Vitaldo Conte: Futurismo... Immaginari del Fantastico (‘Il Borghese’ di Maggio 2020)


 

È uscito il mio testo FRA FUTURISMO E TRANSUMANESIMO / Immaginari del Fantastico e «sex robot» su 'Il Borghese' di Maggio 2020

Vitaldo Conte

 

FRA FUTURISMO E TRANSUMANESIMO

Immaginari del Fantastico e «sex robot» 

di VITALDO CONTE 

 

 

Le narrazioni del Fantastico sono talvolta anticipatrici di futuro, anche quando il loro manifestarsi può apparire una follia nel proprio tempo. Questo apparire può anticipare profeticamente un accadimento. Il Fantastico come possibilità espressiva accende la visionarietà di artisti, scrittori, registi, che lo fanno diventare narrazione di un immaginario.

Gli Immaginari del Fantastico, che sono molteplici (e anche attivi nel passato), è stato titolo anche di un dibattito, svoltosi a Fiuggi (2018), in cui sono state presentate le proposte in merito delle riviste Antares (Ed. Bietti), Dimensione Cosmica e Diònysos (Ed. Tabula fati) con interventi di Gianfranco de Turris, Max Gobbo e mio. Il filosofo Giovanni Sessa "rilegge", per l'evento, immaginari che attraversano i tempi: «In pieno Barocco, ne ebbe sentore Giambattista Basile con il suo Lo cunto de li cunti. Nei suoi quarantanove racconti si susseguono alterazioni della catena casuale, che rendono possibile l'esplicarsi del 'mondo alla rovescia'. Esso ha i tratti di uno specchio deformante che, in realtà, è profonda descrittiva della vita, del suo mistero, molto più di quanto lo sia qualsiasi resoconto di fatti reali. La fiaba e il racconto fantastico risultano massimamente 'veri' in misura inversamente proporzionale alla loro plausibilità. Il fantastico delucida la flebile distanza che distingue l'esperienza dalla fantasia, dicendo come il noto contenga sempre l'ignoto. (…) Nel Seicento, nella letteratura del secolo d'oro, nel Don Chisciotte torna a darsi ciò che Bruno sapeva: è la natura 'individuale' a mostrare il sigillo divino».

 

Il Futurismo, con la sua sfida alle stelle, è un anticipatore moderno. Negli ultimi anni numerose sono state le pubblicazioni sul tema: da segnalare a proposito un numero della rivista IF dedicato al Futurismo come Fantastico (Ed. Odoya, n. 21, 2017). In questo contesto presentai impersonalmente, in un racconto, la nascita di Vitaldix, mio avatar fantastico-virtuale, ammiratore del Futurismo.

Il meccanicismo dal Futurismo al Cyborg costituisce un intrigante viaggio, che parte dai robot futuristi. «Noi stiamo per assistere alla nascita del Centauro e presto vedremo volare i primi Angeli»scrive Marinetti. Che elabora, dall'inizio del Futurismo, teorie sull'arte meccanica e sull'immaginario dell'uomo-macchina: «Noi crediamo alla possibilità di un numero incalcolabile di trasformazioni umane, e dichiariamo senza sorridere che nella carne dell'uomo dormono le ali»(L'Uomo moltiplicato e il Regno della Macchina, 1910). Nel romanzo Mafarka il futurista (1909) Marinetti immagina un re africano che riesce nell'impresa di costruire da sé un figlio meccanico, frutto di pura volontà. Queste idee collegano il pensiero futurista con la filosofia di Nietzsche: creare un essere capace di andare oltre l'uomo. Nel 1920 Marinetti si rileva autore libertino e libertario con il testo Elettricità sessuale, in cui un uomo e una donna si sdoppiano in due robot elettrici. Nel 1921 Andrè Deed realizza il film L'uomo meccanico, con cui crea una delle prime rappresentazioni del cinema sul tema del robot come fantascienza, riprendendo le idee espresse da Marinetti.

 

Ritengo che oggi la narrazione fantastica possa costituire oggi uno degli elementi più innovativi delle attuali poetiche di contaminazione futurista: transumanista e transfuturista. Queste amano vivere anche in scritti e immagini di Robot invisibili, volendo volare liricamente fra visionarietà e realtà quotidiana. Ciò accade anche nei testi di attraversamento fantascientifico degli autori dell'antologia Noi robot, a cura di Roby Guerra (Asino Rosso, e-book, 2019). Il titolo s'ispira liberamente al maestro di fantascienza Isaac Asimov, di cui cade nel 2020 il centenario di nascita. Il suo celebre libro Io, Robot (1950) è una raccolta di racconti che ha come protagonisti i robot positronici (termine che lo scrittore russo-americano affibbiò alle sue macchine fantastiche, avendo preso a prestito dalle particelle scoperte dal fisico Paul Dirac). I robot umanoidi, alias androidi o replicanti, raggiungono la celebrazione nel 1982 con il film Blade Runner e attraverso le produzioni CyberPunk.

A tutto ciò fanno riferimento i futuribili italiani nel loro omaggio alla nuova era robotica. In questa macchina immaginaria "entra", sempre di più, la dimensione erotica-sessuale, anche come narrazione (letteraria e video-filmica). Nell'ipotesi di un Porno-Futurismo virtuale Roby Guerra intravede la possibile creazione di un archetipo di "oscena bambola" che congiunge, attraversando i tempi, l'autrice del manifesto futurista della Lussuria (1913) Valentine de Saint Point (mia ispiratrice di fanta-narrazione) con Moana (Pozzi), sua possibile erede.

I sex robot "vivono" nel mercato del sesso come bambole e umanoidi iperrealisti di seduzione estrema, "programmata" per clienti sempre più esigenti. Il futurologo e politico inglese Ian Pearson ipotizza che entro il 2050 gli umani avranno più rapporti sessuali con i robot che tra di loro: per le donne, il turning point potrebbe essere anticipato al 2025.

Gli ultimi robot sessuali sono dotati di intelligenza artificiale, di capacità di movimento e addirittura di una personalità (gelosa, romantica, timida, audace, ecc.): «Harmony, questo il suo nome, ha una testa robotizzata che muove le labbra e riproduce diverse espressioni facciali; la sua pelle è riscaldata, in modo da imitare il più possibile la cute umana, ed è disseminata di sensori, che inviano segnali al cervello computerizzato e le permettono di sapere dove viene toccata e reagire di conseguenza fino a raggiungere l'orgasmo»(Sandro Iannaccone, 'Wired', 2018).

L'attrazione per le bambole antropomorfe e i sex robot è presente, sempre di più, nel fantastico erotico degli esseri umani, determinando una identità sessuale "altra", definita dagli esperti digisexual. Questa identità è capace di sollevare problematiche etiche e di riflessione, ma anche di ispirare oggi diverse fanta-espressioni di narrazione e arte.

 

 


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