Web MInd e la musica elettronica
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La techno, in tutte le sue variabili,
neorumorista o commercial disko ecc. (ma lasciamo le etichette sempre ai
musicologi di professione o addetti ai lavori) è certamente il soundtrack della
cosidetta società informatica o liquida contemporanea, suo specchio nel bene e
nel male. Il computer tam tam della Terra come villaggio globale direbbero
McLuhan e Derrick de Kerckhove, forse, il sound sistem zeitgeist anni
duemila...
Oppure secondo magari i futurologi R.
Kurzweil, Ben Goertzel o R. J Sawyer (scrittore e autore della tecnosaga WWW...
Risvegli, In Guardia e La Mente (Wonder original) che “divinano” l'imminente
nascita di una supercoscienza dall'evoluzione della complessità di Internet...
forse noi umani pre e post nativi digitali ascoltiamo già le ninna nanne se non
i vagiti di quest'ultima/o, Webmind...
In ogni caso magari utile ritornare
all'anno zero della musica elettronica contemporanea, rimemorizzare l'anno zero:
sia come necessaria e sorprendente forse memetica, sia perché a ben
ascoltare, tranne alcune indubbie eccezioni,Webmind e il futuro Homme Robot e-o
i nostri discendenti potenziati quasi certamente alla loro velocità quasi della
luce opteranno per i primissimi supercarillon dell'ultima umanità in certo
senso, s-oggettivamente spesso, tutt'oggi, ineguagliati, analogici o meno, per
la straordinaria Idea nascente, volontà di bellezza e visionarietà (ma anche un
sound ancora freschissimo) “superiori”.
Va da sé, si parla di appena 3 o 4
decenni fa, per quanto oggi tutto in big bang e accelerato, la storia futura
rileggerà comunque – come sempre poi- come un supermix, su scala non
giornalistica, ma conoscitiva e temporale,
epocale.
In ogni caso, mica siamo antifuturisti,
le eccezioni di cui prima sono destinate a integrare il discorso, forse anche a
– relativamente parlando- a riformattarlo se necessario sempre di più quando
dalla rete fiorirà l'attuale gemmazione disseminata di inaudita sperimentazione
digitale e net o oltre artistica (per dirla con gli stessi Antonio Saccoccio,
Netftuturismo e Movimento Arte Vaporizzata -gli stessi Stefano Balice,Tommaso
Busatto, Kristian Fumei, Klaus Peter Schneegass ecc.- tanto per citare
dall'Italia una delle enterprise del new sound che già attraversa la
cibercultura del XXI secolo).
Ora un mini viaggio nel
tempo:
dopo il monolite del primo novecento,
dai futuristi Russolo, Pratella, Mix agli stessi Varese, poi Stockhausen, Cage,
Berio, Steve Reich stesso e diversi altri Pionieri doc geniali, negli anni 60,
quasi all'improvviso, usci un disco rivoluzionario, di un gruppo inglese che ha
fatto la storia della musica Pop, i celeberrimi Pink Floyd, quelli di The Dak
Side of The Moon e The Wall (eccetera), Rogers Waters, David Gilmour … Correva
il 1967, fondatore dei Pink Floyd e suo primo leader fu un certo Syd Barrett,
col senno di poi anche un grande poeta dell'era spaziale e elettronica. “The
piper gates at the down” (in particolare con la minisinfonia Interstellar
Overdriver) segnala la prima Top List per la Musica elettronica o delle
Macchine, autenticamente moderna e di massa, fuori dai laboratori per
intenderci, pop electro... Il sound già è sintetico e meccanico emotivo, pur con
moog e tastiere e oscillatori ecc. anch'esse “primitivi”, ma all'epoca
avantgarde... Poi Barrett come noto si perse nei viaggi psichedelici ma ancora
Ummagumma, doppio di poco dopo, replica compiutamente The Piper..... Nei Pink
Floyd di Barrett, il dna della nuova musica ex machina, ovvero il sound
industrial e space del proto 2000 , qua toni prevalenti già cosmico-siderali
(che poi caratterizzararono sempre i Pink Floyd, The Dark Side... docet) è già
mutazione in progress, cellule che si sdoppiano.
