Lunedì 18 maggio l'Italia prova a entrare in una nuova fase dell'emergenza Covid-19, in cui ci si augura che, sul piano sanitario, il peggio sia davvero alle spalle, e si cerca di guardare invece alle conseguenze di lungo termine sul piano socio-economico, in uno scenario in cui la convivenza con il virus proseguirà probabilmente a lungo. Come in ogni situazione di emergenza, la gestione del presente richiede la nostra massima attenzione; ma non possiamo rinunciare a guardare più lontano, per prepararci ad affrontare le tante sfide che ancora ci attendono e anticipare per tempo quelle che non sono ancora note. All'Italian Institute for the Future stiamo lavorando senza sosta su strumenti, dati e visioni per il domani. Intanto, vogliamo offrirvi alcuni primi materiali di riflessione.
Gli ultimi articoli su FUTURI
Che cosa dobbiamo accelerare di
Roberto Paura Se è vero che la pandemia è il frutto dell'accelerazione del tardo-capitalismo, è illusorio credere che la soluzione consista nel tornare indietro, nel localismo o nella decrescita. Dobbiamo piuttosto accelerare il cambiamento verso soluzioni sostenibili per rendere il mondo meno vulnerabile, come suggerisce l'accelerazionsimo.
Il deficit democratico nella global governance di
Giuseppe Sanchez Le organizzazioni di global governance sembrano interferire sempre di più con l'autorità dei governi nazionali, al punto da sostituire alle tradizionali modalità di governo della cosa pubblica (government), modelli di regolamentazione di derivazione precipuamente aziendale (governance), caratterizzati da processi decisionali privi di legittimità democratica. Ma si può democratizzare la global governance?
In che modo la narrativa distopica può influenzare il radicalismo nel mondo reale? di
Calvert Jones e Celia Paris (da
Aeon.co)
A partire dagli attentati dell'11 settembre, e sempre più in anni recenti, la distopia è diventata uno dei generi più popolari della narrativa. Una serie di esperimenti mostra ora che l'esposizione a narrazioni distopiche influenza gli orientamenti politici ed etici dei fruitori, aumentando la propensione al radicalismo e alla violenza contro le ingiustizie politico-sociali.
Verso una transrealtà? di
Luca Bonisoli La pandemia di Covid sembra coincidere con l'infodemia di fake news: un'accelerazione del processo di sostituzione della realtà con la distopia. Uno scenario che ci costringe a ragionare sulla psicopatologia sociale del presente e sui metodi di proiezione del controllo sociale attraverso l'inoculazione di forme schizoidi nella società iperconnessa.
Un decalogo per la tecnoetica di
Riccardo Campa Dopo la bioetica, è il turno della roboetica e più recentemente della algoetica. Sempre più si afferma la necessità di individuare nella "tecnoetica" il più ampio paradigma per una governance della scienza e della tecnologia inclusiva e non conflittuale. Comprendendo cosa s'intende per tecnoetica, è possibile stilare un decalogo per questa nuova disciplina.
Scienza e società verso il 2030
In una fase di accelerazione del progresso tecno-scientifico, anticipare le sfide a venire diviene essenziale, dato che storicamente ci si è spesso limitati a inseguire i problemi anziché prevenirli. Da qui i grandi fallimenti del dialogo tra scienza e società: dalla gestione dell'energia nucleare agli organismi geneticamente modificati, dalla crisi della mucca pazza ai vaccini (tornati sulla cresta dell'onda nell'attuale emergenza pandemica), ogni volta la comunità scientifica e chi si occupa di comunicazione della scienza si trova a reagire di fronte a una crisi, anziché ad agire in ottica anticipante.
È evidente allora che manca un passaggio essenziale: non si tratta di colmare un divario, come spesso si sente ancora dire nel mondo della comunicazione scientifica, quanto di costruire ponti nuovi tra scienza e società, vale a dire modelli di dialogo innovativi e anticipanti. Il nostro Between Science & Society HUB mette a disposizione gratuitamente il volume Scienza e società verso il 2030, frutto del convegno organizzato lo scorso ottobre a Napoli: una prima riflessione interdisciplinare da cui partire per un più efficace coinvolgimento attivo dei cittadini nell'impresa scientifica di domani.
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Vi ricordiamo che l'Italian Institute for the Future è un'organizzazione no-profit che non si avvale di contributi pubblici per le sue attività istituzionali: per sostenere le nostre iniziative e contribuire attivamente ai nostri progetti, le iscrizioni all'IIF partono da soli 15 euro l'anno.
Costruiamo insieme l'Italia di domani!