Il Caravaggio di Siracusa/Sgarbi: «Firmo anche io l’appello contro il trasferimentoa Rovereto e rinuncio al prestito. Ma adessomi aspetto che lo restaurino loro e provvedano alla costruzione della teca. Nell’appellopremesse false. La Cantarella si c...



Da: VITTORIO SGARBI - (Ufficio Stampa)  
 

Il Caravaggio di Siracusa/Sgarbi: «Firmo anche io l'appello contro il trasferimento a  Rovereto e rinuncio al prestito. Ma adesso mi aspetto che lo restaurino loro e provvedano alla costruzione della teca. Nell'appello premesse false. La Cantarella si contraddice. Sono certo che tra 10 anni saremo qui a parlare ancora della teca e del restauro»

 

ROMA – Vittorio Sgarbi firma l'appello contro il trasferimento del «Seppellimento di Santa Lucia» di Caravaggio da Siracusa a Rovereto per una prestigiosa mostra che lo avrebbe messo a  confronto con Alberto Burri.

 

Spiega lo storico e critico d'arte: «Rinuncio al prestito e firmo anche io l'appello. Faremo la mostra al Mart con un'altra opera di Caravaggio. Ma adesso – commenta lanciando la sfida ai promotori - mi aspetto che oltre a finanziare il restauro (che attende da 15 anni) e per il quale il Mart di cui sono presidente avrebbe messo 350 mila euro, provvedano, con l'urgenza che le condizioni della tela impongono, alla realizzazione della teca che ripari l'opera dall'umidità del posto in cui si trova adesso, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, che è la principale causa del suo grave deterioramento».

 

Sgarbi fa un passo indietro ma contrattacca proprio i firmatari dell'appello, segnalandone le contraddizioni, a cominciare da Eva Cantarella: «Sostiene come un eventuale suo trasferimento possa danneggiare l'opera, mentre è ormai acclarato come il danneggiamento sia causato dall'umidità della sede che lo ospita e non dai "viaggi". Ha firmato un appello che contiene premesse clamorosamente false. Ed è la prova che lo ha firmato senza leggerlo. Ma c'è un paradosso: manifestando la sua contrarietà al trasferimento al Mart, e dunque alla prospettiva del restauro e soprattutto della realizzazione della teca, lo condanna, di fatto, a ulteriori danneggiamenti».

 

Sgarbi conclude con una profezia: «Vuoi vedere che questi tra 10 anni non avranno fatto nulla e ci ritroveremo a parlare ancora del restauro e della teca?»

 

l'Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)