Da Ummagumma in particolare, la
principale influenza per la prima grande wave elettronica dei primissimi anni
'70: in Germania, la Germania industriale e delle autostrade:
E' l'era della musica cosmica cosiddetta
o Kraut Rock con Krafwerk, Tangerine Dream, Klaus Schulze, Can, Cluster e altri
minori: Kling Klang e Ralf and Florian (Kraftwerk, già in embrione il sound
robotico successivo di Ralf Hutter, Florian Schneider e poi Karl Bartos...),
Phedra, Alpha Centauri (Tangerine Dream di Edgar Froese... sinfonie spaziali da
Pioneer) , Mirage, Moonwind.. di Klaus Schulze (il kosmic sound estremo, roba da
esopianeti e Hubble), gli stessi già più pop rock Cluster (l'album omonimo, poi
lavori anche con un certo Brian Eno e il cult ingegnere del suono Conny Plank,
anche con i primi Krafwerk), Can e Neu (molto industrial...album omonimi 1 e 2)
rivelano un corpo music machine già vivo e archetipo dinamico dell'uomo moderno,
tecnologico e spaziale. Ma non solo emersione simbolica prevedibile anche degli
anni 60 euforici e modernisti utopici... al passo con i viaggi spaziali, i nuovi
sogni prometeici postbenessere e post beat revolution... La musica cosmica
apparteneva anche al futuro non ancora venuto alla luce, anzi ancora lo
registra, memoria dal futuro irreversibile e con le impronte digitali della
nuova bellezza inesplorata fatta suono, suono sintetico come potenziamento
immaginativo nascente dell'uomo contemporaneo... Suono elettronico che trascende
il mero rumore industrial (pur all'epoca e ancora sublime news psicosensoriale)
per scoprire già la prossima Sensibilità artificiale, oltre l'AI... il cuore
dell'uomo-macchina e- o di scienza! Moog più evoluti e i Sintetizzatori creano
il pensiero fatto azione suono di questi pionieri
cybernetico-musicali.
Arriviamo, finalmente a metà circa anni
'70 con una svolta fondamentale: i Kraftwerk registrano capolavori, tutt'oggi
suonati, digitalizzati, remixati e persino invitati al MoMa di New York (2012)
eccetera. Il sound diventa puramente e totalmente elettronico e con nuovi
strumenti, nuovi sint e tastiere al passo con la tecnologia in divenire, ma-
anche ex novo creati da Schneider e Hutter ecc., Autobahn, Radioactivity, Trans
Europa Express, Die Mensch-Machine, Computer World rivoluzionano la scena pop,
nasce il tecnopop, vero e proprio virus per l'epidemia dei decenni successivi,
fino ai nostri giorni, in tutte le variabili che verranno, da certa new wave
anni '70 alla house, trance, ambient, jngle ecc... alla Techno e le sue
clonazioni infinite e contaminazioni afro ecc. I Krafwerk sono oggi considerati
dalla critica come una leggenda vivente e non ancora esaurita ( li invitano- le
nuove generazioni- persino ai Festival Rave!). E con i Krafwerk il suono
elettronico diventa soprattutto robotico, ma una music for robots più umana
dell'umano, come persino inquieta negli album succitati poi sound uplodati in
chiave digitale letteralmente rigenerante, come una terapia
anti-age.
Infine per quella fase eroica e
ultraelettrica, da segnalare anche nomi tutt'oggi celeberrimi e attivi quali il
francese J. M. Jarre e il greco Vangelis, molto pop, all'epoca un poco
sottovalutati, gli stessi Rokets transalpini considerati spesso a torto
fotocopie debolissime dei Kraftwerk stessi.
Contemporaneamente, i “vecchi” colleghi
e spesso amici della Kosmic Music, continuano essi stessi l'evoluzione electro,
sempre più pop e minimal anche Tangerine Dream e Klaus Schulze, perr quanto
sempre in cifre sonore essenzialmente siderali.... E album a decine di decine!
Force Majure, Mars Polaris ecc. a caso quasi per Tangerine Dream (con un live
nella Cattedrale di Coventry da brividi), sempre a memoria Klaus Schulze da Body
Love ai recenti Continuum e Shadowlands, tra ultime perle analogiche e nuove
macchine strumenti digitali, lap top e eredi...
Proprio i fine anni '70 furono gli anni
del contatto, se si vuole, con il futuro WebMind... Dall'albero genealogico del
rock pop, parallelamente ai pionieri cosmici e industrial tedeschi di cui prima,
certo rock futuristico esplorato, come detto, dai Pink Floyd fu poi elaborato da
figure star all'epoca nascenti come David Bowie e Brian Eno.... Tra Ziggy
Stardust, Life on Mars oppure certa sperimentazione di Eno con i Roxy Music del
dandy Brian Ferry, il passo, consapevole e dichiarato all'elettronica, se non
totale almeno concettuale e anche strumentale parzialmente, fu quasi una
affinità elettivo-electro... Station to Station, poi Low e l'opera d'arte Heroes
(quesr'ultimi con lo stesso Brian Eno ai sintetizzatori) ecco i tecnohit storici
ormai del Duca Bianco, inclusi poi Scary Monsters soprattutto fino
all'incompiuto Outsider (sempre con Eno).
