Cucina di Poesia e Rabbia, intervista a Mary Blindflowers
Mary Blindflowers, Fremmy, Pablo Paolo Peretti
CUCINA DI POESIA E RABBIA (NETtarget edizioni, di Cosimo Dino-Guida)
D - Un libro squisitamente postsurrealista e destrutturalista?
R- Sì, mi è venuta l'idea di scrivere delle ricette che contenessero all'interno una storia, una riflessione polemica contro i mali del nostro tempo, ho quindi cominciato da sola a scrivere poche ricette, per vedere come venivano, dato che si trattava di un esperimento. Poi ho pensato di coinvolgere altre due persone, Fremmy che fa lo chef a Londra e Pablo Paolo Peretti che vive e lavora a Copenaghen ed è un ottimo cuoco. Ho detto scriviamo un libro di "polemicucina", un libro innovativo che oltre a presentare ricette assolutamente fattibili, spinga la gente anche a pensare e magari a farsi due risate. Hanno accettato, abbiamo messo insieme le ricette ed è nata Cucina di Rabbia e Poesia. Non volevo una copertina standard, fatta al computer, perciò ho dipinto un olio su tela e abbiamo avuto anche la nostra copertina.
D - Un libro squisitamente postsurrealista e destrutturalista?
R- Sì, mi è venuta l'idea di scrivere delle ricette che contenessero all'interno una storia, una riflessione polemica contro i mali del nostro tempo, ho quindi cominciato da sola a scrivere poche ricette, per vedere come venivano, dato che si trattava di un esperimento. Poi ho pensato di coinvolgere altre due persone, Fremmy che fa lo chef a Londra e Pablo Paolo Peretti che vive e lavora a Copenaghen ed è un ottimo cuoco. Ho detto scriviamo un libro di "polemicucina", un libro innovativo che oltre a presentare ricette assolutamente fattibili, spinga la gente anche a pensare e magari a farsi due risate. Hanno accettato, abbiamo messo insieme le ricette ed è nata Cucina di Rabbia e Poesia. Non volevo una copertina standard, fatta al computer, perciò ho dipinto un olio su tela e abbiamo avuto anche la nostra copertina.
D- Un pamphlet quasi tutto da mangiare, un diversamente ring contro certi luoghi comuni dietologici o di costume oggi dominanti?
R – Il libro è di impronta destrutturalista, come tutti i miei testi o i libri nei quali sono coautrice. Si scaglia contro il paradosso assurdo dei luoghi comuni imperanti, ma trascende ovviamente l'ambito culinario, se no non ci sarebbe "gusto", appunto.
Non mancano virate ironiche e taglienti, episodi di vita vissuta e stralci di rime che come dire, "tengono il ritmo" del pasto.
D- Quindi tacito, un libello di antropologia gastronomica paradossale?
R – Credo che la definizione sia perfetta perché le ricette danno l'occasione per inquadrare tipi umani, vizi tipicamente italiani, comportamenti sociali, piaggerie, sottomissioni al super ego, misoginie, religioni, etc. Ovviamente sono scritte con tre stili diversi, io forse sono un po' caustica, Fremmy filosofico e Peretti più soft.
R – Credo che la definizione sia perfetta perché le ricette danno l'occasione per inquadrare tipi umani, vizi tipicamente italiani, comportamenti sociali, piaggerie, sottomissioni al super ego, misoginie, religioni, etc. Ovviamente sono scritte con tre stili diversi, io forse sono un po' caustica, Fremmy filosofico e Peretti più soft.
D- E' stato facile pubblicarlo?
R. No, per niente. Chi dice che non ha nessuna difficoltà a pubblicare mente, lo fa solo per vantarsi e fare la superstar, dopo magari aver pagato un Eap. In Italia è difficile trovare editori coraggiosi e free che credano in un progetto editoriale innovativo, un progetto appunto che non sia stato già "sperimentato". La maggior parte degli editori preferiscono pattinare sul sicuro. I testi sperimentali non rientrano nel loro cliché sistematico e categorizzato e nelle loro menti ristrette. Tuttavia abbiamo insistito e siamo stati premiati.
D- Chi ha deciso di pubblicare questo libro?
R – Nettarget editore nella persona di Cosimo Dino-Guida, che ringrazio, ha accolto con entusiasmo anche questo progetto editoriale, è stato rapido e professionale, come sempre. Dalla firma del contratto alla realizzazione del libro, è trascorso davvero poco tempo, contrariamente a quanto mi è accaduto in precedenza con altri editori meno seri, segno che quando si ha voglia di lavorare le cose procedono.
Con lo stesso editore io e Fremmy abbiamo pubblicato di recente anche una raccolta poetica, Utensili sparsi e Note annegate proprio all'inizio del 2016. E io da sola nel 2015 ho pubblicato sempre con lo stesso editore I gelsi neri, commedia sulla dissoluzione borghese e Il filo conduttore, romanzo dialogico. Ci sono anche altri libri in preparazione tra saggistica, teatro e narrativa... Insomma chi vivrà vedrà.
a cura di Roby Guerra
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