Verso lo Smart Working: la fine del Lavoro "gulag" ?... recensione su Marco Lombardo, "Il lavoro è agile, noi molto meno...."

  


Marco Lombardo "Il lavoro è agile, noi molto meno" dedicato allo smart working - Il Giornale, libri Fuori dal Coro) Recensione


di Roberto Guerra


"Dall'introduzione (estratto) ... Lo smart working in fondo è questo: ci si vede quando serve e si lavora per quello che si deve. E si produce. Perché se è vero – come dice Marr – che "i cattivi capi causano inutile stress sul posto di lavoro e sono una delle principali cause di riduzione della produttività e prestazioni", un ottimo rapporto di lavoro può invece portare a risultati sorprendenti. E questo non vuol dire che si lavori di meno, anzi. Ma che di sicuro, per molti versi, si lavora meglio. La vita insomma non può essere scandita solo dalla catena cartellino-pausa caffè-mensa-aripausa caffè-aricartellino, con una fermata in bagno, a meno che il vostro capo non veda male pure quella. E neppure in numerosi tentativi quotidiani per lavorare il minimo, in attesa dello stipendio. La notizia è che oggi, Anno 2017, è possibile perfino lavorare da casa, magari ogni tanto, magari con scadenza regolare. Ma è possibile, senza cartellino e perfino senza orario: perché quel conta non è in quanto tempo si fanno le cose, ma come si fanno. C'è un modo di diventare capi giusti e dipendenti modello. Per avere aziende più sane. E, addirittura, felici.


Piccoli libri a volte più efficaci sul futuro di convegni e rapporti specialistici. Semplicemente delizioso, realistico e futuribile, questo pamphlet di Marco Lombardo che analizza il lavoro 2.0. sdoganato persino a livello istituzionale nel Jobs Act di Renzi, ma poi.... tutt'oggi oggetto misterioso almeno in Italia.

Con linguaggio scorrevolissimo e polemos  inevitabile, visto certo andazzo italico, l'autore illustra (forte anche di esperienze dirette personali) i lavori in corso e potenziali per il cosiddetto Smart Working, il lavoro digitale ma anche una filosofia del lavoro  2.0, una sorta di Telelavoro, più nello specifico ulteriormente evoluto, certamente complementare.

Ovvero, attualmente in Italia, vere e proprie risorse tecnologiche dissipate nei fatti e le strutture dominanti nel mondo del lavoro, dell'impresa e della burocrazia pubblica, da certo carattere nazionale istituzionale e imprenditoriale arcaico ancora prevalente:  e questo il tragico problema in merito che ci rivela dinamiche da pianeta delle scimmie per il bel paese, le fake news misconosciute di intere ultime generazioni al potere socioeconomico, vero e proprio analfabetismo storico e persino cognitivo (con la compiacenza dei solita media sempre pronti a dare credito a questo o quel ministro dell'economia o Vip italico aziendale arretrato..).

L'agilissima lettura e godimento di questo libello, da un lato, a chi vuole capire e captare, stimola scenari nuovamente ottimisti per ridare concretamente sviluppo alla disastrata economia italiana, dall'altro, vista la non meritocrazia e la debolezza tecnsocientifica, delle Classi dirigenti attuali, pubbliche e private, appunto è disarmante dal punto di vista conoscitivo e futuribile.

Come illustra l'autore, certo lavoro elettronico e le sue modulazioni sono alla base e ormai da decenni del boom mondiale delle corporation che hanno in 20/30 anni già rivoluzionato il mondo della comunicazione, Microsoft, Google, Yahoo (fino ad un certo punto): la fine del fordismo economico e della catena di montaggio e degli orari di lavoro puramente meccanici e logistici tipo diversamente gulag;  la decentrazione programmatica e fin dove è possibile e almeno parzialmente del cosiddetto lavoratore  fuori dagli uffici aziendali, a casa propria o persino nei parchi, grazie a semplici tablet e notebook, con la condivisione dinamica in tempo reale e sinergico, multitasking, dei dati stessi necessari specifici, programmatici o contingenti relativi all'operatività aziendale

Unici vincoli, praticamente,  le scadenze per raggiungere gli obiettivi predefiniti, abolizione di tornelli e cartellini, non ultimo esponenziali antivirus assai concreti contro l'inquinamento (viaggi casa  sedi aziendali almeno dimezzati,  guadagno di ore di produttività, condivisione famigliare,  tempo libero o impegni standard burotici personali, democrazia "gerarchica" e libertà prossemica , verso i cosiddetti Capi e anche i colleghi,  e così via).  

Non ultimo e anzi fondamentale, tale apparente meno lavoro quantitativo, secondo i dogmi burocratici, secondo gran parte dei dati (mica utopie non verificate), se non  bastasse la storia di Microsoft e Google, aumenta sia il benessere personale (diminuendo lo stress e la reificazione in ufficio) sia la produttività qualità creatività aziendale stesse!  

Tutti han sentito parlare del crollo di Yahoo... Bene,  a quanto pare, dopo anni anche di telelavoro e Smart Working, il clamoroso baco (Azienda pionieristica, ancora prima di Google, in tal senso nell'aurora della Rete) deriva in appena un paio di anni circa dal ritorno al modello fordista deciso da un Ceo  passatista: con effefti del genere tipo svendite a cifre irrisorie rispetto a certe offerte rifiutate appena pochissimi anni prima dalla stessa Microsoft!

Tale elegia del lavoro elettronico e vero flessibile e dinamico è mera tecnofilia? Al contrario, ma anche facendo gli struzzi e esorcizzando in tal senso, osservare ancora centrali e strutturali in Italia dibattiti antistorici (a mero esempio iperbolico e in primo piano, ma tante altre dinamiche simili) sulle date delle pensioni sempre più differite dalle parti del Parkinson con il pretesto dell'aspettativa di vita in aumento -in realtà per iperpetrare il Moloch del carrozzone INPS e della Malaeconomia italica, non pagare come predefinito i lavoratori..., "fottendo" milioni di lavoratori che si vedono riscritta la vita personale con criteri orwelliani, lasciando perdere l'anacronismo sinaptico e la corruzione del sistema politico italiano...),  riflessioni evolute  in Italia  sono banalmente urgenti  inrinviabili. 

Altro che le fake news dell'economia in ripresa con percentuali numerologiche e psuedostatistiche; altro che il miraggio di economie ed eurobilanci sostenibili. 

Ancora una volta fenomenti e risorse possibili in senso programmatico come lo Smart Warking, per non parlare del Telelavoro, l'automazione e la robotica, l'intelligenza Artificiale, realmente applicate nell'impresa e le istituzioni ecc.,  ci svelano sempre che il Re è Nudo, l'old man pre-scientifico e le sue macchine sociopolitiche ed economiche stupide.

Prima o poi, le nuove generazioni, condannate in Italia quasi a 20 anni alla disoccupazione o al lavoro "senile" in età da crionica o da terapie per la longevità, di questo passo, se ne accorgeranno....


Info

http://blog.ilgiornale.it/lombardo/2017/09/27/il-lavoro-e-agile-noi-molto-meno/

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