Per una donna non è sempre facile trattare l'argomento diversity. Anche se preso da un punto di vista pratico, di business, ci si espone sempre agli stessi rischi: essere considerati troppo autoreferenziali, dare l'impressione di autocommiserarsi, sembrare poco attente al business.
Tuttavia, davanti a certi dati non si può non correre il rischio, con la speranza che ciò serva a far capire meglio la situazione che stiamo vivendo e spazzare via almeno parte del fumo che troppo spesso, quando si parla di politiche di genere, nasconde il poco arrosto.
I dati sono quelli di Openopolis che in queste settimane di emergenza ha censito oltre 1400 incarichi e ha rilevato che nei ruoli di comando della catena politico-amministrativa, sia su scala locale che nazionale, le donne sono state solo il 20%. "Più ci si avvicina agli incarichi di maggior rilievo, più la parità di genere sembra un'utopia", scrive la fondazione. Negli incarichi chiave di protezione civile, ministero della Salute e delle strutture create ad hoc nell'emergenza, tra l'altro, non ci sono donne.
Nel dettaglio, per dare qualche altro riferimento numerico, fra i direttori generali delle aziende sanitarie è donna solo poco più del 15%, il 16% nelle strutture nazionali e il 19% nelle strutture regionali d'emergenza. Siamo fermi a 30 anni fa e da lì ci siamo mossi poco o nulla. Abbiamo fatto piccoli passi soprattutto in termini quantitativi ma a quanto pare insignificanti dal punto di vista qualitativo.
I lettori di Financecommunity vogliano scusare il fuori tema; i dati non riguardano infatti il mondo della finanza ma ci consentono di riflettere anche sullo stato del settore a noi più vicino. La finanza è un comparto molto critico da questo punto di vista, lo sappiamo. Anche qui, qualche progresso è stato fatto, banche e società di investimento hanno annunciato progetti e programmi per aumentare il numero di donne nei ruoli apicali, per dare loro più spazio e consentire modalità di lavoro più flessibili. La domanda però a questo punto è: quanto fumo e quanto arrosto? La parità di genere è reale o è solo apparenza?
I dati relativi alla situazione pubblica, devo ammettere, sono scoraggianti. Con questo non si vuole vanificare i progressi fatti, di certo c'è più attenzione sul tema e le stesse donne sono più consapevoli. Tuttavia dobbiamo essere consci del fatto che certi ruoli rappresentanti di un certo potere decisionale, nella politica come nella finanza, sono ancora totalmente in mano a uomini. I quali sono portatori - anche inconsapevoli - di bias di genere e pregiudizi ancora molto lontani dall'essere eradicati. E questo dovrebbe essere il punto di partenza per ricalibrare tutta la strategia di genere nel mondo post covid-19.
A tal proposito, vi invito a seguire il webinar sul tema organizzato dalla testata del gruppo Lc inhousecommunity.it dal titolo Uguaglianza di genere a "rischio estinzione" causa Covid-19, con Roberta Guaineri, Assessore a Turismo, Sport e Qualità della vita, Comune di Milano; Sandra Mori, DPO Europe, Coca-Cola; Alessia Mosca, Promotrice legge Golfo-Mosca e Vice-Presidente, Associazione Fuori Quota; Stefania Radoccia, Managing Partner, EY Studio Legale Tributario
Marco Reggiani, General Counsel, Snam; Annachiara Svelto, Amministratore Indipendente, Enel e Techedge e Anna Tavano, Head of global banking, HSBC Italy.