Mary Blindflowers Interview: "La Stella Nera di Mu" (Castelvecchi)

di R. Guerra


*Mary Blindflowers "La Stella Nera di Mu" (Il Seme Bianco, Castelvecchi)


D- Mary, con la Stella di Mu sbarchi finalmente nell'editoria "alta", Il Seme Bianco del gruppo editoriale Castelvecchi. La qualità e la tua coerenza ben note, alla fine, nonostante certo andazzo generale, emerge, almeno nel tuo caso?

R - Ho mandato il manoscritto pensando che non sarebbe stato neppure letto e invece è stato letto ed apprezzato prima da Luisella Pescatori e poi da Michele Caccamo che ha approvato la pubblicazione del testo. Devo dire con grande soddisfazione che non verrà cambiato nulla di ciò che ho scritto, questo per me è importante. Il libro è in preparazione per fine febbraio.


D- Mary, un approfondimento sul nuovo romanzo.... una sorta di fantasy futuribile anche?

R - Sì, diciamo che ho sempre qualche problema ad inquadrare i miei lavori in un genere perché più che altro cerco di sperimentare e di fare letteratura onirico-simbolica. Infatti di solito produco quelli che tra il serio ed il faceto chiamo "anti-romanzi", dato che alcune regole classiche vengono inevitabilmente e volontariamente sovvertite. "La Stella Nera di Mu" è un testo giocato su due mondi paralleli, quello ordinario e quello sotterraneo esoterico di impronta anarchica e futuribile. Il dubbio che si insinua a poco a poco nelle solide certezze tradizionali della protagonista farà sì che i due universi paralleli si incontrino e si scontrino. La vicenda si dipana nel tempo di una caduta immaginaria che offre occasione per parlare dello straordinario ed anarchico universo di Mu. La vicenda non è fine a se stessa, intendo dire che non si esaurisce nella trama del romanzo. Ciascun personaggio evoca qualcosa d'altro. Ad esempio l'affinità di Nudo all'anarchico Pinelli è forte, voluta, cercata. Ogni dialogo è come uno strumento, creato ad hoc per dire qualcosa che va intuito, capito. Anche i numeri veicolano significati. Tocca al lettore divertirsi a scoprire il linguaggio tra le righe del testo. Si racconta una storia immaginaria, si dice una bugia per dire la verità, come in un gioco di scacchi. Questo è il fine dell' anti-romanzo.


D- Mary, spicca come sempre un talento nel linguaggio sempre più raro; sperimentale nel senso di certo grande novecento letterario  in certo modo aggiornato, ben diverso dalla parola come mero feticcio di tante produzioni attuali: concordi?  e - come appare poi anche dai tuoi post nel web, quali autori "storici" vuoi ricordare come memoria per fare  ancora ottima letteratura?

R - C'è chi dice che ormai sia stato scritto tutto e non sia più possibile creare nuove assonanze, io penso invece che l'arte sia creazione, che non avrebbe senso scrivere se non si creasse qualcosa di nuovo, linguaggi altri, diversi dall'ordinario. Crea scandalo ancora la risposta: "il mio lavoro non è etichettabile, ho difficoltà a inquadrarlo in un genere specifico e preesistente". Io penso invece che la difficoltà nell'etichettare sia un sintomo di innovazione, la volontà di non aderire forzatamente a schemi preimpostati.

A me piace comprare libri usati e leggere autori spesso dimenticati e poco noti su cui a volte scrivo degli articoli per il mio blog. Ce ne sono moltissimi verso cui la storia è stata piuttosto ingrata. Si tratta di autori spesso condannati all'oblio e che è bello riscoprire.

Mi piace pensare che un giorno una come me, nata curiosa, possa scoprire tra gli autori semisconosciuti una certa Mary Blindflowers.

Allo stato attuale delle cose, in quest'epoca di sovraesposizione mediatica, credo che l'augurio migliore che un autore possa farsi è quello di essere letto da persone che non si interessano minimamente al suo aspetto, alla sua età, al suo modo di apparire o di vestire. Essere letti non perché si è dei personaggi ma perché il lettore apprezza quello che scriviamo, questo credo sia il più grande traguardo che uno scrittore possa raggiungere.


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Accadde che immerso in chiacchiere con gli angeli non si accorse di un'auto che veloce sopraggiungeva. I due ragazzi davanti a lui camminavano tenendosi per mano.