Dopo Gandhi, Internet, ma l'India fa il gambero
segnalato da L. Barbieri
fonte Il Sole 24 Ore
L'idea dell'Internet libero, gratuito e ovunque di Mark Zuckerberg pare non piacere granché alle autorità indiane che qualche ora fa hanno deciso di bloccare il servizio FreeBasics ideato proprio dal boss di Facebook. La motivazione cardine è una sola: il progetto – inserito all'interno del piano Internet.org, basato sulla volontà del boss di Facebook di portare l'accesso alla Rete anche nelle zone più remote del mondo - viola la "net neutrality". Chi si connette gratuitamente, in effetti, può accedere esclusivamente ad alcuni siti o piattaforme (Facebook in testa, ovviamente). Mentre gli è precluso l'accesso al resto del web. Un criterio che non convince il governo di Nuova Delhi, secondo il quale «nessun fornitore di servizi deve offrire o far pagare tariffe discriminatorie per i servizi dati in base al contenuto».
La decisione della Trai, l'autorità per le telecomunicazioni indiana, arriva dopo che nel mese di dicembre c'erano state le prime frizioni e una prima sospensione di FreeBasics. Proprio negli ultimi giorni dello scorso anno, l'ente indiano era intervenuto con forza su Reliance Communications - uno dei maggiori operatori di telefonia del Paese, e partner di Facebook nel progetto per l'accesso gratuito alla Rete – sospendendo il servizio. Una decisione alla quale Zuckerberg aveva reagito con una campagna su Facebook chiamata "Save Free Basics in India". Una campagna che consisteva, di fatto, nel mandare alla Trai una mail di protesta contro la decisione a nome dell'utente loggato. Un'iniziativa che a Nuova Delhi non avevano preso benissimo, tanto che in una nota datata 18 gennaio la stessa autorità indiana aveva parlato di «sondaggio d'opinione fuorviato e crudamente maggioritarista».
Oggi la sentenza che di fatto "banna" il servizio FreeBasics dalle connessioni indiane, pur senza citarlo direttamente. Quello della Trai, infatti, almeno all'apparenza è un giudizio più ampio sulla neutralità della Rete, e sulla violazione di questa da parte di alcuni servizi che consentono l'accesso a Internet in modalità "zero rated" - ovvero senza costi di connessione - ma solo ad alcuni siti.
In India le opinioni sono discordanti. C'è chi già parla di grande vittoria della net neutrality, ma anche chi valuta questa sentenza un passo indietro nel processo di sviluppo dell'utilizzo degli smartphone, anche in considerazione del fatto che gran parte della popolazione non può permettersi una connessione a Internet. Del resto, secondo un recentissimo rapporto della banca mondiale, il Paese con più persone offline è proprio l'India (1,1 miliardi di utenti senza Rete). Intanto, una comunicazione ufficiale da parte di Facebook è attesa nelle prossime ore.
Twitter: @biagiosimonetta
fonte Il Sole 24 Ore
L'India boccia l'Internet gratis di Zuckerberg: non rispetta la net neutrality
di Biagio Simonetta8 febbraio 201L'idea dell'Internet libero, gratuito e ovunque di Mark Zuckerberg pare non piacere granché alle autorità indiane che qualche ora fa hanno deciso di bloccare il servizio FreeBasics ideato proprio dal boss di Facebook. La motivazione cardine è una sola: il progetto – inserito all'interno del piano Internet.org, basato sulla volontà del boss di Facebook di portare l'accesso alla Rete anche nelle zone più remote del mondo - viola la "net neutrality". Chi si connette gratuitamente, in effetti, può accedere esclusivamente ad alcuni siti o piattaforme (Facebook in testa, ovviamente). Mentre gli è precluso l'accesso al resto del web. Un criterio che non convince il governo di Nuova Delhi, secondo il quale «nessun fornitore di servizi deve offrire o far pagare tariffe discriminatorie per i servizi dati in base al contenuto».
La decisione della Trai, l'autorità per le telecomunicazioni indiana, arriva dopo che nel mese di dicembre c'erano state le prime frizioni e una prima sospensione di FreeBasics. Proprio negli ultimi giorni dello scorso anno, l'ente indiano era intervenuto con forza su Reliance Communications - uno dei maggiori operatori di telefonia del Paese, e partner di Facebook nel progetto per l'accesso gratuito alla Rete – sospendendo il servizio. Una decisione alla quale Zuckerberg aveva reagito con una campagna su Facebook chiamata "Save Free Basics in India". Una campagna che consisteva, di fatto, nel mandare alla Trai una mail di protesta contro la decisione a nome dell'utente loggato. Un'iniziativa che a Nuova Delhi non avevano preso benissimo, tanto che in una nota datata 18 gennaio la stessa autorità indiana aveva parlato di «sondaggio d'opinione fuorviato e crudamente maggioritarista».
In India le opinioni sono discordanti. C'è chi già parla di grande vittoria della net neutrality, ma anche chi valuta questa sentenza un passo indietro nel processo di sviluppo dell'utilizzo degli smartphone, anche in considerazione del fatto che gran parte della popolazione non può permettersi una connessione a Internet. Del resto, secondo un recentissimo rapporto della banca mondiale, il Paese con più persone offline è proprio l'India (1,1 miliardi di utenti senza Rete). Intanto, una comunicazione ufficiale da parte di Facebook è attesa nelle prossime ore.
Twitter: @biagiosimonetta