Gianluca Stival: “Meriti del mondo ogni sua bellezza” recensione

Poesia e Nativi Digitali: "Ubriachi di Virtù"

Ci vuole coraggio nel primo secolo 21 a scrivere evocando un registro di sistema letterario che richiama Giacomo Leopardi, Charles Baudelaire, la stessa Oriana Fallaci e persino Dante. Non ultimo anche quando l'autore è giovane, eppure già capace di volontà di bellezza e critica letteraria sociale che - secondo noi e non solo – dimostra il vero talento in divenire.
Alla faccia anche di certa Facebook generation (le sue ombre parziali e quelle della Internet Society sia ben chiaro), troppo facilmente, senza spesso conoscere la complessità della Rete e le sue nicchie di creatività possibile, bollata come decadenza culturale e sociale: copione, piaccia o meno, sempre delle old generation e dei soliti media generalisti (e di certa Intellighenzia) che puntualmente esitano essenzialmente nostalgici di età dell'oro precedenti solo illusorie.
Copione tipico anche dell'ambiente letterario italiano dove troppo spesso le parole sono vuote e manieriste e oasi di dubbi addetti ai lavori, da un lato, oppure in certi nomi sopravvalutati posseduti dalla retorica dell'umanesimo pseudo o dei buonissimi sentimenti (diversamente new age), suffragati solo dall'audience di una – questa sì – decadente e debole società liquida.
Stival appartiene e probabilmente per DNA poetico ( o la cosiddetta Ghianda come metafora di un certo Hillman, si veda Il Codice dell'Anima) a una schiera diversa del fare poesia nel nostro tempo: le parole sono nuovamente piene, liriche ma reinventate e decollano nell'azzurro del cielo (anzi l'Infinito viste certe ascendenze neoleopardiane finanche simboliste) ancora brillante nel mondo attuale e memi di futuri desideranti possibili, nell'interfaccia Personal e Social.
Il libro in questione è costellato di versi e componimenti preziosi e già virtuosi, paradossalmente estroversi e letteralmente anche s-oggettivi, tra voli neoromantici atopici (direbbe un certo Franco Rella) e pulsioni neosociali mai politichesi, anzi squisitamente filtrati dal codice della letteratura "pura" come windows nel tecnomondo contemporaneo: sorprendono in tal senso le parole dedicate a certi tragici eventi terroristici ben noti, di raffinata psicologia.
Ulteriormente il volume è impreziosito da testi anche interlinguistici: anche in francese, inglese e spagnolo, di altrettanta stoffa e musica poetica. Non a caso Stival ha già un background ampio : poesie nate e ben segnalate in diverse riviste francesi, oltre a tracce significative nelle edizioni Le Pagine e in una recentissima Enciclopedia dei Poeti Contemporanei (a cura dell'editore Aletti).
Tornando ai testi da segnalare (e in tal senso interessantissima espansione in certa pop kultur al quadrato o postmoderno evoluto) un bellissimo componimento dedicato alla cantante Giorgia e una sorta di nano remix di un canto persino di Dante Alighieri in un immaginario dialogo con la stessa Oriana Fallaci.
Infine, singolare, originale e secondo noi, contrometodo scientifico, certe postille, vero e proprio feedback netculturale con i lettori destinatari, sorta di streaming letterario, dopo ogni testo.
Brevemente, e da scommetterci, Giancluca Stival è un talento pieno in divenire, probabilmente destinato, se in Italia la poetica tornerà propulsiva, interfacciandosi con il mondo reale e virtuale che oggi ci plasma, piaccia o meno, come un tatuaggio neuronale o sinaptico, a orizzonti assai interessanti: certo necessario fare anima 2.0 nel mondo computer, ritornando alle diversamente congetture dello stesso James Hillman.

*Un testo di Gianluca Stival

Amata Parigi

"Bisogna sempre essere ubriachi",
scriveva Baudelaire.
Ma di cosa?
Ubriachi di poesia, di virtù, di malinconia.
Era tutto come in un film.
Uno di quei film che ti tolgono il fiato,
che ti lavano di mestizia fino a soffocarci
dentro.
Se solo si sapesse quanta afflizione
e quanto tormento
e quanta disperazione
sono stati urlati nell'immediato silenzio
dopo il boato.
Devozione, misticismo
o empietà?
Virtù, supremazia
o impotenza?
Da un'incredibile vanagloria e iattanza
erano posseduti.
Non si può ricominciare.
Né allo stesso modo, né con gli stessi.
35
Ubriachi 
di virtù,
quale allora?


*a cura di Roby Guerra 

Info

Gianluca Stival: "Meriti del mondo ogni sua bellezza" (Il Mio Libro-GED-Feltrinelli)
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Blasting News Italia - Intervista a G. Stival