La Zona Morta, MATRIX – LA TRILOGIA: UNA RECENSIONE FILOSOFICA


 
a cura di Davide Longoni

di G. Cofano

ESTRATTO

......proprio dal punto di vista filosofico della comunicazione di massa cinematografica, "Matrix Revolutions" – come gli altri due capitoli della trilogia – pone in risalto l'idea idee utopistico-negativa o distopica della dominazione totalitaria delle macchine ovvero della Tecnica sull'umanità, insieme agli ideali utopistico-positivi della ribellione di una classe proletaria subordinata di umani al Potere delle macchine (rivendicando la propria sete di libertà e di superamento della subalternità ed il proprio desiderio di protagonismo politico e nel divenire della Storia), della società democratica multirazziale e multiculturale, di una finalità ultima dell'agire umano che supera la casualità meccanica – fondata sul binomio causa-effetto – aprendo le porte al misticismo, della necessità di un nuovo Messia che sia in grado di guidare il genere umano in un processo di redenzione e di rigenerazione del suo Essere – ai livelli individuale e sociologico – dall'assoggettamento alle macchine e dalla guerra contro queste ultime alla liberazione finale (la figura messianica di Neo, con la sua vicenda personale e i suoi poteri soprannaturali, è a tal proposito emblematica) e del sacrificio di un individuo – estraneo alle ricchezze economiche capitalistiche nonchè all'autorità politica – per la salvezza di una collettività ovvero dell'intera umanità (il riferimento è, a questo proposito, all'impresa finale di Neo nella Città delle macchine). La fantascienza cinematografica del resto è piena di esempi neo-messianici che si inscrivono in una religiosità laica, come evidenziano il film "Dune" di David Lynch, le serie de "Il pianeta delle scimmie", di "Guerre stellari" e di "Superman" e come ha confermato quella di "Matrix" dei Wachowski Brothers. Inoltre, "Matrix Revolutions" ripropone la tematica di quale sia l'autentica realtà per l'Uomo, quella virtuale creata dal cervello elettronico Matrix o quella della brutale guerra degli esseri umani contro le macchine che intendono o ucciderli o schiavizzarli.

Va segnalato, poi, un argomento filosofico-ideologico-politico che i tre film della saga suggeriscono: si tratta dell'apologia di un nuovo "socialismo reale" ovvero di un rinnovato comunismo – nel quale però è ammessa la libertà di pensiero e di parola – che contraddistingue l'organizzazione della città sotterranea di Zion, dove vivono i soggetti umani che si sono ribellati al dominio delle macchine. Zion, da questo punto di vista, si contrappone radicalmente al mondo simulato di Matrix; nella prima non ci sono classi sociali né differenze nelle condizioni socio-economiche degli abitanti, mentre nella società civile della metropoli ricreato da un computer di Matrix vi sono ceti sociali differenti e pertanto individui ricchi e abbienti che esercitano la propria supremazia su molti altri (come nei casi del Merovingio, dell'Architetto e dello stesso agente Smith).

Non so se ne sono consapevoli, ma Andy e Lana Wachowski con la trilogia di Matrix hanno trasmesso al pubblico e immesso nella sfera psicoanalitico-spirituale (conscia e subconscia) dell'immaginario collettivo, l'ideale di una rinnovata ideologia comunista, di un rifondato "socialismo reale" che si pone – insieme con l'agire e l'esempio del personaggio messianico di Neo ovvero dell'Eletto – come modello di salvezza e di emancipazione dell'umanità futura dalla volontà di potenza delle macchine.

Devo aggiungere anche che "Matrix Revolutions" dei Wachowski Brothers lascia non pochi punti in sospeso ovvero vari nodi che potrebbero essere sciolti solo da un'altra trilogia cinematografica (in arrivo in questi anni e già iniziata con il recente "Matrix Resurrections", 2021, ndr).

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