QUALE FUTURO POSSIBILE

Le possibili letture di futuri possibili non è solo un gioco di parole, ma un tentativo serio di sondare le possibili soluzioni delle problematiche che il futuro ci prospetta. In altri termini si tratta di un approccio che riprende la tradizione della storia degli studi sul futuro, una storia che rievoca episodi importanti come la pubblicazione dei "limiti dello sviluppo" da parte del Club di Roma e del Mit negli anni Settanta del XX secolo: non tutte quelle proiezioni si sono rivelate esatte o trasformate in fatti, anche se il senso generale di quelle previsioni si è dimostrato più che realistico, contribuendo a cambiare in modo sensibile la percezione della relazione tra la produzione industriale e la limitatezza delle risorse disponibili sul pianeta, oltre che della loro scarsità. L'idea stessa di futuro (concetto recuperato dalla tradizione fantascientifica classica) si fonda sull'analisi di fenomeni che, come si dice, hanno forte inerzia di moto: è il caso, per fare un esempio, della demografia, con la crescita della popolazione a tassi rallentati nei prossimi decenni e l'invecchiamento degli esseri umani, oppure è il caso del clima, la cui tendenza proclamata e conclamata all'innalzamento delle temperature. In tale quadro si affermano le domande sulla politica del futuro a cui cerca di rispondere al recente rapporto "Government in 2071" del World Government Summit. Le esigenze di un'umanità più numerosa e più anziana in un pianeta, con le coste bagnate dai livelli di acque più alte, richiederanno certamente un sistema di governabilità globale che tenga conto di offrire più educazione e più salute. Questa è una delle molte letture possibili  di futuri possibili: letture che non escludono altre variabili come quella pericolosa di una pianificazione dei conflitti in vista di un riassetto mondiale per nulla rassicurante.
Casalino Pierluigi