David De Biasi interview: Transumanesimo e Trascendenza
D- Il transumanesimo: La nuova futurologia scientifica?
R- Possiamo considerare il transumanesimo come futurologia a patto che non lo si concepisca come mera previsione del futuro bensì come un modo di disegnare il futuro – dibattere sugli scenari possibili e sui macro-trends tecnologici impegnandosi affinchè prevalgano quelli eticamente desiderabili per l’umanità. Nella consapevolezza che il miglior modo di prevedere il futuro è crearlo.
D- Umanesimo, postumanesimo o addirittura un antiumanesimo?
R- Il pensatore esistenzialista Albert Camus diceva che: “l’uomo è la sola creatura che rifiuti di essere ciò che è”. Se pensiamo che la natura umana non sia qualcosa di immutabile ma sia quella di trascendere i propri limiti allora non c’è alcuna necessità di adottare il prefisso “post-” in quanto non si tratta di liquidare la nostra umanità bensì di trascendere quei vincoli biologici umani che ci impediscono di esprimere il nostro potenziale individuale e collettivo. L’esistenza precede l’essenza: “umano” è un processo, non un soggetto, non semplicemente umano si nasce ma si diventa. In tale ottica la comunità transumanista, che si propone di trascendere i limiti biologici e accelerare la spinta evolutiva verso “l’uomo 2.0” (da qui il significato del prefisso “trans-“), si può oggi proporre quale fronte avanzato dell’umanesimo in quanto pone al centro la ricerca e la riflessione sul miglioramento della condizione umana. Di conseguenza sostenendo l’idea di transumanesimo originario (“l’uomo che rimane umano ma che trascende se stesso” di Julian Huxley) a mio avviso ritengo incompatibile l’idea del post-umano, affermatosi nella concezione postmoderna, che tende al superamento della centralità dell’uomo e a maggior ragione rimane incompatibile ogni concezione anti-umanista.
D- E l’anima, un residuo dell’evoluzione?
R- Seppur non conosciamo ancora a fondo la dinamica della coscienza e della mente (da segnalare però che si stanno compiendo progressi incredibili nelle neuroscienze) siamo ormai arrivati a un punto in cui la conoscenza scientifica ci mostra in modo evidente quanto la mente sia una proprietà emergente del corpo e in linea più ampia risultato dell’ambiente quindi ogni visione dualistica e ogni metafisica basata su tale dualismo, per cui la mente sarebbe un’essenza o qualità disgiunta dal corpo, è semplicemente ascrivibile a ignoranza. Quella che chiamiamo “anima” non è altro che il prodotto di ambiente e geni. C’è una ricerca in filosofia e nelle scienze cognitive che studia quella che si chiama la “mente estesa” ovvero l’idea secondo cui la nostra mente non si ferma dentro la nostra testa, ma anzi è strettamente correlata agli strumenti che usiamo e persino alle persone con cui interagiamo.
D- Arte transumanista anche?
R- Alcune opere di fantascienza (vedi in particolare i film Blade Runner e Ghost in the Shell) hanno già anticipato o espresso in forma artistica alcuni temi di interesse transumanista e il cyberpunk, uno dei mondi immaginari futuristici che trovo maggiormente interessanti, contiene molti spunti transumanisti. Oggi ritengo che sia auspicabile un “contagiarsi reciproco” e proficuo tra lo spirito della fantascienza non apocalittica o meramente distopica e lo spirito transumanista.
D- Transumanesimo e politica?
R- Sicuramente la politica è uno dei campi in cui si decide il destino collettivo quindi penso che non ci si possa non interessare ad essa se abbiamo a cuore il nostro futuro tuttavia penso che sia necessario e urgente proporre nuovi schemi assumendo consapevolezza che l’atto primario di un’agorà non è la votazione ma la deliberazione in altre parole l’esercizio dell’intelligenza collettiva per migliorare la sfera pubblica. In quest’ultimo senso la comunità transumanista già si dedica alla politica, se la intendiamo nell’accezione nobile di attività volta al bene comune, in quanto da tempo si confronta online e offline su temi fondamentali che coinvolgono individuo e società (quali il valore dell’autodeterminazione e quello dell’accesso universale alle cure, risorse e tecnologie) proponendo l’adozione di un approccio pro-attivo, dibattendo su argomenti di bioetica, difendendo la ricerca scientifica nonché promuovendo programmi di investimento nei settori delle nuove (info-bio-nano) tecnologie.
D- E l’inquietante Singolarità … l’Intelligenza Artificiale senziente (dotata di Coscienza…) cosiddetta prevista da Kurzweil e altri?
R- La mia immagine di Singolarità Tecnologica è più ampia di quella di Kurzweil e sconfina nello spirituale: il vertiginoso avanzamento tecnologico, la convergenza dei settori info-nano-bio e la continua ondata di innovazioni non potrà che condurci a un fase dirompente, che ci aspetta nei prossimi decenni, ovvero una discontinuità evolutiva talmente radicale che si può definire come “esplosione di intelligenza”. Nella mia visione tale prossimo “big bang evolutivo” sarà una manifestazione evidente della “tecnotrascendenza” ovvero trascendenza attraverso l’evoluzione tecnologica che noi (come tutte quelle eventuali creature nell’universo che possiedono il dono dell’intelligenza e la capacità tecnologica) abbiamo la responsabilità di guidare con intelligenza. A differenza della fede che punta a una trascendenza metafisica seguendo le direttive di un dio progressivamente ci stiamo affidando alla tecnologia per superare l’evoluzione basata sulla selezione naturale e passare a un’evoluzione guidata dall’intelligenza diventando così noi stessi gli dèi nel mondo terreno. A qualcuno tale prospettiva potrà forse sembrare niente altro che hybris o arroganza invece io la vedo come un’aspirazione alla trascendenza intrinseca alla natura umana. Non potrei dirlo meglio con le parole di A. C. Clarke: “”Può essere che il nostro ruolo su questo pianeta non è quello di adorare Dio – ma di crearlo”.
a c. RobyGuerra rubrica Transumanesimo
fonte Eccolanotiziaquotidiana quotidiano on line Roma e provincia
INFO:
http://transumanisti.org