Alessio Brugnoli- Il Canto Oscuro: intervista al premio Kipple 2011, steam punk writer italiano del 2012
Intervista su Il Canto Oscuro
Premio Kipple 2011 e steam punk made in Italy, subito ai vertici...
In Italia, negli ultimi anni, l'estetica steampunk si sta sempre più diffondendo in Italia. Vi sono community, siti, blog autorevoli, tutti dedicati all'argomento.
Nell'ultimo anno, sono usciti almeno altri due libri, come Vapore Italico, un'antologia di racconti edita dell'Edizione Scudo, o Qui si va a vapore o si muore di Alessandro Forlani della Pyra Edizioni.
Un'estetica in cui si confrontano due diverse anime: la prima, figlia new wave britannica, l'essenza è nello spirito ribelle e dissacratore dei miti dell'Ottocento.
In pratica, una revisione di quanto scritto nei romanzi da Kipling a Twain, da Verne a Salgari, dove si mostra il loro lato oscuro
La seconda, invece, deriva da una riflessione quasi heideggeriana sul ruolo della teknè: in un mondo in cui questa è sempre più invasiva e massificante, l'individuo si ribella.
Non più oggetto, puro fruitore di ciò che gli impone il sistema economico, ma soggetto che reiterpreta in maniera straniante la tecnologia, recuperando una dimensione personale e artigianale.
All'estetica dell'ipad, nulla più di un vassoio colorato che soltanto il rimbecillimento globale può far considerare bello, si contrappone quella del legno e dell'ottone, proiezione del proprio io.
Ne Il Canto Oscuro, si celebra proprio questa estetica, decadente e immaginifica, in contrapposizione al grigiore contemporaneo degli uomini morti dentro
Steam Punk e connettivismo, link condivisibili?
Li accomuna la contaminazione tra generi e il recupero del sentimento del senso e della storia
Contaminazione, poichè lo Steampunk è un genere impuro che, a seconda dell'autore si mischia, con istanze e ideologie differenti, dalle esoteriche alle mainstream.
Senso della storia... Se nei paesi di lingua anglosassone, lo Steampunk sfida la mitologia western o quella vittoriana, quale può essere il suo avversario in Italia ?
La retorica risorgimentale è già stata ridicolizzata in ogni modo. Abbiamo avuto un impero coloniale da barzelletta.
L'unica cosa rimasta da dissacrare è quella certa retorica revisionista che rappresenta gli stati italiani pre unitari come modelli di buon governo e di virtù.
Il mio Steampunk prova a mostrarli come erano: o meglio a dimostrare che l'Italiano, indipentemente dal governo che è costretto a sopportare, è sempre vittima dei suoi difetti: l'egoismo, l'avidità, il servilismo, l'illusione di essere più furbo del prossimo
Steam Punk e horror e-o noir, idem?
Nel mio caso, e ribadisco ogni autore Steampunk ha una storia a sè, noir più che giallo. Il giallo presuppone che il mondo abbia un significato etico e gnoseologico.
Il Male è scoperto e punito e la realtà può essere compresa razionalmente. Nel mio romanzo, è difficile intuire persino l'esistenza stessa del Bene.
I personaggi, come spesso ci capita, seguono i loro egoismi, istinti e meschini calcoli. Il Reale poi, è un labirinto di specchi o una tempesta, dove tutti sono naufraghi e si aggrappano ai relitti più improbabili per sopravvivere
Steam Punk e ..la nuova scrittura, il tuo manifesto doc, forse: una variabile più europea e quasi rosso seta, elegante?
E' stato un esperimento molto particolare, dinanzi al quale molti critici del fantastico italiano, seguaci dello show don't tell, storcerebbero il naso.
Ho ripreso il romanzo tradizionale di fine Ottocento, con le sue convenzioni, penso al narratore onniscente, con tutte le sue chiacchiere e il suo divagare e da una parte vi ho innestato elementi tratti da Robbe-Grillet e da Gadda, dall'altra dai cantastorie popolari.
Mi proponevo di ricreare una prosa straniante che avrebbe reso su carta le contraddizioni logiche e sociali del mondo del romanzo.
Ci sono riuscito ? Chissà... Lo possono giudicare solo i lettori
RobyGuerra