecnica – ma ha interessi che spaziano anche nel campo della filosofia, della storia delle idee e della futurologia. Forse la definizione più calzante è semplicemente social scientist, termine di uso corrente nei paesi anglosassoni, ma che, tradotto in italiano (scienziato sociale), suona un po' pretenzioso. Nel nostro paese, per tradizione linguistica, siamo infatti abituati a riconoscere il titolo di "scienziati" ai soli scienziati naturali. I cultori di scienze umane e sociali sono "studiosi", o magari "intellettuali".

Nonostante i tanti interessi, Campa è conosciuto soprattutto per i suoi contributi teorici al "transumanesimo". Con questo nome si indica un movimento di pensiero e azione che invita ad abbracciare l'uso delle nuove tecnologie per superare le limitazioni fisiche e mentali imposteci dalla biologia. Nel discorso di Campa, il termine "transumanista" è utilizzato come sinonimo di sostenitore del potenziamento umano e dell'evoluzione autodiretta, assumendo così un'accezione molto ampia. In estrema sintesi, transumanista è chi, per le ragioni più diverse, crede che l'essere umano abbia non solo il diritto ma persino il dovere morale di ridurre la sofferenza fisica e psichica che la condizione umana impone, di contrastare l'invecchiamento e le malattie degenerative, di allungare il più possibile la vita, anche quando tutto ciò impone di prendere in mano il proprio destino di specie, di indirizzare razionalmente ed eticamente la propria evoluzione, invece di affidare il proprio destino al caso e alla necessità, come avviene nell'evoluzione naturale. Mentre altri pensatori transumanisti hanno cercato di legare il transumanesimo a questa o a quell'ideologia politica, per Campa la politicizzazione dei postulati transumanisti è semplicemente una forzatura. Non che il quadro politico ed economico sia irrilevante riguardo ai modi in cui la tecnologia plasma e plasmerà la specie umana. Diverso sarà l'esito, per esempio in termini di inclusione ed esclusione, libertà e coercizione, se le terapie anti-aging saranno gestite in un sistema neoliberista, socialdemocratico, comunista, o nazionalista. Ma, per Campa, questo è un di più rispetto all'essenza del transumanesimo, la quale si misura innanzitutto sul piano tecnico-scientifico. Detto in parole semplici, non c'è un "vero transumanesimo" – che per qualcuno è quello capitalista e per qualcun altro quello socialista, per qualcuno è quello ateo e per qualcun altro quello aperto all'esperienza religiosa – ma esistono transumanisti di tutte le colorazioni politiche e confessioni religiose.

Quest'idea fondamentale ha molte sfaccettature e solleva tanti e tali problemi che non è possibile esaurire il discorso in un singolo libro. Se alcuni anni fa il tema era pressoché sconosciuto al di fuori dei circoli intellettuali attenti agli sviluppi delle nuove tecnologie, oggi la letteratura sull'argomento, anche in lingua italiana, è piuttosto copiosa. I lavori di Campa sono, però, particolarmente significativi perché non rappresentano uno sguardo dall'esterno, ma elaborazioni di uno studioso che ha dato un contributo importante alla formazione del movimento transumanista in Italia. Nel 2004 ha infatti fondato l'Associazione Italiana Transumanisti, di cui è tuttora presidente onorario. Tra l'altro, non si può nemmeno dire che il suo contributo teorico sia limitato al contesto italiano. Campa vive all'estero da più di vent'anni, insegna diversi corsi (tra i quali Futures Analysis) nell'Università Jagellonica di Cracovia, pubblica in lingua inglese su riviste dedicate agli studi del futuro, frequenta conferenze internazionali, partecipa alle attività del movimento transumanista globale, tanto che nel biennio 2006-2008 è stato Director della World Transhumanist Association ed è ancora oggi Fellow dell'Institute for Ethics and Emerging Technologies. Per quanto riguarda i lavori in inglese, il suo libro Still Think Robots Can't Do Your Job, nella prima metà del 2018, è risultato il libro più venduto negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in Italia, in diverse categorie di Amazon, ed è stato segnalato sul sito di Ray Kurzweil e da Book Authority.

Per quanto riguarda i contributi teorici in italiano, è doverosa una menzione del libro Mutare o perire: La sfida del transumanesimo, dato alle stampe nel 2010. Quel volume raccoglieva saggi e articoli scritti negli anni precedenti. Erano, se mi si passa l'espressione, "scritti di battaglia". Il loro scopo non era soltanto analitico-descrittivo, ma anche e soprattutto assio-normativo. Sono scritti che hanno contribuito ad accendere i riflettori dei media italiani sul movimento transumanista.

Per quanto riguarda il rapporto con i media, va sottolineato che il pensiero transumanista non lascia indifferenti. È talmente radicale, rispetto al pensiero comune, all'orizzonte della vita quotidiana, che quando ci si imbatte in esso, o lo si odia o lo si ama, tertium non datur. Oltretutto, in quel periodo, in Italia e in altri paesi, infuriava la lotta politico-mediatica tra bioetica laica e bioetica cattolica, sulla questione della procreazione assistita e della ricerca sulle cellule staminali. I transumanisti venivano spesso tirati in ballo dagli opinionisti conservatori per dipingere a tinte fosche il futuro dell'uomo, qualora si fossero sdoganate le nuove tecniche di fecondazione in vitro. I saggi raccolti in Mutare o perire risentivano fortemente di quel clima.

