Transhumanist Art in Italia: Cinema e dintorni

 


Da Roby Guerra, Futurismo e Transumanesimo. La poetica di Internet (La Carmelina, eBook 2014)

*Sezione....L'ESTETICA TRANSUMANISTA IN ITALIA (3)



Il cinema italiano ancor più della letteratura, nonostante arte meccanica e poi elettronica digitale, in sé, riflette probabilmente e in certo senso lo specchio più infrangibile per il transumanesimo. Spesso involontario, ma certa anche gloriosa tradizione cinematografica italiana, legata quasi simbioticamente con certo neorealismo altrettanto spesso ideologico, al massimo a certo

esistenzialismo/surrealismo/espressionismo europeo, ben raramente ha lasciato spazi per certa via italiana verso tematiche almeno futuristiche.

La fantascienza in pellicola o certo Horror che archetipicamente attraversano tali percorsi, altrove o in altri medium o generi, in Italia è quasi sconosciuta, isole nel continente ancora ideologico del cinema nazionale.

Molto striminzito è il catalogo... Potremmo anche aggiungerci, però, il Sordi di "Io Caterina" con la bambola robot anticipatore delle nascenti Robot Sex, il Villaggio dell'ultimo Fantozzi galattico e clonato! Lo stesso ultrasarcastico "Fascisti su Marte" di Guzzanti, quasi fantastoria parallela.

Invece, come accennato, va comunque a rilanciata certa science-fiction marginalizzata italiana (Magheriti/Dowson, Bava, gli stessi Petri, Cozzi, Ragona o anche certo Horror (si pensi già solo a Dario Argento), fino alla cronaca post/internet con nuovi autori quali Manetti Bros, Puglielli, Venturi, lo stesso ben noto Pacinotti, una Wave overground destinata a mutare gli orizzonti, per forza "darwiniano-sociale", prima o poi per i Verbi di certo relativo paleocinema nazionale. Lo stesso giovane talento emiliano, Eugenio Squarcia, (diversi cult già ispirati a un certo Calvino).

Invece..., anche nomi aulici, consapevoli o meno irrilevante, segnalano almeno input pretransumanisti. Il mito stesso puro del cinema italiano... espresso dall'icona medium Antonioni, in  particolare con Monica Vitti," L'Eclisse", atomica evocazione della mutazione nel the end celeberrimo di Zabrinsky..., le pellicole multipersonalità... con la stessa pornosoft Maria Schneider.

O il Salvatores immenso (ma non per i critici, un witz ammaliante ma episodico dicono..) di "Nirvana" con un Abatantuono altrettanto nanorobot senziente e stupefacente.

Ecco, nel megagenere dell'arte digitale attuale, tra certi clip musicali, vera e propria video art, in certi Corti cosidetti oggi diffusi (come metagenere già d'arte contemporanea o postcontemporanea) e vera e propria net art nascente, è in formazione, saranno captabili e tracciabili, memi cinema già para o transumanisti stessi... Incluso certo stesso porno cinema, se non altro per la pornofilosofa Valentina Nappi, dichiaratamente transumanista...

Il resto lo lasciamo agli addetti ai lavori (del cinema).