Convegno di Erice: l'atomo e i veri demoni
Demonizzare il nucleare? Non è scientifico
L'atomo non è il male. Piuttosto è il cyber-terrorismo a fare paura Il convegno. Le vere emergenze planetarie Erice - Quando si parla di minaccia planetaria di norma le cose a cui si pensa sono quelle che ci raccontano i film o i giornali un po' apocalittici.
Fungo atomicoEcco, giusto per citarne qualcuna: una grande asteroide che ci faccia fare una brutta fine come ai dinosauri, un cambio climatico provocato dal global warming, magari una guerra nucleare su vasta scala. Beh, quando si è finito di giocare con la fantasia, restano sul tappeto le questioni vere. È proprio di queste che si discuteva ieri alla fondazione Ettore Majorana di Erice negli «International seminars on planetary emergencies» voluti dal professor Antonino Zichichi e organizzati sotto il patronato del Presidente della Repubblica.Il primo tema preso in esame è stato quello del terrorismo, un pericolo ben più rilevante dell'eventuale impatto di un asteroide. Ecco, anche sul terrorismo le cose non stanno esattamente come potremmo aspettarcele. Il rischio più immediato e di ampia portata? Secondo Hamadoun I. Touré, segretario generale dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), l'attività terroristica più pericolosa è quella delle cyber-guerre. Spiega Hamadoun: «Nel mondo digitale, nel web, non esiste un concetto definito di grande potenza
Le tecnologie che consento un attacco hacker costano poco, conta il cervello». E non è che si tratti di una questione incruenta, ormai attraverso la rete informatica si può bloccare l'energia elettrica di un intero Paese o compromettere a colpi di virus la sua ricerca nucleare. E, off the records, più di qualcuno degli esperti sostiene che sia la strategia che Israele vuole utilizzare con l'Iran. E a proposito di energia nucleare e di sostanze radioattive, se ne è parlato molto in quella parte di seminario intitolata «Mitigation of terrorist acts». La così detta bomba sporca (ovvero una bomba convenzionale che però esplodendo rilascia degli isotopi radioattivi sino a quel momento contenuti in un involucro protetto) è una delle preoccupazioni più grandi. Per fortuna un ordigno di questo tipo è molto meno devastante di quanto potremmo immaginare. Il professor Ramamurti Rajaraman, dell'università di Jawaharlal Nehru di New Delhi, lo ha spiegato chiaramente: «Il pericolo maggiore di un ordigno che rilasci radionuclidi è dato soprattutto dall'ondata di panico che potrebbe scatenare. Sarebbe molto più efficace il terrore che la sostanza in sé». Quindi se da un lato va portata avanti una educazione collettiva a valutare correttamente il rischio (e questo vale anche per il nucleare civile che è molto più sicuro di quanto la gente creda) resta il fatto che per costruire una bomba sporca non c'è bisogno di avere in mano delle barre di uranio o del materiale fissile militare... C
Il Giornale *Matteo Sacchi
L'atomo non è il male. Piuttosto è il cyber-terrorismo a fare paura Il convegno. Le vere emergenze planetarie
Erice - Quando si parla di minaccia planetaria di norma le cose a cui si pensa sono quelle che ci raccontano i film o i giornali un po' apocalittici.
Ecco, giusto per citarne qualcuna: una grande asteroide che ci faccia fare una brutta fine come ai dinosauri, un cambio climatico provocato dal global warming, magari una guerra nucleare su vasta scala. Beh, quando si è finito di giocare con la fantasia, restano sul tappeto le questioni vere. È proprio di queste che si discuteva ieri alla fondazione Ettore Majorana di Erice negli «International seminars on planetary emergencies» voluti dal professor Antonino Zichichi e organizzati sotto il patronato del Presidente della Repubblica.Il primo tema preso in esame è stato quello del terrorismo, un pericolo ben più rilevante dell'eventuale impatto di un asteroide. Ecco, anche sul terrorismo le cose non stanno esattamente come potremmo aspettarcele. Il rischio più immediato e di ampia portata? Secondo Hamadoun I. Touré, segretario generale dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), l'attività terroristica più pericolosa è quella delle cyber-guerre. Spiega Hamadoun: «Nel mondo digitale, nel web, non esiste un concetto definito di grande potenza
Le tecnologie che consento un attacco hacker costano poco, conta il cervello». E non è che si tratti di una questione incruenta, ormai attraverso la rete informatica si può bloccare l'energia elettrica di un intero Paese o compromettere a colpi di virus la sua ricerca nucleare. E, off the records, più di qualcuno degli esperti sostiene che sia la strategia che Israele vuole utilizzare con l'Iran. E a proposito di energia nucleare e di sostanze radioattive, se ne è parlato molto in quella parte di seminario intitolata «Mitigation of terrorist acts». La così detta bomba sporca (ovvero una bomba convenzionale che però esplodendo rilascia degli isotopi radioattivi sino a quel momento contenuti in un involucro protetto) è una delle preoccupazioni più grandi. Per fortuna un ordigno di questo tipo è molto meno devastante di quanto potremmo immaginare. Il professor Ramamurti Rajaraman, dell'università di Jawaharlal Nehru di New Delhi, lo ha spiegato chiaramente: «Il pericolo maggiore di un ordigno che rilasci radionuclidi è dato soprattutto dall'ondata di panico che potrebbe scatenare. Sarebbe molto più efficace il terrore che la sostanza in sé». Quindi se da un lato va portata avanti una educazione collettiva a valutare correttamente il rischio (e questo vale anche per il nucleare civile che è molto più sicuro di quanto la gente creda) resta il fatto che per costruire una bomba sporca non c'è bisogno di avere in mano delle barre di uranio o del materiale fissile militare... C
Il Giornale *Matteo Sacchi
Fungo atomico
Il Giornale *Matteo Sacchi