Quest'ultimo, dal canto suo, compose per
il futuro... gioielli a 18 carati quali Music for Film, per Aiport, per l'Apollo
11 ecc., sia confermando il suo percepito critico come alchimista del suono, sia
scoprendo tutta la galassia appunto minimal pop e ambient successive. Non
ultimo, Before and After the Science, già fu un capolavoro dal titolo, ora in
dinamiche sound sublimi rimiche cyber ,imprinting... per la new wave electro
appena embrionale
E furono proprio Brian Eno e Conny Plank
a lanciare producendoli... fuori dai garage la nuova ondata elettronica tra i
'70 gli '80: i Devo (Eno) con Are we not man? We are Devo, gli Ultravox di John
Foxx (Conny Plank) con Systems of Romance in particolare. Mentori o protesi
potenziamenti umani o meno, certa new wave elettronica dei 70/80 dopo in certo
senso l'avanguardia neo-oggettiva dei tedeschi e dell'aristocrazia interiore
degli inglesi (Eno e Bowie) fu una news electropop pura e certamente ex novo.
Devo e Ultravox e John Foxx da solo poi, firmarono e composero altri album
miliari o singles, forse le ultime quasi vette della stagione elettronica d'oro
silicio...
Freedom of Choice e Duty for the Future
i Devo, Hiroshima Mon Amour... Systems of Romance (e poi Vienna con Midge Ure)
gli Ultravox, John Foxx con Metamatic e The Garden, non ultima l'ultima grande
stella di quegli anni, ovvero Gary Numan con Replicas e The Pleasure Principle e
un top hit come Are Friends Electric, inno generation degli anni '80.
Da rammentarsi anche l''elettronica
stessa raffinatissima degli americani Laurie Anderson e Tuxedo Moon (Big Science
in particolare per l'artista d'avanguardia statunitense) e gli stessi americani
di Cleveland, Pere Ubu (The Modern Dance).
In questo ritorno al futuro, concludiamo
ovviamente con i Depeche Mode, quasi l'anello mancante diretto tra l'elettronica
futuristica appena ricomunicata e l'ormai nascente house/techno/rave generation
fino ai già nativo digitali, quali, ma nomi intercambiabili a persona, Chemical
Brothers, Orbital, Daft Punk.. Blank Celebration e Violation forse gli album più
significativi. Oltre agli stessi Human League (di Reproduction e Travelogue
soprattutto).
P.S. E l'Italia? Nonostante certa
indubbia origine della musica ex machina con i futuristi, stessi certi
sperimentatori colti come Berio e Maderna e il primo Battiato, poco o nulla...
penalizzata la scena italiana da certa debolezza e filosofia retro delle major
nazionali... A parte ovviamente lo stesso Battiato, tra album quasi cosmici come
Pollution alla svolta commercial di Patriots e l'Era del cinghiale bianco (ma
sempre ok l'intellettuale siciliano e neopitagorico quasi, anche il più recente
Shock in the town) e il a suo tempo un poco sottovalutato (dai puristi e da
certa Kultur nazionale) Giorgio Moroder, con From to Eterniy persino
transumanista ante litteram (come direbbe forse lo stesso Riccardo Campa,
futurologo contemporaneo e musicista neodisko) e via una certa Donna Summer ( la
prima rosa OGM destinata anche alla dancing attuale, da Madonna a Lady Gaga), I
feel love. Non ultimi i Krisma (dell'ex beat convertito all'elettronica,
Maurizio) con Cathode Mama...
Che diranno WebMind e gli uomini del
futuro agli inventori della Musica elettronica della nuova umanità? Magari, come
il the end della saga di R. J. Sawyer, un commosso Vi
ringrazio!
Essi magari suoneranno persino le stelle
con chissà quali laptop quantici... Ma nel secondo fine novecento mica facile...
oggi una sinfonia electro è scaricaribile a gamma larga da infiniti siti o basta
un nanomacchinario digitale qualunque per comporre qualsivoglia quasi effetto
speciale sonoro.
All'epoca dei primi Kraftwerk, senza la
tecnologia digitale e con Sintetizzatori grandi come un salotto, fare una
canzone elettronica era come andare sulla Luna con le tabelline a
memoria!
“Are we not Men? We are the
Robots”!
RobyGuerra
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