Il futurismo è ancora avanguardia propulsiva. Nonostante Sergio Romano e i baroni culturali

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di R0BY GUERRA

Nel 2014 la grande mostra retrospettiva sul futurismo storico di New York (al Guggenheim Museum, a cura di Vivien Greene) ha rilanciato a livello mondiale la grande stagione del futurismo italiano, fondato da Marinetti nel 1909. Vivien Greene fu esplicita: Marinetti anticipò persino Andy Warhol, ovvero colui che influenza tutt'oggi l'arte e la cultura contemporanea, sempre più pubblicitaria, nel bene e nel male. Nei giorni scorsi, il 20 febbraio, era l'anniversario 107 del manifesto futurista. Eppure, ancora oggi, persino un Sergio Romano, sulle colonne del Corriere della Sera, non ha trovato di meglio che seppellire ancora la più importante avanguardia italiana, con un banalissimo "Marinetti e il Futurismo avanguardia invecchiata", in risposta a un non banale lettore che sollecitava per Marinetti maggiore attenzione, come ha fatto la Spagna per un altro grandissimo politicamente scorretto, il filosofo Miguel de Unamuno.

Il complesso di Frankenstein e del Futuro
Tempo di parole chiare. Romano ha replicato, riassumendo, i luoghi comuni di decenni di storia della cultura fortemente ideologica, comunisticheggiante, la solita Italia tecnofoba che oggi vede i propri cervelli scientifici trasformati in migranti. Ha ammesso solo certe mostre internazionali e certa storia dell'arte più favorevole al futurismo come sintomi di interessi, ma tra le righe e - noto il suo talento - politichese - come museificazione definitiva. Riflettendo, Romano, praticamente proprio quel complesso di Frankenstein o del futuro, direbbe Alvin Toffler, celebre futurologo, autore de Lo Shock del Futuro (anni' 70-'80) che spiega l'Italia sempre in coda, nei fatti, all'evoluzione sociale. Ieri come oggi.

Il futurismo dal futuro
Dal duemila le avanguardie italiane stanno tornando in primo piano, Vitaldo Conte e Antonio Saccoccio su tutti, rivitalizzate da Internet e i suoi effetti sociali, soprattutto dalla matrice storica futurista. La pubblicistica editoriale, convegni persino internazionali in tal senso lo dimostrano, basta un giro nel web. Ne elenchiamo, come anche scrittore futuribile, solo alcuni indizi. Nel 2010, a Milano, alcuni neofuturisti sono stati ospiti di un convegno futurologico, internazionale Transvision 2010, a cura dei transumanisti futuribili italiani, i vari Prisco, Campa, Pilia, Vaj, dedicato al futuro apparentemente avveniristico, alla luce della scienza, al contrario prossimo venturo. Nel convegno figure celebri, tra decine, quali Aubrey de Grey, Max More, David Orban, promotori di futurismi filosofici del nostro tempo ma anche medico terapeutico, robotico e così via (leggi longevità e potenziamento transumanistico, intelligenza artificiale e internet delle cose, ecc.) sui quali oggi investono figure come Bill Gates, Zuckerberg e persino Larry Page di Google! Oggi i neofuturisti ma anche altri percorsi artistici e socioculturali sono al passo, in quanto versione attuale dell'uomo macchina futurista cosi ancora perturbante, con la scienza d'avanguardia, spesso accademici per quanto radicali, lo stesso Marvin Minsky, scrittori come Dan Brown e Bruce Sterling. Il futurismo invecchiato? Semmai aggiornato, in quanto, Marinetti e il Futurismo furono precursori del Computer World attuale. Lo sanno anche i robot quasi, non lo sa ancora la solita intellighenzia italiana, che magari scambia il sistema binario dominante ancora con la Partita Doppia politichese o paradiplomatica o con qualche treno di fantascienza!

*photo  Futurismo Oggi (rivista futurista fine secondo novecento a cura di Enzo Benedetto, Roma)