La Zona Morta magazine a cura di Davide Longoni, il nuovo numero (Maggio I)

Menù "La Zona Morta"

Ecco il nuovo numero della Newsletter de "La Zona Morta": ogni 15 giorni tante notizie, anticipazioni, classifiche, aggiornamenti… e molto, molto di più! Seguiteci su www.lazonamorta.it...


E ANCHE SUI PRINCIPALI SOCIAL NETWORK



ANTIPASTI

La Zona Morta Magazine 23 di Davide Longoni

Creative Network numero 02 a cura della redazione


PRIMI PIATTI

Intervista a Luca Pavan di Filippo Radogna

Il racconto collettivo di RiLL a cura della redazione

Ghost in the shell di Elena Romanello

Non aprite quella porta 1974 di Gianfranco Galliano



SECONDI PIATTI

Fantascienza Story 130 di Giovanni Mongini

The Pilgrim Project di Mario Luca Moretti

A colloquio con Davide Schito di Davide Longoni

Aurora nel buio a cura della redazione


CONTORNI – LE CRONACHE DI

Tenebre di Davide Longoni

Intervista a Sara Basilone di Davide Longoni


FRUTTA

Stateless a cura della redazione

Il liberto a cura della redazione


DESSERT

Le fantastiche sigle dei Superobots di Davide Longoni


BEVANDE

West End al cinema

ToHorror Film Fest 2017

Lovecraft Tales – L'evento bilingue

Stephen King e Tolkien al Salone del Libro di Torino


EXTRA

In questa sezione extra-fantastico eccovi una segnalazione importantissima per tutti quelli che abitano a Torino e dintorni, un appuntamento assolutamente da non perdere: il nostro Giovanni Mongini sarà infatti al "MuFant - Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino" in via Guglielmo Reiss Romoli, 49/BIS sabato 20 maggio dalle ore 16:00 alle ore 19:00.


E ora è il momento del nostro Gordiano Lupi, che stavolta ci parla di cinema d'autore… e che autore! Eccovi infatti la scheda del film Donne di marmo per uomini di latta (2016) del regista bresciano Roger A. Fratter.


Regia: Roger A. Fratter. Soggetto e Sceneggiatura: Roger A. Fratter. Fotografia: Lorenzo Rogan. Operatori: Lorenzo Rogan, Stefano Ravanelli. Fotografo di Scena: Marco Paciolla. Scenografia: Celso Albavilla. Trucco: Lahila Laveaux. Montaggio: Roger A. Fratter. Direttore di Produzione: Alban Herizei. Musiche Originali: Massimo Numa, Luciano D'Addetta. Distribuzione Home Video: Foglio Cinema. Durata: 89'. Genere: Drammatico, Erotico, Psicologico. Titolo Internazionale: Marble Women for tin men.

Interpreti: Liana Volpi (Roberta), Valentina Di Simone (Simona), Magda Lys (Francesca), Gloria Gordini (Clara), Roger A. Fratter (Giorgio), Anna Palco (Diana), Mery Rubes (proprietaria del night), Beata Walewska (Cinzia), Debby Love (Lucia), Gisy Bergamo (cliente edicola), Giusepe Cardella (Trussani), Massimiliano Aresi (Alessandro), William Carrera (Carlo), Giuliano Melis (scultore), Mark Provera, Max Bezzati, Maurizio Quarta, Fulvio Piavani, Beatrice Chieu, La Dany.

Roger A. Fratter continua a indagare l'universo femminile, dopo Rapporto di un regista su alcune giovani attrici e Tutte le donne di un uomo da nulla, mettendo in primo piano l'erotismo e il contrasto di personalità tra uomo e donna, con la seconda inesorabilmente vincente grazie alle armi della seduzione e del sesso. Donne di marmo per uomini di latta si propone di dimostrare che l'uomo è una cosa insignificante mentre la donna conduce sempre il gioco, è l'elemento determinante del rapporto, tratta l'uomo come meglio crede, non è mai succube ma dominatrice.

In breve la trama. Roberta dirige la rivista Sculturopoli, fondata insieme a Giorgio e all'imprenditore Trussani, è una donna frustrata che tratta male i suoi collaboratori e pretende una servile dipendenza. Vive una sorta d'amore malato con Giorgio, pur essendo la donna di Trussani, odia la collaboratrice Simona - giovane amante di Giorgio - e fa di tutto per licenziarla. A sua volta Giorgio soffre per una situazione familiare difficile, separato dalla moglie, con una figlia adottiva (Francesca) che odia la madre e tormenta il padre, tra sogni incestuosi e sfide provocanti.