Negli anni successivi il clima culturale è cambiato. I vecchi confini della politica – che allora correvano per lo più sul binario destra-cattolici vs. sinistra-laici – si sono frantumati. Oggi, profonde fratture percorrono tanto il mondo cattolico quanto il mondo laico, divisi al loro interno su altre questioni, come la crisi finanziaria globale, l'immigrazione, la sovranità nazionale, l'europeismo, la globalizzazione, l'adesione ai principi economici neoliberisti, l'atteggiamento nei confronti dell'ecologia e dei mutamenti climatici, ecc.

Negli anni successivi alla pubblicazione di Mutare o perire, il percorso intellettuale di Campa si è spostato decisamente sul versante analitico-descrittivo, o scientifico in senso lato, con una particolare attenzione alla genealogia del movimento transumanista e agli studi di scenario. Il termine "transumanesimo" non appare nei titoli dei suoi lavori successivi, anche se il tema dell'impatto delle nuove tecnologie sull'evoluzione delle società umane occupa sempre un posto centrale nel discorso. Il tema ritorna infatti ne La specie artificiale, nel Trattato di filosofia futurista, in Creatori e creature e ne La società degli automi.

Nel titolo di questo volume, dopo dieci anni, torna la parola "transumanesimo". Il lato mistico del transumanesimo è infatti il sottotitolo che si è voluto dare a Credere nel futuro. Ciò perché i saggi qui raccolti investigano la dimensione religiosa del transumanesimo. Ebbene sì, il transumanesimo ha un "lato mistico". Questo movimento di pensiero e azione, che pare perlopiù popolato da scientisti duri e puri, atei incalliti, materialisti irriducibili, ovvero da persone convinte che l'uomo altro non sia che una macchina trasformabile a piacimento, una macchina che può essere resa più potente e longeva con l'aiuto della tecnologia, è percorso anche da una corrente che attribuisce all'evoluzione autodiretta dell'umanità un significato spirituale.

Pierre Teilhard de Chardin, Julian Huxley, Vernor Vinge, Frank Tipler, Ray Kurzweil, Hans Moravec e altri pensatori transumanisti di spicco sostengono che il divino può manifestarsi attraverso i progressi della tecnica. Descrivono ciò che verrà dopo l'uomo – che lo si chiami ultraumano, transumano, postumano – come una teofania. Parlano del momento culminante di questo processo, che chiamano Punto Omega o Singolarità tecnologica, come se fosse l'avvento, la seconda venuta, la Parusia. Anche se i loro discorsi partono da rigorose premesse scientifiche, le conclusioni a cui giungono tendono invariabilmente ad assumere una dimensione profetica.

Non spenderemo altre parole per anticipare il contenuto di questo libro. C'è però qualcosa che il lettore deve sapere, prima di addentrarsi nelle pagine che seguono. Può sembrare sorprendente, se si considera il ruolo attivo dell'autore nell'ambito delle organizzazioni transumaniste, ma nei saggi qui raccolti non si troveranno argomentazioni a favore del transumanesimo. Il sostegno a queste idee lo si percepisce sottotraccia, o forse lo si presume conoscendo la biografia dell'autore, ma non è reso esplicito. Evidentemente, Campa aderisce alla regola weberiana della neutralità assiologica delle scienze sociali. Cerca di rimanere ancorato ai fatti. Ricostruisce la genealogia delle idee del movimento transumanista, presenta un quadro dettagliato della situazione sociale e culturale, riflette sui possibili sviluppi delle trasformazioni sociotecniche che oggi osserviamo, senza però esprimere giudizi personali, senza dirci se ritiene giusto o sbagliato ciò che dicono o fanno i protagonisti della storia. Il discorso di Campa è improntato all'equilibrio. Perciò, bisogna saper leggere tra le righe per capire dove vanno le sue preferenze. Ci dice, per esempio, che esistono diversi tipi di transumanesimo, ma non ci dice con quale di essi il suo pensiero si identifica. Ci dice che esistono diverse teorie futurologiche, ma non ci svela quale di esse ritiene più plausibile. Ci dice che esistono diversi tipi di cattolicesimo, ma non ci dice se guarda con favore a uno di essi, o a nessuno. In altre parole, nel lettore potrebbe nascere una legittima curiosità sulle più intime idee dell'autore che rischia di non essere pienamente soddisfatta dalla lettura dei saggi. Per tale ragione, in appendice, abbiamo deciso di aggiungere una lunga intervista, concessa al blogger-filosofo Enrico Sanna, che fa luce su tutti questi aspetti. Lasciate le vesti dello scrupoloso studioso accademico e vestite quelle del pensatore indipendente, Campa si esprime più liberamente e ci fornisce preziose chiavi di lettura del materiale raccolto nel volume.

La speranza è che questi studi e queste riflessioni possano servire a tutti coloro che vogliono conoscere il transumanesimo più da vicino, o che si accingono a scrivere sui temi qui trattati. In un contesto in cui le pubblicazioni divulgative e scientifiche sul transumanesimo si moltiplicano a vista d'occhio, un nuovo volume di Riccardo Campa, scritto in modo chiaro e rigoroso, capace di portare luce su molti aspetti delle trasformazioni tecnologiche in atto, non era solo opportuno, ma doveroso.


ROBERTO MANZOCCO