Dai pagamenti elettronici partirà l'evoluzione che serve al sistema?



Da: Newsletter Financecommunity.it  
 


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Newsletter N° 266 del 18 novembre 2020

Dai pagamenti elettronici partirà l'evoluzione che serve al sistema?


di laura morelli


È ormai chiaro a tutti come la pandemia abbia accelerato l'evoluzione tecnologica di tanti settori, fra i quali quello dei pagamenti digitali. È un settore che non va sottovalutato e che può rappresentare un buon punto di partenza per accelerare lo sviluppo digitale del Paese.

Questo per una serie di ragioni, a partire dal fatto che il margine di crescita è altissimo.  
Secondo Capgemini, i pagamenti elettronici dovrebbero registrare una forte crescita nei prossimi anni, in particolare in Paesi fra i quali la Russia (+40% per i pagamenti non in contanti nel 2017), l'India (+39%) e la Cina (+35%), oltre ai mercati in via di sviluppo, dove si prevede una crescita del 23,5% per il periodo 2017-2022, oltre che in Cina, dove già i consumatori cinesi pagano con i loro telefoni cellulari utilizzando l'applicazione WeChat Pay e la tecnologia QR Code. E se negli Stati Uniti il mercato è già più maturo e il tasso di crescita è del 7%, in Europa la crescita sarà decisamente più elevata per via della grande percentuale di clienti che ancora pagano in contanti, pari a oltre l'80% della popolazione in Italia e Spagna, all'80% in Germania e al 70% in Francia. 

È evidente come le opportunità siano tante ed elevate e qui veniamo alla seconda ragione. Come osserva nell'interessante intervista che trovate in questo numero di MAG Donato Vadruccio, ceo di Plick, le occasioni ci sono sul fronte degli investimenti ma anche in termini di evoluzione tecnologica che questo settore potrà portare. Vadruccio spiega come le tecnologie oggi consentano di digitalizzare tutta una serie di processi dei quali il pagamento in sé rappresenta solo l'atto finale. Dietro al pagamento c'è infatti tutta una filiera che va dalla creazione del prodotto/servizio alla sua distribuzione, passando per la certificazione/classificazione/valutazione o aderenza alle normative, e che oggi possono avvenire tramite piattaforme digitali. Quindi tracciabili, veloci, fruibili. E il bello è che questa tecnologia può applicarsi a ogni prodotto o servizio, da un capo di abbigliamento a un mutuo. Immaginiamo cosa potrebbe voler dire se la maggior parte delle operazioni che svolgiamo avvenissero in modo istantaneo ed economico, immaginiamo che impulso potrebbe dare ai consumi, alle imprese italiane e alla loro crescita, allo sviluppo dei prodotti finanziari e di tutto il mondo del business. 

Ecco, tutto questo ora è possibile ma soltanto se iniziamo a smettere di immaginarlo e di pensare al fintech come qualcosa di astratto e mutevole. Tra il 2015 e il 2022, il volume annuo dei pagamenti elettronici dovrebbe crescere da 450 miliardi di dollari a oltre mille miliardi di dollari a livello globale mentre i pagamenti istantanei potrebbero rivoluzionare il settore e rappresentare il 23% dei pagamenti in Europa entro il 2023. Questi numeri sono reali e il mondo non ci aspetta. 

Se qualcosa di buono la pandemia l'ha fatto è stato proprio rendere evidente i nostri limiti ma anche le potenzialità. L'integrazione di Sia in Nexi è un bell'esempio di aggregazione strategica. Le tecnologie, anche italiane, ci sono. È già un buon punto di partenza. 


laura.morelli@lcpublishinggroup.it

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