Ferrara, Dj Afghan e il Reggae 2.0: intervista su Radio Città Fujiko

fonte Ferrara Italia * di R. Guerra


Estratto


E' probabilmente il più importante musicista "totale" (per dirla con Adriano Spatola) contemporaneo ferrarese, famoso in tutta Europa e non solo dove spesso da anni è protagonista come Dj d'avanguardia postpop o meglio, vista certa costante cifra sound di Andrea Manservigi (il suo vero nome diversamente alias di Afghan), reggae euroafro, con live set nei più prestigiosi palcoscenici del genere, secondo noi persino afrofuturismo doc per l'attenzione musicale culturale etnica specifica o meglio con un neologismo technetnica.
Non ultimo come produttore musicale di fama stessa internazionale con Soulove Records. "Critica" per la cronaca unanime tra i diversamente "addetti" ai lavori, tutti postavanguardisti, come dimostra anche l'intervista special guest in Soul Shakedown Party, in questi giorni (puntata-episodio dello scorso 24 Ottobre) a cura del noto altrettanto Dj e radio art director, Pier Tosi….per la storica emittente libertaria di Bologna, Radio Città Fujiko.
Binomio che, come ben evidenziato nell'audio radio intervista, parte da lontano, dal mitico Link bolognese degli anni '90. A Ferrara Afghan è noto per il grande esperimento per circa 15 anni di High Foundation Festival, mai avanguardia del genere musicale in città, con ospiti di fama internazionale o tra certa diversamente nicchia culturale e artistica ben nota e spesso ancor di più fuori mura, in Italia e non solo, sempre dinamica e plurigenerazionale visto che Afghan calca le scene appunto da fine secolo e fine secondo millennio.
Numerose anche le collaborazioni autoctone, Strike, Franco Ferioli, Andrea Amaducci, Eva De Adamo, Max Czertok eccetera eccetera, musica e video o semplicemente arte "elettrica" ed "elettronica" e semplicemente come produttore inventore del logo Soulove Records, noto a livello appunto internazionale! E tale altitudine, come anche in altri casi di ferraristi molto creativi (è) soprattutto fuori dai sempre malware provinciali che inquinano anche come noto le istituzioni, non necessariamente negative in ambito culturale, ma, piaccia o meno poco inclini a ottimizzare il talento local vero global se non filtrati da genuflessioni ben note o comunque tacite di Corte (e ideologia naturalmente neppure ormai dissimulata: lo stesso Afghan, non indolore in tal senso la fine pochissimi anni fa proprio di High Foundation).
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