I giorni che stiamo vivendo mostrano come il futuro non sia affatto il prodotto pre-determinato di logiche impersonali, ma un territorio incerto in cui tanto fattori imponderabili (gli
eventi X, come li ha chiamati il matematico John Casti) quanto le scelte degli attori umani possono cambiare in modo anche radicale l'esito finale di un processo.
Oggi la maggior parte di noi non può fare altro che restare a casa e cercare di navigare l'incertezza. Marcel Proust, che nel chiuso della sua stanza foderata di pannelli di sughero scrisse una delle più grandi opere della letteratura mondiale, disse una volta "
che mai Noè poté vedere così bene il mondo come dall'Arca, sebbene fosse chiusa e facesse notte sulla terra". Proviamo allora ad approfittare di questa condizione analoga per capire meglio le rotte possibili della nostra arca. Vi offriamo alcune letture ad accesso gratuito dalla nostra rivista FUTURI per i giorni a venire, sperando possano essere stimolanti.
Per una nuova vita activa: prolegomeni a ogni possibile discorso su un futuro migliore di
Roberto Paura Affinché i discorsi su un futuro migliore dopo la fine della pandemia non siano illusori, è necessario pensare a un vero cambio di paradigma nell'ordine sociale e culturale del mondo. In questo, la tecnologia ha un ruolo ancillare, non centrale. Il vero progresso umano passa per una nuova "vita activa" che sostiuisca il modello (im)produttivo del presente e per un nuovo rapporto con gli abitanti non-umani del pianeta.
La libertà o la vita: il difficile equilibrio tra libertà e diritti ai tempi del coronavirus di
Rosa Stella De Fazio L'impatto dell'epidemia di Covid-19 è talmente esteso e profondo da coinvolgere ogni aspetto della vita degli italiani. Economia, diritti, politica sono coinvolti quanto il sistema sanitario, ed è importante considerare tutti questi aspetti in ottica sistemica per comprendere le dinamiche che stanno emergendo nei rapporti tra Stato e Regioni e tra Italia ed Europa.
Post-verità, erosioni statuali e la crisi nella gestione delle crisi di
Dario Cristiani La crescita dei media ibridi e la disintermediazione dell'informazione sono tra le cause dirette della crescita del fenomeno della post-verità. L'accesso diretto all'informazione sta minando le basi stesse della democrazia rappresentativa e la conseguente erosione della statualità potrebbe avere conseguenze imprevedibili sul medio e lungo periodo. In un mondo non più basato sui fatti, la gestione delle crisi si rivelerà una sfida molto complicata.
Perché l'idea che il mondo sia inesorabilmente il declino è molto pericolosa di
Jeremy Adelman L'eterno ritorno del declinismo, l'idea che la festa prima o poi debba finire e che ci attenda o l'inferno o il paradiso, assume oggi una portata globale, con le sirene catastrofiste di destra e di sinistra che prospettano l'esigenza di un cambiamento radicale. Ma si tratta di un'idea sbagliata, e pericolosa.
Sotto la superficie del contemporaneo. Ansietà escatologica, senso del mistero, blindatura del sé di
Adolfo Fattori La percezione della perdita di controllo sulla propria vicenda personale, la sensazione che l'intero mondo – sociale e naturale – sia in balìa di forze inconoscibili e imprevedibili precipita l'uomo contemporaneo in una situazione di profonda angoscia, che riattiva un'ansietà escatologica tipica di formazioni sociali che hanno preceduto la nostra, mescolando paure connesse a pericoli materiali, profani, e terrori più indefiniti e irrazionali. Il mondo di oggi ci appare, come nel passato, dimora dell'ignoto, impregnato di mistero.
Se vogliamo che tutto resti com'è: riflessioni critiche intorno al Libro Bianco sul Futuro dell'Europa di
Adriano Cozzolino Nel 2017, a cinquant'anni dai Trattati di Roma che inauguravano il processo di integrazione europea, la Commissione europea ha pubblicato il Libro Bianco sul Futuro dell'Europa, delineando cinque possibili futuri per la UE. Ne emerge una sostanziaile incapacità di affrontare i grandi fenomeni emersi con l'inizio della Grande Recessione, riproducendo anzi una politica economica che aumenta i fattori di squilibrio sistemico.
Il concetto di rischio esistenziale come strumento di anticipazione nella governance del progresso scientifico di
Roberto Paura Il concetto di rischio esistenziale, proposto da Nick Bostrom e successivamente sviluppato da altri studiosi, è oggi divenuto un quadro di riferimento per l'attività di ricerca sull'impatto di lungo termine del progresso scientifico e tecnologico da parte di diversi centri accademici e think-tank. Può essere giunto il momento di sostituirlo all'ormai logoro principio di precauzione?
Vi ricordiamo infine che è disponibile in volume e in ebook
l'ultimo numero della nostra rivista.
Buona Pasqua!