L'Homo Techno post Singolarità... previsto da Teilhard de Chardin

FONTE HOMO PLUS

NEYWORK + TRANSUMANISTI


L'Uomo come singolarità evolutiva e fenomeno planetario

ESTRATTO  P. TEILHARD DE CHARDIN-IL FENOMENO UMANO


Dal punto di vista puramente positivistico, l'Uomo è il più misterioso e il più sconcertante degli oggetti incontrati dalla Scienza. In realtà dobbiamo confessare che la Scienza non gli ha ancora trovato un posto nelle sue rappresentazioni dell'Universo. La Fisica è riuscita a circoscrivere provvisoriamente il mondo dell'atomo. La Biologia è riuscita a introdurre un certo ordine nelle realizzazioni della Vita. Appoggiata alla Fisica e alla Biologia, l'Antropologia, a sua volta, spiega alla meno peggio la struttura del corpo umano e alcuni suoi meccanismi fisiologici. Ma quando tutti questi elementi sono messi insieme, il ritratto non corrisponde affatto alla realtà. L'Uomo, quale oggi la Scienza lo riproduce, è un animale come gli altri, — così poco separabile, anatomicamente, dagli Antropoidi, che le moderne classificazioni della Zoologia, ritornando alla posizione di Linneo, lo includono nella medesima super-famiglia degli Ominidi. Ora, stando ai risultati biologici della sua comparsa, non è forse egli qualcosa di completamente diverso?

Infimo salto morfologico; e nello stesso tempo, incredibile scossa per le sfere della Vita: ecco il paradosso umano… E successivamente l'evidenza che, nelle sue rielaborazioni attuali del Mondo, la Scienza trascura un fattore essenziale, o per meglio dire, una dimensione intera dell'Universo.

Non riesco a vedere che un solo mezzo per risolvere il problema della "superiorità" dell'Uomo sugli Animali (problema la cui soluzione è necessaria sia per l'Etica che per la conoscenza pura…): eliminare risolutamente dall'insieme dei comportamenti umani tutte le manifestazioni secondarie o ambigue dell'attività interiore, e porsi di fronte al fenomeno centrale della Riflessione.

Dal punto di vista sperimentale che è il nostro, la Riflessione, come lo indica proprio la parola, è la capacità acquisita da una coscienza di ripiegarsi su se stessa e di prendere possesso di sé come di un oggetto dotato di propria consistenza e di valore particolare: non soltanto conoscere, — ma conoscersi; non soltanto sapere, ma sapere di sapere. Individuando se stesso nel fondo di se stesso, l'elemento vivente, sino allora disperso e disgregato in un cerchio impreciso di percezioni e di attività, si trova per la prima volta costituito come un centro puntiforme, in cui tutte le rappresentazioni e le esperienze si legano e si saldano in un insieme cosciente della propria organizzazione.

Ora, quali sono le conseguenze di una simile trasformazione? — Sono immense; e noi le possiamo leggere nella Natura altrettanto chiaramente di un qualsiasi altro fenomeno registrato dala Fisica o dall'Astronomia. L'essere riflesso, proprio in virtù del ripiegamento su se stesso, diventa d'un tratto suscettibile di svilupparsi in una sfera nuova. E' in realtà un altro mondo che nasce. Astrazione, logica, scelte e invenzioni ragionate, scienze matematiche, arte, percezione calcolata dello spazio e della durata, ansie e sogni d'amore… Tutte queste attività della vita interiore sono esattamente l'effervescenza del centro, da poco formato, che esplode in se stesso.

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