LE 5 REGOLE DEL "PSEUDO-ARTISTA: di Davide Foschi

LE 5 REGOLE DEL "PSEUDO-ARTISTA" ( agitarsi prima dell'uso).
Ci sono dei veri artisti in Italia, anche oggi. C'è talento, c'è espressività, c'è voglia di crescere. Ci sono pero' anche tantissimi "pseudo artisti", che si aggirano senza neanche troppa vergogna in collettive orripilanti create da "pseudo curatori" improvvisati, imprenditori falliti il giorno prima ( si sa, sono tempi in cui bisogna pur inventarsi un lavoro, dicono). Da recenti analisi i pseudo artisti sono più di 5 milioni, solo nel nostro paese. Ottima carne da macello per chi da tempo ha deciso di cibarsene. C'è chi li sta coccolando per farne la base di nuovo un partito per aver speranze di essere eletto alle prossime erezioni ( ops, scusate, volevo dire elezioni). C'è chi ha creato immensi database per proporre le mostre più ridicole, senza un progetto, senza un percorso che abbia un senso, per riempire i muri di pseudo gallerie, avide di affittarne i muri, fiduciose dell'edonismo dei pseudo artisti convinti che attaccando un'opera a qualche muro in più si arricchisca la loro credibilità. Vediamo di capire meglio la tragicomica situazione e individuarne le motivazioni in 5 punti essenziali
1) IGNORANZA: per tutte le categorie di cui sopra il primo problema è che pochi di loro sanno che cosa sia la storia dell'arte. Senza conoscere davvero la storia dell'arte è impossibile creare qualcosa di nuovo. Sembra qualcosa di assolutamente scontato ma vi assicuro che la parola "scontato" a molti fa subito venire in mente "lo sconto" da chiedere per partecipare ad una mostra collettiva, quindi non datelo per "scontato". Se tanti "pseudo poeti" di oggi scrivono migliaia e migliaia di banalità senza leggere mai un libro di poesia, gli "pseudo artisti" non sanno quasi nulla del nostro Rinascimento, o del surrealismo spagnolo nè dell'espressionismo tedesco. Tutt'al più hanno in mente l'immagine della Marilyn di Warhol (ma qui stiamo parlandi di arte quindi quella proprio non c'entra).
2) INCAPACITA' TECNICA: il secondo problema è che la stragrande parte di questi pseudo artisti non sa tenere una matita in mano, non parliamo del pennello: con la scusa che l'arte contemporanea sia tutta da codificare rappresentano schifezze d'ogni tipo. Non comprendendola essi stessi pensano che tutto gli altri siano altrettanto ignoranti, illudendosi che alla peggio risultino dei poveri incompresi. Non temiate, vi comprendiamo molto bene, fa proprio schifo quello che c'è, non c'è nessun equivoco. L'importante è rendersene conto e da lì partire per un lungo, lunghissimo viaggio.
3) QUANTITA' E NON QUALITA': il terzo problema è che tantissimi di questi pseudo artisti pensano che inzuppando il proprio curriculum di decine e decine di mostre e mostriciattole, magari con qualche nome di città esotico e altisonante, guadagnino qualcosa nella graduatoria della considerazione altrui. Non capiscono che alla meglio ottengono il compiacimento di amici e conoscenti e contatti social che nulla sanno di arte contemporanea: chi davvero conta nel mondo dell'arte mette una bella X sopra il nome di quel pseudo artista e sa che di quel nome potrà allegramente farne a meno per gli anni a venire. E' meglio fare due/tre mostre davvero prestigiose che dieci di cui vergognarsi per sempre.
4) IL GIUSTO PERCORSO: il quarto problema è che per arrivare a questo livello occorre fare un lungo percorso, non smettere mai di sperimentare, di imparare, di lavorare su se stessi. Oggi troppi vogliono fare arte in una modalità presa pari pari dai reality: poco tempo, poca fatica, scendendo a compromessi, l'importante è diventare "famoso". Ecco, questo è esattamente il percorso che vi farà finire fuori dal mondo vero dell'arte prima ancora di entrarci.
5) L'OBIETTIVO: e qui ci riagganciamo al punto precedente, focalizzando il nostro obiettivo sul fine. Perchè, caro il mio pseudo artista assatanato di vanità, vuoi diventare un vero artista? Se non conosci la storia dell'arte, se non sai raffigurare una mano, se esponi in cartoleria e in piadineria, se vuoi saltare tutte le tappe perchè ci vuol troppo tempo, allora perchè insisti tanto a voler fare qualcosa di cui sei effettivamente più estraneo di quanto non sarebbe se ti occupassi di caccia al cinghiale o vendita di immobili fantasma? Se il tuo obiettivo è fama e ricchezza, guarda, hai proprio sbagliato strada. Questo è il campo dove c'è la minor possibilità in assoluto di acquisire sia l'una che l'altra. Anche post mortem. E' molto più semplice diventar ricchi vendendo pesce o famosi spogliandosi e correndo in uno stadio. Ancora meglio se vendi pesce tutto nudo.allo stadio. L'artista vero ha uno scopo: nonostante tutte le sconfitte, le sofferenze, le delusioni vuole dare il proprio contributo all'evoluzione dell'arte, anche senza ritorno. E per farlo occorrono CONOSCENZA, CAPACITA', QUALITA' e FATICA. Punto. Solo questo è il vero motivo per fare arte. Il resto è "fuffa". Poi possono anche arrivare fama e denaro, siamo d'accordo su questo, sempre meglio che ricevere un calcio nel sedere ma è ridicolo, davvero ridicolo che questi possano essere gli obiettivi e non, eventualmente e rarissimamente, gli effetti. Se chi fa arte "per farsi vedere" non è un artista, tanto meno lo è chi fa arte semplicemente per "esprimersi". Va bene che lo faccia, è a suo modo terapeutico, sempre meglio che andare in giro a dar martellate ai passanti (...) ma questo non significa "essere un artista".e addirittura farci cuccare certi orrori appesi ai muri del locale dove stiamo mangiando la nostra benedetta pizza pomodoro e bufala che stavamo sognando dal pomeriggio. La pizza ci andrà di traverso e tu, caro "pseudo artista" avrai guadagnato solo e soltanto il nostro odio che cristianamente cercheremo di trasformare in perdono, subito dopo un digestivo.

Dopo tutto questo, facciamoci un bell'esame di coscienza, caro "pseudo artista". Chiarisciti bene punto per punto, parla con te stesso affrontando ognuno dei 5 comandamenti a te dedicati. Non è mai troppo tardi per salvarti e salvare noi. Non è mai troppo tardi per iniziare a vivere il vero senso dell'arte: a volte è questione di un attimo, una scintilla. Il percorso sarà duro ma meraviglioso, imponente, unico davvero.
Ne vale la pena. Te lo potrà confermare anche un disperato qualsiasi, che ne so, un Vincent, un Merisi qualunque: meglio una vita tanto lacerante quanto vera, e sincera, e profonda, e combattuta, e umana, e divina, e davvero colma d'arte che tutto cio' che ho fin qui descritto.
Riflettici.
Basta una telefonata, una mail, un messaggio in bottiglia.
Un amico vero, con cui intraprendere il viaggio, lo puoi sempre trovare. Basta volerlo davvero.

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