È possibile una scienza in grado di conoscere gli eventi del futuro allo stesso modo in cui, attraverso le scienze storiche, proviamo a conoscere i fatti del passato? Questo sogno, fin dalla psicostoria di Isaac Asimov, ha influenzato economisti, politologi, strateghi e cibernetici, ma deve fare i conti non solo con i limiti della nostra capacità di previsione e con la complessità dei sistemi sociali, ma anche con la consapevolezza che il futuro non è un destino in attesa di realizzarsi. In "Occupare il futuro", in uscita per Codice Edizioni il 23 marzo, Roberto Paura - presidente dell'Italian Institute for the Future - racconta l'evoluzione degli studi di previsione e gli scenari indagati dai futurologi sui rischi globali, ma il suo libro fa anche un passo ulteriore: propone un approccio in cui questi strumenti vengono usati per immaginare nuovi futuri possibili. Un manifesto che ci invita a "occupare il futuro", per recuperare così una capacità di aspirare a un domani radicalmente diverso dal presente, mettendo i nuovi strumenti dell'anticipazione al servizio di modi nuovi di pensare i futuri possibili, in cui speranze, sogni e utopie dell'umanità possano tradursi in realtà. |