Davide Foschi, Leonardo e "La Nuova Cena" by Pangea


 
 

di  Luca Siniscalco

NELLA POTENZA ESTATICA DELLA LUCE, A BANCHETTO CON L'INVISIBILE: LA "NUOVA CENA" DI DAVIDE FOSCHI



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Simile è la disposizione artistica cui si ricollega l'impegno estetico di Davide Foschi e del suo dialogo con Leonardo Da Vinci. Si tratta di un discorso che l'artista milanese intrattiene col maestro fiorentino da diversi decenni – dalla sua infanzia, stando alle note biografiche contenute nel volume Il segreto di Foschi. L'artista tra luce e mistero, a firma di Alberto Sacchetti. Un colloquio che si esprime attorno a due nuclei portanti della postura artistica (ed esistenziale) leonardesca: l'olismo antropologico e l'estetica del sovrasensibile.

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Il Dialogo con Leonardo Da Vinci diventa, per Davide e per il suo pubblico, un tramite d'eccellenza di questo passaggio. Il suo emblema ultimo è la Nuova Cena, l'opera su cui l'artista ha negli ultimi tempi maggiormente meditato. Una tela, infatti, che rimanda ad altri lavori, speculari e progressivi, in un percorso che si snoda fra numerose creazioni, tutte accomunate da una rilettura feconda dell'Ultima Cena leonardesca. Compiendo un balzo indietro – e, insieme, in avanti – Foschi diventa antenato e, nel contempo, discendente di Leonardo, ne raccoglie l'eredità, la prospetta nella novità del futuro, quello in cui la Cena non è più ultima, ma nuova; eppure la sua novità si realizza nell'arcana trasfigurazione sacra, a sfondo dorato, che annienta tutte le forme sensibili nella potenza estatica della luce. Mezzi arcaici per progetti postmoderni. Anche questo è Davide Foschi.

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