Futurismo-Stefano Vaj? Progressista postvirus


 
recensione di Roby Guerra

Stefano Vaj, futurista e postumano, ha appena pubblicato I Sentieri della Tecnica, opera florilegio di decenni ormai di pubblicistica editoriale (Associazione Italiana Transumanisti)  e attivismo futuribile fuori dal coro.
Ha sempre scontato il suo  stile biopolitico, oltre le reliquie destrasinistra per certa discendenza giovanile dalle parti del miglior postmoderno francese, in apparenza prossimo a un certo A.de Benoist e la più creativa nouvelle droite francese. Ultimo episodio recente, certa polemica con Report...
Ma Vai già al'epoca e sempre più  già era vicino alla Riva Gauche critica  persino di figure come Baudrillard, Lyotard e Derrida....ecc.  oltre che il Futurismo e Marinetti aggiornati..
Un Vaj, infatti persino criticato parallelamente da certa destra nostalgica e reazionaria...e non a caso.
Infatti il nostro in realtà è un progressista nobile doc, come da tempo si contano quasi in una mano...
Un progressismo speciale, nella contingenza epocale epidemica, destinato a fiorire nei futuri tempi postvirus...
Il libro in questione è un Bolero elettronico e futurista in questa direzione: un inno al pensiero libero e contro  il politicamente corretto, persino oggi mondialmente corretto, ancora di matrice futurista... Contro il falso progressismo invece pensiero unico dominate che ha distrutto la sinistra, dai Dem Americani a quelli europei e italiani. Contro questa Unione Europea "totalitaria" e non  per i Popoli nelle loro peculiarità storiche e culturali creative. Contro la falsa libertà delle cosiddette minoranze, vertice dell'ipocrisia dominante. Il tutto connesso alla Nobile modernità futurista e postfuturista. Un libro ovviamente indicibile, ma dove la parola scrittura è piena e solida nel sublime divenire  del Sé mobile, irriducibile a qualsivoglia dogma. In tal senso ancora i grandi individualisti della nostra tradizione europea, da Nietzsche, filosofi, artisti, scrittori , dal moderno al postmoderno al postumano, per l'avvenire, nonostante l'attuale era orwelliana.