Non anticipiamo altro a livello di trama per non rivelare colpi di scena e situazioni che portano a un precipitare degli eventi, ma soffermiamoci sulle valenze psicologiche della pellicola.

Fratter analizza con maggior profondità del solito il rapporto padre - figlia, portandolo su un terreno pericoloso, spingendo la macchina da presa a perlustrare tentativi di rapporti erotici semi incestuosi. Non solo. La donna è sempre in primo piano, che sia donna - padrona o (più raramente) donna- remissiva, persino donna - angelo vendicatore in un violento finale. L'uomo non ne esce bene, dimostra di non capire l'universo femminile, di restare in superficie, perché i ragionamenti profondi, introspettivi, si registrano soltanto nelle sequenze che vedono una donna davanti alla macchina da presa. Attrici bellissime, come sempre nei film di Fratter, bene le tre interpreti, con una perfida Liana Volpi calata nel ruolo della protagonista, mentre Magda Lys è una figlia perfetta, bambola bionda con gli occhi azzurri e i pensieri profondi, per finire con Valentina Di Simone, spogliarellista torbida e sensuale. Liana Volpi è straordinaria in una sequenza altamente drammatica dove subisce una violenza carnale ed è bravissima nei panni di una manager vogliosa e insaziabile, gelosa e cinica, donna in carriera sensuale e sprezzante che manovra i sottoposti come burattini.

Roger A. Fratter fa di tutto, in puro stile Joe D'Amato, dalla regia al montaggio, passando per soggetto e sceneggiatura, interpretando persino il ruolo maschile principale. Ottime le musiche di Numa e D'Addetta, impostate su sonorità rap e momenti melodici, buona la coloratissima fotografia digitale di Rogan, montaggio compassato come richiede il tipo di pellicola. Voce fuori campo onnipresente, ma non fastidiosa visto che rappresenta i pensieri delle donne protagoniste, soprattutto della figlia che vive desideri onirici e passioni perverse, trascurata da un padre che vorrebbe tutto per sé.

Buona l'ambientazione tra il Lago di Garda e Bergamo con l'idea originale di un incipit psichedelico in sottofondo verde acqua tra piccole gocce che rigano un vetro. Film teatrale e profondo con molti nudi integrali femminili, esibiti con malizia e torbida provocazione, in giochi di seduzione erotica molti intensi. Analisi cinica e impietosa di un rapporto uomo - donna impostato su basi non paritarie, spesso finalizzato al solo rapporto sessuale. La donna è una dama di ferro, simbolo della rivista Sculturopoli ma soprattutto metafora delle idee che pervadono la sceneggiatura. L'uomo è un oggetto inutile, un pezzo di latta, privo di personalità, soggiogato dal seducente potere femminile.

Donne di marmo per uomini di latta è un ulteriore tassello nella ricerca narrativa di Fratter, un regista che è passato dal cinema di genere, dagli horror cupi e spettrali degli esordi, a una filmografia di stampo introspettivo e psicologico. Consigliato per un pubblico adulto. Lo trovate in libreria, distribuito da Foglio Cinema, circuito Libroco. Ma anche su IBS e Amazon. Da vedere.


LA CLASSIFICA

I cinque articoli più letti nelle ultime due settimane:

  1. Fantascienza Story 128 di Giovanni Mongini

  2. Intervista a Federico Pirro di Filippo Radogna

  3. Fantascienza Story 129 di Giovanni Mongini

  4. La ragazza sul maggiolone giallo 01 di Daniele Vacchino

  5. Disegni di sangue a cura della redazione


PROSSIMAMENTE

Interviste a Giovanni Agnoloni, Francesco Sciannarella, Jacopo Nacci, Cliff Wright, Roy Bava, Davide Camparsi, Matteo Pisaneschi, Federica Leonardi, Fernanda Romani, Claudio Magliulo, Alex Girola, Paolo Lamanna, Skanf & Puccio e Paola Ramella; Fantascienza Story; Le Cronache di Narnia; il cinema di Ruggero Deodato; In viaggio nel tempo; "Der Orchideengarten - Il giardino delle orchidee" al MUFANT; La ragazza sul maggiolone giallo; Phenomena; Non si sevizia un paperino; E se il mondo non avesse mai conosciuto il pc?; Voci dall'aldilà; From beyond… a fumetti; L'ultimo angolo di mondo finito; La carne, la morte e il diavolo; I misteri di Saturno; La ballata di Black Tom; il catalogo di Good Kill Edizioni; Guardiani della Galassia 2; Ator, l'invincibile; Così dolce… così perversa; Jeremiah; Capitan America (1979).


Arrivederci nell'aldilà!

Davide Longoni